Non sempre...
Attenzione a non immaginare le riflessioni delle onde radio come una pallina che rimbalza sul bordo del tavolo da biliardo.
In realtà, le riflessioni non sono un "rimbalzo" ma una re-irradiazione vera e propria. Il segnale radioelettrico investe un materiale elettricamente "eccitabile" che inizia a risuonare con le stesse caratteristiche e ritrasmette (una parte) del segnale.
Naturalmente, questa re-irradiazione è maggiore o minore a seconda della superficie/dimensioni del riflettore, con effetti particolarmente pronunciati di re-irradiazione quando per via delle dimensioni, è prossimo alla risonanza. (se qualcuno ha mai visto l'esperimento dei due diapason, il principio è lo stesso)
Le riflessioni possono dar luogo a verre e proprie rotazioni di polarizzazione solo nel caso in cui il mezzo riflettente sia in movimento, ad esempio la ionosfera per le onde corte. In questo caso, una polarizzazione lineare (orizzontale o verticale) può diventare circolare od ellittica
Le riflessioni (o meglio ancora le diffrazioni) possono invece distruggere la discriminazione di polarizzazione.
Immaginamo di installare un'antenna a 45°, anzichè verticale od orizzontale: l'antenna riceverà tanto i segnali in polarizzazione orizzontale che quelli in verticale ed il prezzo da pagare sarà un'attenuazione di 3 dB.
Ebbene, lo stesso effetto possiamo ottenerlo installando l'antenna trasmittente a 45°, cosicche il segnale verrà ricevuto con una minima attenuazione (3dB) tanto dalle antenne riceventi poste in verticale che da quelle in orizzontale.
Immaginamo allora il costone di una montagna, magari inclinato di 45°, che reirradia una parte del segnale ricevuto (diffrazione). Questa re-irradiazione verrà captata con un'attenuazione minima sia da un'antenna polarizzata orizzontalmente che da una polarizzata verticalmente.
