E' qui che ci scontriamo, nelle conclusioni, nonostante i nostri ragionamenti non siano poi sempre così distanti come qualcuno dice.
La F1 è la massima espressione tecnica delle corse a ruote scoperte, il pilota conta, ma solo entro certi limiti, perchè nella singola competizione non può ovviare a errori progettuali o a scarsità di prestazioni.
Sono anni che si tenta di livellare artificialmente le prestazioni delle monoposto per offrire più sorpassi e più varietà di nomi alla ribalta, ma la strada di cambiare continuamente le regole per penalizzare i migliori dell'anno precedente è sbagliata (oltre che poco sportiva) ed il risultato che alla fine si ottiene è proprio l'opposto di quello desiderato.
Mosley ed Ecclestone non hanno idea di cosa sia lo sport, specialmente il secondo. Se si vuole un campionato dove ad emergere sia il pilota più bravo e la migliore strategia, allora bisogna che tutti usino lo stesso telaio e lo stesso motore.
Qualunque altro compromesso, diventa una toppa peggiore del male, quindi è nell'ordine delle cose che debbano giocarsela a rotazione le squadre con i progettisti migliori, non che le F1 debbano usare tutte gli stessi principi, magari pure illegali, come il doppio diffusore.
La F1 non può essere un compromesso per sua natura, altrimenti, diventa un'altra cosa.
E non si può dire che nella F1 attuale l'equilibrio sia sbilanciato a favore dell'aspetto tecnico, visto che tutti hanno clonato le idee di Newey ed il diffusore della Brawn 2009.
Bisognerebbe invece tornare a poche regole ma ferree (e chi le aggira si squalifica, punto).
Peso, cilindrata, limiti all'aerodinamica, stesse gomme per tutti, interasse max, passo max e min, altezza max e min, capacità serbatoio, dimensione appendici (o divieto), etc etc, poi, ognuno faccia quello che gli pare.
Ovvio che così chi ha più possibilità economiche risulta potenzialmente favorito, ma non è neppure detto che sia sempre così, vedi alcuni team inglesi che hanno vinto con poco (es. Williams) e costruttori che non sono mai arrivati a concludere nulla, nonostante i budget (Honda e Toyota, per esempio), o che per tornare a vincere un Mondiale hanno impiegato 21 anni.