luchinho ha scritto:
Detto che la recessione statunitense è ormai certa, si aprono due scenari:
- una fase di recessione per 2 trimestri che avrebbe effetti intensi ma brevi e facilmente superabili con politiche monetarie ed economiche rigorose (opzione che tutti speriamo ma che putroppo appare improbabile);
- una fase di recessione molto più profonda con effetti lunghi e difficili da contrastare... con cali dei prezzi delle commodity, indebolimento ulteriore del dollaro, difficoltà di export per l'europa... sfiducia generalizzata dei mercati.. calo dei consumi.. rialzo dei prezzi.. calo dei salari... shock globale (ricordate il Giappone nel 1989?)
La crisi americana è nei fatti: ha le sue radici profonde addirittura negli anni '80, allorché la politica economica reganiana ha prodotto il "miracolo" di tagli fantasmagorici delle tasse con contemporaneo aumento delle spese federali ( quelle militari soprattutto ). I conseguenti deficit che si sono accumulati da allora sono stati coperti esclusivamente con l'emissione di titoli di debito della Federal Reserve e/o con la semplice stampa di carta moneta ( i dollari ): ovverosia con una montagna di carta...
Una economia gestita in questo modo avrebbe portato al fallimento qualunque altra nazione: ma non gli USA... La loro moneta, infatti, non ha paradossalmente perso valore ( o, almeno, non quanto avrebbe dovuto se a determinarlo fosse stato solo il rapporto moneta circolante - ricchezza REALE ) ed è stata acquistata da tutti gli altri Paesi del Mondo ( tempo fa lessi una statistica secondo la quale per ogni dollaro circolante negli USA ce ne sono 3 nel resto del Pianeta...

).
I nodi, però, prima o poi vengono al pettine: e uno dei ( tanti... ) punti scatenanti, secondo me, è stata l'introduzione dell'Euro, che, creando di fatto, una alternativa al dollaro come moneta di riserva internazionale, ha fatto perdere alla moneta USA quel ruolo centrale che ha sempre avuto dal dopoguerra in poi...
Da qui il trasferimento di capitali da una valuta all'altra e il progressivo calo del dollaro, calo che, a mio parere, è ben lontano dall'aver raggiunto il suo punto di equilibrio ( scenderà ancora: quell'equilibrio moneta circolante - ricchezza REALE è ben lontano dall'essere raggiunto ... ).
Per rallentarle il calo ( e per attenuare il conseguente primo effetto negativo di una svalutazione, cioè l'aumento dell'inflazione... ), la FED ha tentato ( stupidamente, a mio parere...

) negli anni scorsi, la classica carta della politica monetaria, ovverosia l'aumento dei tassi di interesse...
Come si suol dire, la toppa è stata peggio del buco: l'aumento dei tassi ha provocato, indirettamente, la crisi dei mutui subprime che sta travolgendo il sistema bancario americano ( e non solo...

). E l'attuale rinsavimento ( con le progressive marce indietro del Presidente Bernake... ) serve a poco: ormai il danno è fatto!
Il problema è che, come tutti sanno, siccome l'economia USA non è come quella di un qualunque altro Paese, le conseguenze si scaricano, con un potente effetto domino, su tutti gli altri: se l'economia USA va in recessione, allora TUTTO il mondo va in recessione, visto che quello americano, alimentato dal generoso deficit-spending federale, è il principale mercato di sbocco di TUTTE le maggiori economie mondiali...
luchinho ha scritto:
Un consiglio a tutti coloro che posseggono azioni in Borsa. Parlo solo di azioni.
Vendetele!!!
(Lo so che una vendita globale di azioni crea disagio economico e accentuazione della crisi, ma pensate a voi stessi)
Io andrei cauto con questi consigli... O, meglio, se le azioni che possedete sono ancora in terreno positivo o minimamente negativo, OK, può andar bene vendere ed aspettare tempi migliori...
Ma se, per caso, avete GIA' perso un sacco di soldi, a mio parere, vale la pena aspettare prima di certificare la perdita... Io credo che, nel breve - medio periodo, ci saranno altri momenti di ripresa dei mercati, in modo particolare perchè INEVITABILMENTE, nonostante la sua retrosia, anche la BCE dovrà necessariamente acconciarsi a ridurre i tassi in Europa: questo significherà riduzione delle rate dei mutui, riduzione dell'indebitamento dello Stato Italiano ( fortunato il prossimo governo...

) che potrà, pertanto, iniettare risorse nel sistema riducendo le tasse e/o aumentando gli investimenti.
Inoltre la tua analisi non tiene conto del possibile effetto positivo che verrebbe dagli USA qualora dalle elezioni di novembre uscisse una CHIARA leadership, possibilmente di un Presidente con un Quoziente Intellettivo migliore rispetto a quello dell'attuale ( oddio, ci vuole poco per la verità...

).
Poi, sul medio -lungo periodo, invece, do' ragione anche io ai pessimisti: i nodi da sciogliere, rimandati per tanto tempo, sono troppi e l'America ( ne ho parlato anche in un altro thread... ) è condannata ad una lunga, strisciante crisi che non potrà non coinvolgere, almeno in prima istanza, anche il nostro Paese e l'intera Europa.
luchinho ha scritto:
Studi dell'Economist hanno previsto un calo dei titoli automobilistici, energetici e tecnologici di circa il 35% in tre mesi.
Pensate solo che il titolo FIAT (in migliore blue chip in Italia degli ultimi 3 trimestri) ha perso in solo 3 giorni il 17%.
L'incredibile rialzo del titolo Fiat negli ultimi anni ha, per me, dell'inesplicabile...
Non capisco: una Società per cui, pochissimi anni fa, la General Motors ( dico: la General Motors...

) è stata disposta a versare a fondo perduto ben un miliardo di dollari pur di non doverla acquistare, improvvisamente diventa una Società modello, degli enormi debiti non si parla più e, addirittura, riprende a distribuire dividendi...
Eppure non è che io ho visto, improvvisamente, le strade italiane ( non parliamo di quelle europee... ) straboccare di auto Fiat... Mah...
