Tv, il Friuli sul satellite
DIGITALE TERRESTRE Scartata l’ipotesi di potenziare i ripetitori esistenti
Decisa una convenzione Rai per le aree scoperte. Contributi-parabolica
TRIESTE - La Regione ha deciso: si definirà una convenzione con la Rai per inserire il terzo canale regionale nella piattaforma satellitare Tivu-Sat, in modo da permettere a chiunque non riceva o riceva male il segnale digitale terrestre possa risolvere il problema della ricezione.
La spesa. L’operazione, spiegata ieri in Giunta dal presidente Renzo Tondo, riguarda la sola emittenza pubblica regionale, poiché è l’unica situazione sulla quale l’istituzione regionale possa intervenire mettendo in campo risorse. Al proposito, la disponibilità complessiva di quest’anno è pari a 520mila euro. E in effetti occorrerebbero per l’operazione Tivu-Sat proprio 500mila euro circa. La convenzione Tivu-Sat richiederebbe, poi, 400mila euro all’anno a regime.
I contributi. Ma lo sforzo finanziario regionale richiede ulteriori 90mila euro per venire incontro alle famiglie a reddito basso che abitano in montagna: un contributo una tantum di 150 euro circa per l’acquisto della parabola con il relativo decoder a chi non ce l’ha e non se lo potrebbe permettere. Quale parametro di reddito si intende adottare quello, molto restrittivo, previsto per i contributi alle spese di riscaldamento nelle aree alpine.
Il popolo delle padelle. Al momento attuale, in base alla fotografia scattata dall’Amministrazione regionale, i detentori di padella sono oltre 113mila sul territorio del Friuli venezia Giulia. Non è possibile, al momento, stabilire quante famiglie, fra quelle che non ricevono o ricevono male il segnale in montagna o in altre aree della regione, posseggano l’antenna parabolica. Ma l’accordo per Tivu-Sat - è stato ribadito anche ieri - taglia la testa al toro del problema tecnico. Da parte loro, in ogni caso, le Comunità montane quantificano in 500-600 le famiglie a basso reddito che subiscono questo problema televisivo nelle vallate.
L’altra strada. Esisteva un’alternativa, ma il rapporto costi-benefici è apparso peggiore: porre definitivamente a norma gli impianti esistenti di proprietà di Comunità montane e Comuni e realizzazione di nuovi impianti necessari ad ampliare e migliorare la copertura del territorio: costerebbe 650mila euro per Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale e 300mila in Carnia. In base ai costi proposti da Raiway per analoghi interventi in Val d’Aosta, la spesa per la gestione e la manutenzione ordinaria sarebbe di circa 5mila euro all’anno per ciascuno dei 20 impianti esistenti.
Ma il problema, potenziando o sostituendo i trasmettitori, non verrebbe risolto del tutto: la Regione ha spiegato che la diffusione del segnale del servizio pubblico televisivo a una popolazione residente di circa 1.500 unità nella Comunità montana Gemonese, Canal del Ferro, Valcanale e di circa mille unità nella Carnia e 400 nel territorio di Erto e Casso. E poi si aggiungono le presenze turistiche e delle seconde case in molte località. Quanto al Pordenonese, al di là di Erto e Casso, la Comunità montana del Friuli occidentale non è proprietaria di ripetitori ma segnala la presenza di più aree di scopertura o copertura inadeguata. Scegliere la strada dei ripetitori imporebbe, dunque, ulteriori impegni economici.
Fonte:
http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=1763862&Data=20110602&CodSigla=PN