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Missione ExoMars: l'Italia atterra su Marte

Papu

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Missione ExoMars: l'Italia arriva su Marte

Italy Goes to Mars, su Sky TG24 HD programmazione dedicata alla missione italiana


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I dettagli tecnici della missione: https://it.wikipedia.org/wiki/ExoMars


1a fase dal 2016:
TGO (sonda principale in orbita) + lander Schiaparelli (modulo di test che atterra su Marte)

2a fase dal 2020:
rover vero e proprio che si sposta sulla superficie di Marte, sfrutta i dati e tecnologie di atterraggio testati da Schiaparelli


> 19/10/16:
oggi pomeriggio atterra il lander Schiaparelli, l'atterraggio è previsto per le 16,48 (ore italiane) e dopo una decina di minuti dovrebbe raggiungere la Terra il suo primo debole segnale.


Alcuni link:

diretta streaming Sky TG24 che seguirà l'evento dalle 16.30: http://tg24.sky.it/tg24/diretta.html
diretta streaming e/o contributi vari Agenzia Spaziale Italiana: http://www.asitv.it/media/live_streaming
diretta streaming e/o contributi vari ESA: http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/ExoMars/Watch_ExoMars_arrival_and_landing

video simulazione atterraggio Schiaparelli: http://www.asitv.it/media/vod/v/3229/video/schiaparelli-la-discesa-finale

alcune news:
http://www.corriere.it/scienze/16_o...so-04944958-9566-11e6-8f55-24146b53eddf.shtml
https://www.ansa.it/scienza/notizie...rte_fb37d032-6981-4c22-a461-f60e0adeec37.html
 
Ultima modifica:
Sentendo su Sky TG24 dovrebbe essere atterrato ma ne avremo conferma solo alle 18,33.
Magari non ricevono bene il segnale diretto suolo Marte >>> Terra, quindi se non riescono così, proveranno con un segnale più forte e stabile suolo Marte >>> sonda orbita Marte >>> Terra.

Edit: TGO che è la sonda in orbita è uscita dalla zona d'ombra e comunica con la Terra, tra i dati inviati a minuti dovrebbe arrivare la conferma che Schiaparelli sia atterrato e che abbia comunicato con la sonda in orbita. Tra l'altro la sonda dovrebbe essere ancora in fase di manovra, operazione che dura anche fino a domani, per entrare nell'orbita prevista.
 
Ultima modifica:
Ecco abbiamo fatto la nostra bella figura. :doubt:
Una soluzione era di copiare le tecnologie di atterraggio della NASA rodate da decenni, invece abbiamo voluto fare di testa nostra partendo da zero.
Sembrava tutto troppo in mano ai computer, tutto automatizzato e con contatti minimi con la Terra (tanti dati in ricezione ma pochi invii da Terra coi comandi di atterraggio... poi magari sbaglio io...). E il computer prontamente si sarà inceppato nelle fasi decisive.
Pare che lo scudo termico e il paracadute si siano staccati troppo presto, e anche i motori o razzi per l'ultima fase di atterraggio hanno funzionato per pochissimi secondi, ma avessero anche funzionato era ancora troppo in quota e si sarebbe schiantato ugualmente.
Fortunatamente la sonda in orbita è perfettamente operativa.
I dati dello Schiaparelli in parte serviranno ugualmente per le revisioni al sistema di atterraggio, visto che tra pochi anni manderanno il rover vero e proprio. Sempre che non decidono di passare a sistemi più collaudati.
 
Il guaio e che la NASA e l'Agenzia Spaziale Russa non forniscono dati tecnici sulle loro "missioni marziane", quindi il "fare di testa propria" è stata una scelta obbligata, infatti lo stesso problema lo ebbero i giapponesi con la loro missione.
Purtroppo lo scambio, di dati e informazioni di tipo tecnico tra Agenzie su questo tipo di missioni, è ai minimi termini, almeno per ora.
Personalmente avrei preferito che si fosse scelta la strada di una collaborazione con i nipponici in luogo di quella con i russi.
Comunque a prescindere dall'esito, è stata una grande prova dell'ingegno e della capacità Italiane, in fondo le Nazioni in grado di produrre simili tecnologie si contano sulle dita di una mano e tra queste c'è e ci sarà l'Italia.

Inviato da mTalk
 
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Certo poi chiudiamo anche l'ASI così risparmiamo altri soldi,

Inviato da mTalk
 
Le spedizioni spaziali dovrebbero essere organizzate da tutte le varie Agenzie mondiali insieme....ci sarebbero tante teste che condividono le varie idee, così le spese sarebbero più contenute per ogni Stato.....o no?

Inviato dal mio Moto E2 (4G) da Tapatalk.
 
Non pensavo di doverlo ancora fare:

6 maggio 1970

Cara suor Maria Gioconda,

la sua è una delle tante lettere che ricevo ogni giorno, ma mi ha toccato più profondamente delle altre perché viene da un cuore compassionevole e da una mente profonda. Cercherò di rispondere meglio che posso alla sua domanda.

Prima, tuttavia, desidero esprimere la mia grande ammirazione per lei e per tutte le altre sue coraggiose sorelle, perché state dedicando le vostre vite alla più nobile causa umana: aiutare il proprio prossimo in difficoltà.

Lei chiede nella sua lettera come abbia potuto proporre la spesa di miliardi di dollari per organizzare un viaggio su Marte, in un momento in cui molti bambini su questa Terra muoiono di fame. Lo so che non si aspetta una risposta del tipo “Oh, non sapevo che ci fossero bambini che muoiono di fame, d’ora in poi mi asterrò dalla ricerca spaziale fino a quando il genere umano non avrà risolto la questione!”. In effetti, ho iniziato a essere a conoscenza del problema della fame nel mondo ben prima di sapere che fosse tecnicamente possibile un viaggio verso Marte. Tuttavia, credo – come molti altri miei amici – che viaggiare verso la Luna e forse un giorno verso Marte e altri pianeti sia un’iniziativa che dovremmo affrontare ora, e penso anche che questi tipi di progetti, nel lungo termine, possano contribuire alla soluzione dei gravi problemi che affliggono la Terra molto di più di altri progetti discussi ogni anno, e che portano spesso a risultati tangibili solo dopo molto tempo.

Prima di spiegarle come il nostro programma spaziale possa contribuire alla soluzione dei problemi qui sulla Terra, vorrei raccontarle una storia che pare sia vera e che potrebbe aiutarla a comprendere l’argomento. Circa 400 anni fa, in una cittadina della Germania viveva un conte. Era uno di quei nobili buoni ed era solito dare buona parte dei propri guadagni ai suoi concittadini poveri: erano gesti molto apprezzati, perché c’era molta povertà e le ricorrenti epidemie causavano seri problemi. Un giorno, il conte incontrò uno sconosciuto. Aveva un banco di lavoro e un piccolo laboratorio nella sua abitazione, lavorava sodo di giorno per avere qualche ora ogni sera per lavorare nel suo laboratorio. Metteva insieme piccole lenti ottenute da pezzi di vetro; le montava all’interno di alcuni cilindri e le utilizzava per osservare oggetti molto piccoli. Il conte fu affascinato da ciò che si poteva vedere attraverso quegli strumenti, cose che non aveva mai visto prima. Invitò l’uomo a trasferire il suo laboratorio nel castello, diventando un incaricato speciale per la realizzazione e il perfezionamento dei suoi strumenti ottici.

La gente in città, tuttavia, si arrabbiò molto quando capì che il conte stava impegnando il proprio denaro in quel modo senza uno scopo preciso. «Soffriamo per la peste», dicevano, «mentre lui paga quell’uomo per i suoi passatempi inutili!». Ma il conte rimase fermo sulle sue posizioni. «Vi do tutto quello che posso», disse, «ma darò sostegno anche a quest’uomo e al suo lavoro, perché sento che un giorno ne verrà fuori qualcosa di buono!».

E in effetti qualcosa di buono avvenne, anche grazie al lavoro di altre persone in diversi luoghi: l’invenzione del microscopio. È noto che questa invenzione ha contributo più di molte altre idee al progresso della medicina, e che l’eliminazione della peste e di altre malattie contagiose in molte parti del mondo sia stata possibile in buona parte grazie agli studi resi possibili dal microscopio.*Dedicando parte del proprio denaro alla ricerca e alla scoperta di nuove cose, il conte contribuì molto di più a dare sollievo dalla sofferenza umana rispetto a ciò che avrebbe potuto fare dando tutto i propri soldi ai malati di peste.

La situazione cui ci troviamo davanti oggi è simile in molti aspetti a quella che le ho appena raccontato. La presidenza degli Stati Uniti spende circa 200 miliardi di dollari nel proprio bilancio annuale. Questi soldi vanno alla salute, all’istruzione, allo stato sociale, al rinnovamento delle strutture urbane, alle autostrade, ai trasporti, agli aiuti all’estero, alla difesa, alla conservazione del territorio, alla scienza, all’agricoltura e a molte altre realtà all’interno e all’esterno del paese. Circa l’1,6 per cento del budget è stato destinato alla ricerca spaziale quest’anno. Il programma spaziale comprende il Progetto Apollo e molti altri progetti più piccoli legati alla fisica dello spazio, all’astronomia, alla biologia nello spazio, allo studio dei pianeti, all’analisi delle risorse della Terra e all’ingegneria spaziale. Per rendere possibile questa spesa per il programma spaziale, lo statunitense medio con un reddito annuo di 10mila dollari paga circa 30 dollari, con le imposte, per il programma spaziale. Il resto dei suoi soldi, 9.970 dollari, rimangono per la sua sussistenza, per il pagamento di altre imposte, il suo divertimento e per i suoi risparmi.

Ora lei probabilmente mi chiederà: “Perché non prendete 5 o 3 o 1 dollaro di questi 30 pagati dal contribuente medio e non li destinate ai bambini che muoiono di fame?”. Per rispondere a questa domanda, devo spiegarle brevemente come funziona l’economia in questo paese. La situazione è inoltre molto simile in altri paesi. Il governo è costituito da una serie di ministeri (Interno, Giustizia, Salute, Educazione, Stato Sociale, Trasporti, Difesa, eccetera) e da alcuni uffici (National Science Foundation, National Aeronautics and Space Administration e altri). Tutti questi ogni anno preparano un budget sulla base degli incarichi che hanno ricevuto, e ognuno deve poi difendere il proprio budget dal meticoloso lavoro di controllo delle Commissioni del Congresso e dall’Ufficio che si occupa del budget nazionale e dalla presidenza. Quando i fondi sono infine destinati dal Congresso, li possono spendere solamente per le cose specificate nel bilancio.

Il budget della NASA, naturalmente, può essere organizzato solamente per la spesa di risorse legate direttamente all’aeronautica e allo spazio. Se questo budget non venisse approvato dal Congresso, i fondi proposti non utilizzati non diventerebbero disponibili per qualcos’altro; non sarebbero semplicemente prelevati dai contribuenti, salvo la destinazione di quei fondi per l’espansione del budget di un altro ufficio/ministero. Capirà da questa breve descrizione che il sostegno per i bambini affamati, o meglio un aumento dell’impegno profuso già dagli Stati Uniti per questa nobile causa nella forma di aiuti verso l’estero, può essere solo ottenuto se il ministero competente fa richiesta per una linea di credito a questo scopo, e solo se la richiesta viene poi approvata dal Congresso.

Ora lei potrebbe chiedermi se io sia a favore o meno di una mossa di questo tipo da parte del nostro governo. La mia risposta è un sì convinto. Difatti, non avrei alcun problema nel sapere che le mie tasse vengono aumentate di qualche dollaro allo scopo di sfamare i bambini affamati, ovunque si trovino.

So che tutti i miei amici la pensano allo stesso modo. Tuttavia, non potremmo portare in vita un simile programma semplicemente rinunciando a fare progetti per i viaggi verso Marte. Al contrario, penso addirittura che lavorando al programma spaziale posso dare il mio contributo per alleviare e forse risolvere gravi problemi come la povertà e la fame sulla Terra. Alla base del problema della fame ci sono due fattori: la produzione di cibo e la distribuzione del cibo. La produzione del cibo attraverso l’agricoltura, l’allevamento, la pesca e altre operazioni su larga scala è efficiente in alcune parti del mondo, ma radicalmente disastrosa in molte altre parti. Per esempio: le grandi aree di terreno potrebbero essere utilizzate molto meglio se venissero applicati sistemi più efficienti di irrigazione, di fertilizzazione, di previsione del tempo, di piantumazione, di selezione dei campi, di calcolo dei tempi per le coltivazioni e di pianificazione.

Il miglior strumento per migliorare questi fattori è, indubbiamente, lo studio della Terra con satelliti artificiali. Orbitando intorno al pianeta, i satelliti possono monitorare grandi aree di terreno in poco tempo, possono osservare e misurare l’ampia serie di variabili che indicano lo stato e le condizioni dei campi, del suolo, delle precipitazioni eccetera, e possono inviare queste informazioni sulla Terra. Si stima che anche un piccolo sistema di satelliti con il giusto equipaggiamento possa far aumentare la produzione dei campi per molti miliardi di dollari.

La distribuzione del cibo per chi ne ha bisogno è un problema totalmente diverso. La questione non è tanto legata alla possibilità di distribuire grandi volumi, bensì di cooperazione internazionale. Chi controlla un piccolo paese spesso non è a proprio agio con l’idea di ricevere grandi quantità di cibo inviate da una nazione più grande, semplicemente perché teme che insieme con il cibo arrivi anche una maggiore influenza dall’estero. Un efficiente sollievo dalla fame, temo, non arriverà fino a quando tutti i confini tra le nazioni non saranno diventati più labili di adesso. Non penso che l’esplorazione spaziale porterà a questo miracolo dall’oggi al domani. Tuttavia, il programma spaziale è certamente uno dei più promettenti e potenti elementi che lavorano in questa direzione.

Mi permetta di ricordarle la recente tragedia sfiorata dell’Apollo 13. Quando ci siamo avvicinati al momento cruciale del rientro dei nostri astronauti, l’Unione Sovietica ha interrotto tutte le comunicazioni radio russe sulle bande di frequenza usate dal Progetto Apollo per evitare possibili interferenze, e navi russe hanno stazionato nel Pacifico e nell’Atlantico nel caso fosse stata necessaria un’operazione di recupero di emergenza. Se la capsula che trasportava gli astronauti fosse ammarata vicino a una nave russa, i russi si sarebbero senza dubbio dati da fare al pari di quanto avrebbero fatto se ci fossero state in gioco le vite dei loro cosmonauti. Se i loro viaggiatori nello spazio un giorno si dovessero trovare in condizioni di emergenza simili, gli statunitensi farebbero senza alcun dubbio la stessa cosa.

La maggiore produzione di cibo attraverso sistemi di monitoraggio in orbita, e una migliore distribuzione del cibo attraverso migliori relazioni internazionali, sono due esempi di come il programma spaziale possa influenzare la vita sulla Terra. Vorrei ancora citarle due esempi: lo stimolo a ideare nuove tecnologie, e la creazione di conoscenza scientifica.

Le necessità di alta precisione e affidabilità imposta per i componenti di una navicella spaziale per viaggiare verso la Luna sono state senza precedenti nella storia dell’ingegneria. Lo sviluppo di sistemi che raggiungano questi severi requisiti ci ha dato una grande opportunità per trovare nuovi materiali e metodi, per inventare migliori sistemi tecnologici, per realizzare nuove procedure, per allungare la vita delle strumentazioni, e anche per scoprire nuove leggi della natura.

Tutte queste nuove conoscenze tecniche sono ora disponibili anche per applicazioni legate a tecnologie per la Terra. Ogni anno circa mille nuove innovazioni create dal programma spaziale trovano il loro impiego nelle tecnologie qui sulla Terra, e portano a migliori sistemi per la cucina, per le coltivazioni, a migliori navi e aeroplani, a migliori sistemi per le previsioni del tempo, a migliori comunicazioni, a migliori strumenti sanitari, a migliori utensili e strumenti che usiamo nella vita di tutti i giorni. Probabilmente lei ora si chiederà perché dobbiamo prima sviluppare un piccolo sistema di sostegno per la vita per far viaggiare sulla Luna i nostri astronauti, invece di poter costruire un sensore per monitorare il cuore dei pazienti. La risposta è semplice: i progressi significativi nella soluzione di problemi tecnici non sono spesso realizzati attraverso un approccio diretto, ma tramite obiettivi più grandi e ambiziosi che portano a una maggiore motivazione per l’innovazione, che spingono l’immaginazione oltre e fanno sì che gli uomini diano il loro meglio, e che innescano catene a reazione.

Il volo spaziale senza dubbio riveste questo ruolo. Il viaggio verso Marte non sarà certo una fonte diretta di cibo per sfamare gli affamati. Tuttavia, porterà a così tante nuove tecnologie e potenzialità che le ricadute da questo progetto da sole avranno un valore di molto superiore ai costi.

Oltre alla necessità di nuove tecnologie, c’è la continua grande necessità di realizzare nuove scoperte scientifiche, se vogliamo migliorare le condizioni della vita umana sulla Terra. Abbiamo bisogno di più conoscenze nei campi della fisica, della chimica, della biologia, e soprattutto nella medicina per affrontare tutti quei problemi che minacciano l’esistenza della vita umana: la fame, le malattie, la contaminazione del cibo e delle acque, l’inquinamento e i cambiamenti ambientali.

Abbiamo bisogno di più donne e uomini che scelgono di seguire una carriera scientifica e abbiamo bisogno di un migliore sistema di sostegno per quegli scienziati che dimostrano di avere il talento e la determinazione di impegnarsi in lavori di ricerca fruttuosi. Devono essere raggiungibili obiettivi di ricerca ambiziosi, e deve esserci sostegno a sufficienza per i progetti di ricerca. Di nuovo, il programma spaziale con le sue meravigliose opportunità legate alle ricerche sulle lune e i pianeti, sulla fisica e l’astronomia, sulla biologia e la medicina, è uno stimolo ideale per indurre quella reazione tra lavoro scientifico, opportunità di osservare fenomeni naturali, e il sostegno necessario per portare avanti la ricerca.

Tra tutte le attività che sono dirette, controllate e finanziate dal governo statunitense, il programma spaziale è certamente l’attività più visibile e discussa, anche se consuma solamente l’1,6 per cento del budget nazionale e il 3 per mille del prodotto interno lordo nazionale. Come stimolo per lo sviluppo di nuove tecnologie e per la ricerca nelle scienze non ha altri pari. E per questo, potremmo anche dire che il programma spaziale si sta facendo carico di una funzione assunta per tre o quattro millenni dalla guerra.

Quanta sofferenza umana potrebbe essere evitata dalle nazioni, se invece di competere con il lancio di bombe dagli aeroplani e dai razzi ci fosse una competizione per viaggiare verso la Luna! Questa competizione promette grandi vittorie, ma non lascia spazio all’amara sconfitta che porta a nient’altro che alla vendetta e a nuove guerre.

Anche se il nostro programma spaziale sembra portarci via dalla Terra verso la Luna, il Sole, i pianeti e le altre stelle, penso che nessuno di questi corpi celesti troverà la stessa attenzione dedicata dagli scienziati dello spazio verso la Terra. Avremo una Terra migliore, non solo grazie a tutte le nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche che potremo applicare per migliorare la vita, ma anche perché iniziamo ad apprezzare meglio il nostro pianeta, la vita e l’uomo.

La fotografia che allego a questa lettera mostra una vista della Terra realizzata dall’Apollo 8 quando era in orbita intorno alla Luna nel Natale del 1968. Di tutti i meravigliosi risultati raggiunti fino a ora dal programma spaziale, questa foto forse è la cosa più importante. Ci ha aperto gli occhi sul fatto che la nostra Terra è una bellissima e preziosa isola sospesa nel vuoto, e che non c’è altro posto per noi in cui vivere se non il sottile strato di superficie del nostro Pianeta, circondato dal nulla scuro dello spazio. Mai così tante persone si erano accorte prima quanto sia limitata la nostra Terra, e quanto sarebbe pericoloso alterare il suo equilibrio ecologico. Da quando questa foto è stata pubblicata, in molti si sono fatti sentire per raccontare i problemi e le sfide per l’uomo di questi tempi: l’inquinamento, la fame, la povertà, la vita nelle città, la produzione di cibo, il controllo delle acque, la sovrappopolazione. Non è sicuramente successo per caso se abbiamo iniziato a renderci conto di queste enormi sfide nel momento in cui l’era spaziale ai suoi primordi ci ha mostrato come appare il nostro Pianeta.

Fortunatamente, l’era spaziale non è solamente uno specchio per vedere noi stessi, è anche una risorsa che ci dà le tecnologie, la motivazione e anche l’ottimismo per affrontare questi problemi con fiducia. Ciò che impariamo dal nostro programma spaziale, penso, segue pienamente ciò che aveva in mente Albert Schweitzer quando disse: “Guardo al futuro con preoccupazione, ma con buona speranza”.

I miei migliori auguri per lei e per i suoi bambini, sempre.

Con viva cordialità,

Ernst Stuhlinger
 
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@codename85
La lettera che hai pubblicato vale più di mille risposte, se non ci fossero i sognatori nella scienza e chi è disposto a finanziarli, oggi viaggeremo ancora con i treni alimentati a carbone e moriremo per un raffreddore.

Inviato da mTalk
 
tutto molto bello in teoria, purtroppo le scoperte scientifiche servono soprattutto ad alimentare l'apparato bellico che grazie alla grande sete di potere, spinge le nazioni nell'ormai infinita spirale delle guerre e delle ingiustizie che creano sempre piu fame, ignoranza, divario sociale, e malattie nei paesi poveri e non.
 
Ci vorrebbe un'invasione aliena per capire quanto siamo stupidi a farci le guerre e restare divisi tra di noi. La scienza bellica e spaziale dovrebbe essere unita e servire per difenderci da eventuali terzi interessati al nostro pianeta, e non per distruggerci uno con l'altro. In questo modo il danaro avrebbe un valore molto esiguo, e ciò che conterà sarà solo la vita.
 
potremmo essere noi a poterci interessare a "terzi" se non altro per imparare finalmente qualcosa di saggio e smetterla di ragionare come nel medio evo (mica é detto che siano ostili), e in questo la ricerca spaziale é utile, ma anche in questo ambito (sicuramente gia accaduto) ne hanno sempre fatto un segreto militare!
 
Se la discussione resta aperta si può correggere il titolo principale (ho provato ma non riesco a cambiarlo) mettendo arriva invece di atterra?
Perchè arrivati siamo arrivati, abbiamo la sonda italiana-europea-russa in orbita, mentre ovviamente non siamo atterrati.
L'Italia ha fatto la sua parte con l'Alenia di Torino e forse anche altri gruppi, con le parti sostanziose della missione e anche con strumenti scientifici più piccoli a bordo della sonda, e poi vari tecnici e responsabili dell'Esa sono italiani. Purtroppo ci siamo un po' scottati partendo da zero avendo pochi dati che americani e russi tengono segreti, è come se noi (italiani ma anche europei) fossimo partiti decenni dopo a loro e anche loro, i primi tentativi, non furono positivi. Tempo che se andiamo avanti da soli, ci vorranno altre missioni di prova e anni per fornire una tecnologia di atterraggio sicura.
 
Considerando che mezza Europa è filoamericana e l'altra metà filorussa, non c'è da meravigliarsi che tengano segrete le loro tecnologie...
 
L'ASA (agenzia spaziale europea) ancora sta analizzando, ovviamente, la situazione, cercando di capire perché il computer di bordo abbia spento i retrorazzi a 3 secondi dall'accensione invece dei 30 previsti. Il Lander è stato lasciato "in balia di Marte" come è stato affermato. Gli scienziati non hanno perso le speranze di poter riavvistare Schiaparelli.
 
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