confermata la crisi di e'tv
Lo stipendio di agosto a è-tv arriva "a rate" e il sindacato chiede un incontro con la dirigenza del network, di proprietà del Gruppo Spallanzani di Reggio Emilia, per verificare se "il problema finanziario è solo contingente o se invece ci sono motivi più ampi di preoccupazione", in un momento in cui sono tanti i gruppi editoriali pronti a dichiarare lo stato di crisi.
"La lettera indirizzata a Giovanni Mazzoni, direttore responsabile, partirà immediatamente — dice infatti Alessio Festi, coordinatore regionale della Slc-Cgil che si occupa dei lavoratori della comunicazione — sappiamo che c’è stato un problema finanziario di liquidità, vogliamo sapere se dietro a questa modalità di dare lo stipendio diviso tra un acconto e un saldo finale ci sono incertezze più grosse".
Intanto, i "problemi tecnici" si moltiplicano, nella gestione ordinaria dell’emittente, che conta circa 60 dipendenti, cifra che arriva a 128 contando anche i lavoratori dei quotidiani del gruppo, tra cui, dall’inizio dell’anno, figura anche "L’Informazione-Il Domani", ceduto da Legacoop. Sabato scorso, per il derby Bologna-Fiorentina, è-tv non ha potuto trasmettere immagini dallo stadio per un guasto e la giornalista Sabrina Orlandi è rientrata in studio a commentare la partita. Ma già sabato, da Bari, i collegamenti dovrebbero essere irradiati regolarmente. Dal primo agosto s’è dimesso uno dei membri del consiglio di amministrazione, Paolo Giovanardi, e ancora, fin qui, non è stato sostituito. Ai sindacati risulta pure un ritardo nell’e rogazione del contributo pubblico per l’editoria, che avrebbe prodotto un ammanco di svariati milioni di euro.
Sul futuro del gruppo pesa anche l’incognita se il contratto di solidarietà dei giornalisti de "L’informazione-Il Domani", che prevede una riduzione dell’orario di lavoro del 25%, terminerà il 31 agosto o verrà prorogato per un altro anno. Ma i giornali non sembrano il problema principale nei bilanci del gruppo, se è vero che, come dice Mazzoni, "con gli aggiustamenti doverosi, ci sono le condizioni per chiudere i bilanci della carta stampata in pareggio". Le nubi sembrano addensarsi sul destino dell’ emittente, che ha una situazione anomala, rispetto alle altre reti locali. "Le reti locali tradizionalmente hanno un numero molto ristretto di dipendenti — dice Mazzoni — mentre noi siamo tanti, 60 solo per la tv, molti dei quali giornalisti". Una crisi del settore che travolge i grandi gruppi certo non può risparmiare i piccoli, accomunati dalle stesse difficoltà economiche e di reperimento degli inserzionisti pubblicitari.
"I problemi sono quelli di una crisi complessiva dell’editoria e per questo sono comuni a tutto il settore. Purtroppo bisogna prendere atto di una situazione troppo problematica — dice infatti il direttore responsabile — bisogna vedere se si deciderà di rimediare con interventi strutturali comuni a tutti o con correzioni dell’esistente che ognuno dovrà apportare per sé. Mi sembra sia questa la linea che sta prevalendo". Per ora comunque c’è la disponibilità a incontrare i sindacati, per fare un punto della situazione.