Quale criterio per le tv locali nel range 06-59 uhf dopo abbandono coatto 61-69 uhf?

Ehm appena trovo il link :D Comunque se fai un giro nella sezione liguria lo trovi :)

Non metto in dubbio che sia seguito però se ci sono frequenze con soli 2 canali capisci che :)
 
Comunque, già per la Liguria, è previsto un bando che stabilisce tutta una serie di criteri per stilare la graduatoria delle emittenti al fine del riconoscimento dello status di "operatore di rete" e avere così l'assegnazione di una frequenza. Nelle Regioni già all-digital, l'uso delle frequenze è concesso in via transitoria; verranno fatti dei bandi con principi analoghi e le frequenze per le tv regionali/locali saranno ri-assegnate da zero (da questo punto di vista non conta la frequenza attualmente concessa e in uso).
Questo un estratto del bando della Liguria per al determinazione della graduatoria:

ARTICOLO 2
Punteggi
1. Al fine della predisposizione della graduatoria relativa alla regione della Liguria, di cui al decreto legge n. 34/2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 75/11, citato in premessa, ai criteri ivi indicati, sono attribuiti i seguenti punteggi:
a) entità del patrimonio al netto delle perdite alla data di pubblicazione del presente bando: totale massimo di 30,00 punti. In caso di soggetti che gestiscono più di una attività, anche non televisiva, il dato per il calcolo di cui alla lett. a).1 e lett. a).2 riguarda esclusivamente il patrimonio al netto delle perdite relativo alla attività televisiva in regime di separazione contabile, in corso o da attuare entro il 23 settembre 2011.
(...)
b) numero dei lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato in posizione di regolarità contributiva alla data di pubblicazione del presente bando: totale massimo 20,00 punti.
(...)
c) ampiezza della copertura della popolazione tenuto conto delle caratteristiche di irradiazione degli impianti legittimamente eserciti nella regione per cui si è proposta domanda di partecipazione alla data di pubblicazione del presente bando: totale massimo 45,00 punti.
(...)
d) priorità cronologica di svolgimento dell’attività nell’area, anche con riferimento all’area di copertura: totale massimo di 5,00 punti
(...)
 
Ultima modifica:
a mio avviso, basterebbe che le minori si consorzino e che le grandi non avessero più di 2 frequenze.
l'immondizia è troppa.
 
alessandro21 ha scritto:
a mio avviso, basterebbe che le minori si consorzino e che le grandi non avessero più di 2 frequenze.
l'immondizia è troppa.
Sì, ma non si può costringere imprese private a consorziarsi: se lo fanno di loro spontanea iniziativa, è un altro discorso. Ma in Italia, ognuno ci tiene a coltivare il suo orticello senza dover condividere risorse, mezzi e decisioni con altri (e d'altronde condividere le cose con altri soggetti, non è semplicissimo: gli scontri, i punti di vista diversi sono all'ordine del giorno). Ciao
 
EliseO ha scritto:
Sì, ma non si può costringere imprese private a consorziarsi: se lo fanno di loro spontanea iniziativa, è un altro discorso. Ma in Italia, ognuno ci tiene a coltivare il suo orticello senza dover condividere risorse, mezzi e decisioni con altri (e d'altronde condividere le cose con altri soggetti, non è semplicissimo: gli scontri, i punti di vista diversi sono all'ordine del giorno). Ciao
Esatto, per questo è necessario un bando come nelle regioni degli attuli switch off, dove sono previsti i consorzi e le intese che ovviamente danno più possibilità di graduatoria utile a ottenere la frequenza
 
EliseO ha scritto:
Sì, ma non si può costringere imprese private a consorziarsi: se lo fanno di loro spontanea iniziativa, è un altro discorso.
Il consorzio obbligatorio è previsto per legge anche tra i privati:

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Art. 2616 Codice civile
Costituzione
Con provvedimento dell'autorità governativa (sentite le corporazioni interessate), può essere disposta, anche per zone determinate, la costituzione di consorzi obbligatori fra esercenti lo stesso ramo o rami similari di attività economica, qualora la costituzione stessa risponda alle esigenze dell'organizzazione della produzione.
Nello stesso modo, ricorrendo le condizioni di cui al comma precedente, possono essere trasformati in obbligatori i consorzi costituiti volontariamente (att. 111).
[/FONT]
 
L_Rogue ha scritto:
Il consorzio obbligatorio è previsto per legge anche tra i privati:

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Art. 2616 Codice civile
Costituzione
Con provvedimento dell'autorità governativa (sentite le corporazioni interessate), può essere disposta, anche per zone determinate, la costituzione di consorzi obbligatori fra esercenti lo stesso ramo o rami similari di attività economica, qualora la costituzione stessa risponda alle esigenze dell'organizzazione della produzione.
Nello stesso modo, ricorrendo le condizioni di cui al comma precedente, possono essere trasformati in obbligatori i consorzi costituiti volontariamente (att. 111).
[/FONT]
Sì, se ne era già parlato diverso tempo fa; ma non si è mai capito ed appurato se questa disposizione sia applicabile a questa fattispecie, né mi sembra sia stata finora applicata in questo ambito. Ciao!
 
EliseO ha scritto:
Sì, se ne era già parlato diverso tempo fa; ma non si è mai capito ed appurato se questa disposizione sia applicabile a questa fattispecie, né mi sembra sia stata finora applicata in questo ambito. Ciao!
Le locali per mantenere l' intero mux avuto in concessione si sono dovute inventare in quattro e quattr' otto tv-clone di nessuna qualità, sovente confinate a numerazioni allucinanti, la condivisione del mux con la concorrenza le libererebbe dall' incombenza di continuare a editare brutte televisioni, che non guarda nessuno, che non generano ricavi rilevanti e che ingombrano i telecomandi.
Ed eviterebbe alle imprese di spendere troppi soldi per produrre più canali di quelli che avevano quando lavoravano in analogico.
Bisognerebbe sottolineare che con la crisi economica la tv non può pensare di allargare a dismisura l'offerta su un mercato che ha proporzioni inferiori a quelle di prima...Sarebbe saggio mettere gli editori nella condizione di mantenere i marchi strettamente necessari facendo un largo uso di consorzi estesi alla concorrenza storica.
 
EteriX ha scritto:
Le locali per mantenere l' intero mux avuto in concessione si sono dovute inventare in quattro e quattr' otto tv-clone di nessuna qualità, sovente confinate a numerazioni allucinanti, la condivisione del mux con la concorrenza le libererebbe dall' incombenza di continuare a editare brutte televisioni, che non guarda nessuno, che non generano ricavi rilevanti e che ingombrano i telecomandi.
Ed eviterebbe alle imprese di spendere troppi soldi per produrre più canali di quelli che avevano quando lavoravano in analogico.
Bisognerebbe sottolineare che con la crisi economica la tv non può pensare di allargare a dismisura l'offerta su un mercato che ha proporzioni inferiori a quelle di prima...Sarebbe saggio mettere gli editori nella condizione di mantenere i marchi strettamente necessari facendo un largo uso di consorzi estesi alla concorrenza storica.
Sì, tutto giusto, ma spesso agli imprenditori del settore piace fare di testa propria senza consorzi e senza dover condividere niente con altri soggetti del settore. E tutti vorrebbero aspirare ad essere operatori di rete.
Ma comunque una qualche soluzione normativa, è stata trovata e può anche andare abbastanza bene. Poi, gli accordi per fare consorzio, si possono sempre fare. Ciao
 
EliseO ha scritto:
Sì, tutto giusto, ma spesso agli imprenditori del settore piace fare di testa propria senza consorzi e senza dover condividere niente con altri soggetti del settore. E tutti vorrebbero aspirare ad essere operatori di rete.
Ma comunque una qualche soluzione normativa, è stata trovata e può anche andare abbastanza bene. Poi, gli accordi per fare consorzio, si possono sempre fare. Ciao

Vedremo come si evolverà la situazione.... :eusa_think:
Intanto gli operatori nazionali hanno potuto spendere una sola volta su ripetitori e frequenze mentre alle locali (alcune molto importanti) hanno assegnato frequenze oltre il 60 uhf da abbandonare costringendole nel tempo a spendere
due volte.... e a cambiare frequenze con conseguente perdita di quel residuo di audience che gli è rimasto....
Poi bisognerà richiamare gli antennisti solo per le tv locali e qualcuno in alto spera che la gente non lo faccia, o che lo faccia con un pò di ritardo così possono fallire e togliersi di torno...
Se un colosso come Sky ha impiegato anni per dare una buona scelta di canali in HD ed è partito solo adesso con un canale in 3D con quattro programmi in croce figuriamoci le nostre tv locali.
E i famosi gruppi-canali esteri che stanno partendo come mai lo fanno così a rilento???
Peccato, forse era un occasione per far maturare il mercato televisivo come quello della radio.....

Avete provato ad andare in giro per l'Europa in macchina e cercare qualche radio decente? Ce ne sono pochissime e comunque si sognano la scelta che abbiamo noi. E guardate che stiamo parlando di Spagna, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Austria, Svizzera ecc ecc... :5eek: :5eek: :5eek: :5eek:
Stesso discorso per le tv....
 
Comunque come già affermato moltissime altre volte credo che la salvezza per molte locali sarà il consorzio con associati, per altre purtroppo che non hanno associati prevedo ovviamente l'uscita dal mercato televisivo. :eusa_think:
 
alessandro21 ha scritto:
a mio avviso, basterebbe che le minori si consorzino e che le grandi non avessero più di 2 frequenze.
l'immondizia è troppa.

sì, non più di 2 frequenze, condivido. Io taglierei tutti i mux che ripropongono solo doppioni o che non sfruttano il mux avendo attivato solo un paio di canali e per il resto giocando con marchi fasulli a schermo nero: questi li avvierei a consorzi obbligatori
 
masterone ha scritto:
Avete provato ad andare in giro per l'Europa in macchina e cercare qualche radio decente? Ce ne sono pochissime e comunque si sognano la scelta che abbiamo noi. E guardate che stiamo parlando di Spagna, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Austria, Svizzera ecc ecc... :5eek: :5eek: :5eek: :5eek:
Stesso discorso per le tv....
Noi abbiamo numerosi soggetti che però non erano in grado di assicurare la scelta fra la loro omologazione e il loro pattume..le nostre radio e tv dopo 40 anni per esigenze di sopravvivenza iniziano solo ora a capire l' importanza di curare la programmazione...
non so te, io di tante emittenti scadenti farei a meno, meglio la metà della metà di quelle che ci sono se serve a innalzare lo standard qualitativo...
per esempio musicalmente le radio italiane sono indietro anni-luce...alcune nazionali sarebbero pessime anche fossero locali...
erroneamente qua si pensa che basta mettere i dj con le belle voci o con la giusta simpatia ma la radio privata soprattutto è musica...
mentre la radio pubblica o comunitaria oppure le radio appartenenti a enti importanti (come Confindustria ecc) dovrebbero offrire buona informazione (adoro Radio24 per es.)..
FINE OT!
 
Ultima modifica:
LTE: la corsa ad ostacoli della Banda Larga Mobile italiana

"La diffusione della banda larga mobile di nuova generazione, in questa Italia penalizzata dal divario digitale, pare, ancora una volta, una corsa ad ostacoli. Dopo l’importante investimento fatto dalle compagnie telefoniche nell’asta LTE per l’acquisto delle frequenze per il 4G (con un spesa complessiva di 3,9 miliardi di euro), non si ha ancora la certezza della reale disponibilità dei canali delle spettro, soprattutto di quelli occupati dalle tv locali. Una situazione di incertezza sopportata fino a questo momento dalle telco, che considerano il vasto mercato italiano della telefonia mobile e quello potenziale di Internet mobile (tra i più progrediti in Europa), e che sono pronte a investire altri miliardi.

Lo sviluppo del settore mobile, e la remunerazione dagli investimenti delle telco, dipendono essenzialmente dall’attuazione dalle leggi varate dal governo. Leggi (decreto Omnibus e Legge di Stabilità), ai limiti del lecito, che imporranno (teoricamente) entro il dicembre 2012 l’esproprio (anche con la forza) delle frequenze alle emittenti regionali, che di contro pretendono indennizzi adeguati al sacrificio, minacciano di bloccare la confisca dei canali, e hanno già cominciato a battagliare con ricorsi in tutte le sedi di giudizio per evitare il tracollo.

Ma nel frattempo le telco devono continuare a investire su Internet mobile a fronte del costante calo dei ricavi voce. Per costruire la nuova rete e sfruttare le frequenze appena acquistate, prevedono di fare il primo lancio dell’LTE nel 2012, sfruttando le frequenze 1800 MHz e i 2600 MHz che si libereranno prima degli più complicati 800 MHz. L’avvio di massa del 4G avverrà però nel 2013 e negli anni diventerà pari all’attuale copertura UMTS/HSPA (90% circa della popolazione)........... "

http://www.tvdigitaldivide.it/2011/10/31/lte-la-corsa-a-ostacoli-della-banda-larga-mobile-italiana/
 
EteriX ha scritto:
Noi abbiamo numerosi soggetti che però non erano in grado di assicurare la scelta fra la loro omologazione e il loro pattume..le nostre radio e tv dopo 40 anni per esigenze di sopravvivenza iniziano solo ora a capire l' importanza di curare la programmazione...
non so te, io di tante emittenti scadenti farei a meno, meglio la metà della metà di quelle che ci sono se serve a innalzare lo standard qualitativo...
per esempio musicalmente le radio italiane sono indietro anni-luce...alcune nazionali sarebbero pessime anche fossero locali...
erroneamente qua si pensa che basta mettere i dj con le belle voci o con la giusta simpatia ma la radio privata soprattutto è musica...
mentre la radio pubblica o comunitaria oppure le radio appartenenti a enti importanti (come Confindustria ecc) dovrebbero offrire buona informazione (adoro Radio24 per es.)..
FINE OT!

Ecco, vedi, se ad una prima analisi seguendo il tuo ragionamento si può essere d'accordo su tutta la linea,
ad una analisi più approfondita arriviamo al nocciolo del problema, che è:
chi decide quali sono le emittenti e i generi più scadenti?
A me sembra che comunque, nel caos che c'è sempre stato nell'etere radiofonico ci sia stato posto per tutti o quasi.
Mi spiego meglio: ci sono radio ruspanti che trasmettono solo liscio che a me e ad altri fanno ribrezzo ma guai toccarle perchè ci sono degli anziani che vivono solo per quelle. Poi ci sono radio che trasmettono musica trance con ritmi a "800bpm" che a tanti non piacciono ma che ad alcuni ragazzi fanno andare giù di testa e guai a chi gliela tocca. Poi ci sono alcune radio che piacciono a me ma non ad altri ed anche quelle guai a chi me le tocca. Insomma ce n'è per tutti i gusti..... Troppi? Forse, ma poi chi decide quali radio togliere e chi scontentare?
Perchè qualcuno lo scontenti o forse addirittura scontenti quasi tutti!!!!
E se decidono di scontentare proprio te o me?
Perchè in molti paesi d'Europa hanno fatto così...
Parlando con alcuni miei amici europei ed anche per esperienza diretta ti dico che loro non fanno che ammirarci per la grande scelta che abbiamo..... da loro di scelta ce n'è ben poca. Se vai all'estero ci sono quattro emittenti in croce e spesso capita che su quattro nessuna trasmetta il genere che ti piace...
Mi sono dimenticato di parlare anche della nostra vituperata Rai che ha tre canali di cui 1 dedicato alla cultura e musica classica e non se lo fila quasi nessuno, che facciamo lo togliamo? E dopo chi parla di cultura e chi trasmette musica classica?
Potremmo andare avanti così quasi all'infinito ma direi che basta...
Per rientrare dall'OT agli inizi degli anni '80 la scelta che c'era con le tv italiane era un esempio per tutta l'europa che ci riteneva all'avanguardia.
Sì, è vero era un Far West senza regole ma la sera c'era una gran scelta, (anche di giorno), bastava solo regolamentarlo in modo democratico, dando cioè spazio a tutti e mettendo dei limiti di proprietà, senza permettere ad uno o due soggetti di prendersi indisturbati tutta la torta. Eclatante la stagione in cui Telecom voleva fare il terzo polo e prese Fazio, Lerner e tanti altri e fu "stoppata" da qualcuno.... al governo proprietario della Golden Share (pacchetto di "maggioranza").

In sostanza quello che voglio dire e che è anche il titolo del 3d è:
giusto stabilire i criteri ma stiamo attenti, perchè se i soliti noti hanno troppe frequenze poi potranno anche decidere di non offrire la scelta che c'è attualmente ma fare quasi tutto a pagamento....poi torniamo come prima dello S.O. ad una noia mortale senza possibilità di scelta.....
Ovviamente IMHO :D ;) :D ;) :D ;)
 
Ultima modifica:
masterone ha scritto:
Lo sviluppo del settore mobile, e la remunerazione dagli investimenti delle telco, dipendono essenzialmente dall’attuazione dalle leggi varate dal governo. Leggi (decreto Omnibus e Legge di Stabilità), ai limiti del lecito, che imporranno (teoricamente) entro il dicembre 2012 l’esproprio (anche con la forza) delle frequenze alle emittenti regionali, che di contro pretendono indennizzi adeguati al sacrificio, minacciano di bloccare la confisca dei canali, e hanno già cominciato a battagliare con ricorsi in tutte le sedi di giudizio per evitare il tracollo.

Questa parte dell'articolo è completamente fuorviante e piena di grossolani errori giuridici.

Non ci sarà alcun "esproprio" né alcuna "confisca", visto che le frequenze sono di proprietà dello Stato e tutti gli operatori TV sanno che le concessioni date in fase di switch off sono provvisorie.

C'è scritto fino alla nausea in tutti i provvedimenti di assegnazione AGCOM.

Quindi l'indennizzo che riceveranno gli editori non sarà il corrispettivo di un esproprio, ma l'indennizzo per l'eventuale cessazione o diminuzione dell'attività economica svolta su una determinata frequenza.

E' proprio per questo che si stilano le graduatorie regionali dando particolare peso ai criteri economici.

E' bene stare attenti a questa distinzione tra proprietà e concessione, perché è alla base anche dei diritti di chi utilizza una frequenza.

Infatti, il concessionario, una volta venuta meno la concessione, non ha più diritti su una specifica frequenza e finisce con l'occuparla abusivamente.

Potrebbero sussistere invece, nel caso la revoca fosse illecita, i diritti al risarcimento del danno (di cui si fa carico preventivamente l'indennizzo) e l'interesse ad avere una qualsiasi frequenza per continuare la propria attività economica.

Come già ricordato più volte, i consorzi obbligatori sono espressamente previsti dal Codice Civile:

Art. 2616 Costituzione
Con provvedimento dell'autorità governativa (sentite le corporazioni interessate), può essere disposta, anche per zone determinate, la costituzione di consorzi obbligatori fra esercenti lo stesso ramo o rami similari di attività economica, qualora la costituzione stessa risponda alle esigenze dell'organizzazione della produzione.
Nello stesso modo, ricorrendo le condizioni di cui al comma precedente, possono essere trasformati in obbligatori i consorzi costituiti volontariamente (att. 111).


Quindi l'illegittimità di un tale intervento sarebbe davvero difficile da dimostrare.

Conseguenza: è meglio che gli editori locali di TV di piccole dimensioni si rassegnino. :evil5:
 
ok, le frequenze sono dello stato e ne può fare quello che vuole quando vuole senza dover chiedere a nessuno il permesso.

ma questi operatori vengono sbattuti da una parte all altra senza saperlo, e fino a prova contraria adeguare la copertura non e uno scherzo neanche per loro, come non lo e neanche fare accordi commerciali, affittare capacita trasmissiva a emittenti terze, ecc.

quindi una forma di rispetto per degli imprenditori andrebbe garantita, e invece qui si cambiano ogni giorno le carte in tavola. must carry, impossibilità prima di ospitare emittenti nazionali e adesso invece si, masterplan che stravolgono lo spettro frequenziale analogico, emittenti che si trovano sbattute su queste frequenze lte senza un criterio e logica, e rimangono con il cerino in mano...

e a questo si aggiunge l impossibilita di discuterne seriamente prima, con le porte delle sedi competenti sempre chiuse al dialogo, e poi tanto per non farci mancare niente, la minaccia di liberazione coatta delle frequenze.

mi sembra un po troppo, non credi?
 
L'ha deciso l'UE che le frequenze 800MHz vanno liberate, mica il Governo. È vero che poteva non assegnare quelle frequenze con i nuovi switch off, però le locali hanno poco di cui lamentarsi. L'LTE non è un'invenzione del governo italiano che vuole distruggere le piccole emittenti locali.
 
388 ha scritto:
È vero che poteva non assegnare quelle frequenze con i nuovi switch off, però le locali hanno poco di cui lamentarsi.
eh no, non mi sembra una cosa da poco questa. fare subito delle assegnazioni escludendo le frequenze lte avrebbe gia delineato meglio il quadro frequenziale, avrebbe costretto fin da subito a delle soluzioni per attuarlo, e non rimandando tutto all ultimo come e stato fatto. a questo si aggiunge che tutta questa incertezza e confusione non puo che aver costretto delle emittenti a mettere in stand-by dei progetti e degli accordi, il che equivale ad un lento trascinarsi con progetti ridimensionati e in sospeso in questa fase, in attesa di capire come si evolvera la situazione. pero intanto che tutto e in standby, i costi di gestione li devono mettere, quindi ad oggi probabilmente i bilanci non penso siano proprio rosei... non mi sembra cosi irrilevante la mossa di non avere preso decisioni fin da subito
 
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