pipione ha scritto:
I delay, come dici te, impostati sui TX servono per il riallineamento dei flussi video in partenza dai TX. Come detto precedentemente per rendere sincroni questi flussi si pongono dei ritardi in modo che tutti partano allo stesso istante.
Sailormen lo ha espresso cosi bene con qualche esempietto davvero efficace!
http://www.digital-forum.it/showpost.php?p=2411622&postcount=27666
Non è così. Attenzione a non confondere le indicazioni temporali inserite tramite SFN Adapter sui TS in partenza dall'Head End per l'allineamento di tutti i tx della rete ... con i delay (aggiuntivi!) impostati "localmente" sui TX.
Anche l'esempio da te citato sulle distanze non è corretto, come ho spiegato in precedenza.
Quello che conta sono i tempi di arrivo dei segnali al ricevitore. Non direttamente le distanze... tra il ricevitore e i tx. Il ricevitore può anche trovarsi a oltre 100 km dai due tx ... e ricevere perfettamente. L'importante è che la differenza temporale con cui i due segnali arrivano al ricevitore sia inferiore a 224 usec, nel caso di tg/tu= 1/4.
Ipotizziamo, ad esempio, che il ricevitore disti 200 km dal primo sito trasmissivo e 100 km dal secondo sito.
L'SFN adapter farà si che i due tx possano mandare in onda allo stesso istante il transport stream ricevuto dall'Head End.
Assumendo la velocità di propagazione dei segnali nell'etere pari a 300.000 km/sec (in realtà non è proprio così ...), il segnale del primo sito in questo caso arriverebbe al ricevitore dopo 666.6 usec; quello del secondo sito dopo 333.3 usec.
Essendoci 333.3 usec di differenza nell'arrivo dei due segnali al ricevitore, questi risulterebbero al di fuori dell'intervallo di guardia previsto (224 usec) e non decodificabili.
Inserendo, però, localmente sul secondo tx un delay pari almeno a 110 usec (e fino a 333 usec), si può fare in modo che i segnali dai due siti trasmissivi giungano al ricevitore entro i 224 usec previsti per il corretto funzionamento della SFN (addirittura, impostando un delay di 333 usec i due segnali arriverebbero nello stesso istante al ricevitore).
Questo esempio mostra che il ricevitore può trovarsi anche a distanze molto superiori di 67 km rispetto ai tx.
Tutto dipende dai delay impostati localmente sui tx.
Ovviamente, questo discorso va fatto per tutti i possibili ricevitori e per tutti i possibili tx della rete (!!!).
Diventa quindi un sistema di disequazioni multiple, estremamente complesso, che - in generale - non ha soluzione.
E' sempre possibile, comunque, trovare una o più configurazioni che riescano a massimizzare le aree di ricezione in cui i segnali arrivino all'interno dell'intervallo di guardia previsto, confinando su aree a scarsa densità di popolazione le situazioni più critiche (segnali fuori dell'intervallo di guardia).
E' questo il lavoro più complicato da fare per la progettazione di una rete SFN.
Il problema è che - anche quando si riesca a progettare una rete SFN in questo modo - ci sono tanti fattori esterni (propagazione troposferica, riflessioni multiple, algoritmi implementati nei decoder, ecc.) che possono comunque pregiudicarne il funzionamento.
Ad esempio, in ricezione, segnali al di fuori dell'intervallo di guardia ma con un'intensità di campo estremamente molto bassa non sono critici.
Se però, al variare delle condizioni troposferiche, sul punto di ricezione arrivano inaspettatamente segnali di intensità elevata e fuori intervallo di guardia ... questi possono sicuramente pregiudicare la ricezione.
pipione ha scritto:
Tu pensi che l'SFN sia un argomento troppo difficile da trattare?
Assolutamente sì. Prova ne è il fatto che ancora non c'è sufficente chiarezza su delay, distanze, isolivelli, ecc.
Ad ogni modo, come vedi, ho cercato ancora una volta di spiegare qualche concetto in termini molto elementari.
Più di così non riesco a fare, anche perchè - semplificando troppo - si perdono alcuni principi importanti e si falsa la trattazione.
pipione ha scritto:
Ecco........perchè?
Il MER io so che è una misura che si fa in uscita del TX.
Serve per "vedere" la bontà di quello che eroga in antenna. E' essenzialmente una misura della qualità del trasmettitore.
Tra l'altro queste misure le ho fatte anch'io quando ancora ero in servizio.
Si era in area di servizio di tale trasmettitore e "stratificando" con l'antenna di ricezione si misurava il MER di quel trasmettitore con anche altri parametri: BER pre e post Viterbi, Rapporto C/N in ricezione, rappresentazione della "costellazione" e sua rotazione di fase, risposta all'impulso e controllo degli echi nel Tg.
Naturalmente con strumentazione molto sofisticata tipo EFA della Rhode&Schwarz.
Prova a misurare due segnali perfettamente isolivello ... con tale strumentazione R&S ... e vedi cosa succede.