l’Agcom apre istruttoria sul calcolo dei canali Tv e rispetto della quota del 20%

blino

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Altroconsumo: esposto per il superamento del tetto sulle frequenze da parte RTI

Altroconsumo ha depositato oggi un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni contro R.T.I. spa per violazione delle disposizioni del Testo Unico della radiotelevisione a tutela del pluralismo e della concorrenza [...]

Il numero complessivo di programmi nazionali editi e diffusi da R.T.I. (Gruppo Mediaset) su frequenze terrestri supera abbondantemente il limite del 20% imposto dalla legge.

R.T.I. secondo i calcoli di Altroconsumo detiene il 29,7% del totale, essendo titolare di almeno quattordici palinsesti televisivi. [...]

http://www.digital-sat.it/new.php?id=17554

N.B.: non ho trovato altre discussioni aperte sull'argomento, se fosse un doppio me ne scuso.
 
Anche questa iniziativa probaiblmente si perderà nel vuoto, come tutte le altre.
 
certo che si perde nel vuoto e sappiamo anche il perchè...comunque è vero mediaset è fuori da sempre da qualunque limite antitrust e adesso pure da quelli della gasparri che loro stessi si sono scritti

non per questo non è vero
 
Domanda da uomo della strada: come avviene l'apertura di un nuovo canale?

A) Si chiede l'autorizzazione all'AGCOM che controlla i vincoli dell'antitrust e poi da o nega l'OK?
B) Si apre quello che si vuole senza chiedere niente a nessuno e poi se non va bene si agisce dopo ma tanto siamo in Italia e non si fa mai niente?
 
Si devono chiedere le autorizzazioni al Ministero delle telecomunicazioni, quello è ovvio. L' Antitrust non so quando subentri, ma forse si attiva in caso di titolarità di più concessioni allo stessa azienda.
 
Gpp ha scritto:
Si devono chiedere le autorizzazioni al Ministero delle telecomunicazioni, quello è ovvio. L' Antitrust non so quando subentri, ma forse si attiva in caso di titolarità di più concessioni allo stessa azienda.
Terra dei cachi!
 
Cadrà nel vuoto pure questa, come l'illegalità di Rete4 che da 20 anni circa anni non è stata ancora sistemata...
 
-Pronto Antitrust?

-Sì, dica...

-Sono AGCOM, tutto bene?

-Ciao carissimo, si bene, che mi racconti?

-Ho qua uno, RTI, vuole aprire 14 canali, cosa faccio?

-14? Un attimo che controllo, 50 canali nazionali a gennaio, 20%, aspetta che prendo la calcolatrice... fa 10 canali, niente, dille che per adesso non si può.

-Ok, riferisco... aho' giovedì c'è sempre il calcetto, fatti vedere qualche volta...

-...eh eh la moglie mi ha messo il guinzaglio... ciao.

-ciao.



:D :D :D
 
ma no hanno sistemato tutto fomalmente con d-free intestato a una testa di legno e alcuni suoi canali pay ufficilamente passati come cessione di banda!!!!seh però si comprano con MP!!!

E così risponderà l'agcom
 
liebherr ha scritto:
ma no hanno sistemato tutto fomalmente con d-free intestato a una testa di legno e alcuni suoi canali pay ufficilamente passati come cessione di banda!!!!seh però si comprano con MP!!!

E così risponderà l'agcom
Dfree e' un operatore di rete e non ha canali, quelli che conteggiano, se conteggiano, l'antitrust sono solo i canali in mano al fornite di contenuti, non all'operatore di rete.
RTI come fornitore di contenuti ad esempio non ha stell o disney che sono su anch'essi su dfree (o su mediaset) e infatti altroconsumo non li conta.
 
gabo ha scritto:
Dfree e' un operatore di rete e non ha canali, quelli che conteggiano, se conteggiano, l'antitrust sono solo i canali in mano al fornite di contenuti, non all'operatore di rete.
RTI come fornitore di contenuti ad esempio non ha stell o disney che sono su anch'essi su dfree (o su mediaset) e infatti altroconsumo non li conta.

si ma d-free sono frequenze comunque a tutti gli effetti in piena disponibilità di Mediaset ma intestate appunto a un prestanome..perchè nella gasparri credo ci siano blandi limiti pure in questo settore

dispeny andrebbe contato pure lui èerchè a tutti gli effetti è una canale di MP...altrimenti su sky ci sarebbero contandoli in questo modo almeno 6 0 7 fornitori terzi di contenuti e sky sarebbe una gloriosa piattaforma ultrapluralista....cosa che invece non è affatto
 
Non so quanto sia giusto contare i canali +1 comunque penso che Mediaset non rischi nulla visto che alcuni canali non vanno su sue frequenze. Certo però che questi hanno proprio tempo da perdere, se qualcuno volesse investire veramente lo spazio per canali nuovi c'è, non mi pare una grande soluzione chiedere la chiusura di altri canali. Speriamo che questa storia non incida sul progetto Cinema di Mediaset Premium
 
La pluralità è smpre una cosa buona ed auspicabile, l' impressione però è che certe volte queste "campagne" pare abbiano più uno scopo politico che di interesse collettivo.
 
liebherr ha scritto:
si ma d-free sono frequenze comunque a tutti gli effetti in piena disponibilità di Mediaset ma intestate appunto a un prestanome..perchè nella gasparri credo ci siano blandi limiti pure in questo settore

dispeny andrebbe contato pure lui èerchè a tutti gli effetti è una canale di MP...altrimenti su sky ci sarebbero contandoli in questo modo almeno 6 0 7 fornitori terzi di contenuti e sky sarebbe una gloriosa piattaforma ultrapluralista....cosa che invece non è affatto
Resta il fatto che sei noioso e monotematico:) riesci a metterti in testa che in italia non ci sono condizioni di mercato per il tuo tanto desiderato pluralismo?
E ricorda che l'editoria non è soltanto televisione. Ah! Dimenticavo... "ideologico".
 
=Matteo82= ha scritto:
Non so quanto sia giusto contare i canali +1 comunque penso che Mediaset non rischi nulla visto che alcuni canali non vanno su sue frequenze.
Vanno contanti tutti perché la legge Gasparri dice esplicitamente di sommare i programmi, e non i canali, di un unico editore indipendentemente dalla rete utilizzata e di non sommare i soli programmi trasmessi in simultanea con l'analogico ;)

P.S.: una preghiera per tutti: per favore lasciamo stare le polemiche politiche, anche velate, e limitiamoci a commentare il contenuto della notizia dove non si parla di partiti o di ideologie ma di una azienda privata, RTI, accusata da una associazione di consumatori di non rispettare la legge sulle telecomunicazioni. Grazie in anticipo ;)
 
Ultima modifica:
ciumbuntu ha scritto:
Resta il fatto che sei noioso e monotematico:) riesci a metterti in testa che in italia non ci sono condizioni di mercato per il tuo tanto desiderato pluralismo?
E ricorda che l'editoria non è soltanto televisione. Ah! Dimenticavo... "ideologico".

non sono mica io ad aver aperto sta discussione...argomento di cui avevo già notizie da qualche giorno

La verità se non ti piace sentirla è altra cosa ma non stare sempre li a fare dietrologia e vittimismo..semplicmente dopo anni in cui erano completamente oltre i limiti della mammì ora hanno sforato anche quelli della Gasparri

Poi certo c'è chi della illegalità se ne fa bandiera..lasciamo stare..
 
Ho cercato di approfondire nel dettaglio la faccenda perché ci avevo già pensato in precedenza (ma ho lasciato stare per le accuse di riferimenti a questioni politiche).
Per chi fosse interessato, il testo di legge in questione è qui accessibile:
http://www.parlamento.it/leggi/04112l.htm

L’articolo di riferimento è il 15 al comma 1 che così recita:
uno stesso fornitore di contenuti, anche attraverso società qualificabili come controllate o collegate (…) non può essere titolare di autorizzazioni che consentano di diffondere più del 20 per cento del totale dei programmi televisivi (…) irradiabili su frequenze terrestri in ambito nazionale mediante le reti previste dal medesimo piano
In effetti, si parla di uno stesso “fornitore di contenuti” a prescindere dalla proprietà del mux su cui i “programmi televisivi” vengono trasmessi.
Questo comma va raccordato con i commi 8 e 9 dell’art.25. In ogni modo, per non farla troppo lunga, se escludiamo nel conteggio i canali test (a schermo nero), i canali tecnici (tipo: ”Premium Attivazione”), i canali radio e i canali che non trasmettono per più di 24 ore settimanali, otteniamo questi dati:
a) mux RAI A contiene 4 canali
b) mux RAI B contiene 5 canali
c) mux MEDIASET1 contiene 7 canali (di cui di pertinenza RTI:4)
d) mux MEDIASET2 contiene 8 canali (di cui di pertinenza RTI:5)
e) mux D-FREE contiene 8 canali (di cui 4 di pertinenza RTI)
f) mux MBONE ne contiene solo 5 con i requisiti suddetti
g) mux TIMB1 ne contiene 6 (senza considerare il doppione de LA7 – di cui 1 di RTI)
h) mux RETEA ne contiene 4 (anche se forse in virtù del comma 9 art.25 dovrebbe essere escluso in quanto non raggiunge almeno il 50% della popolazione)
Ora, così risultano un totale di 47 canali di cui 14 di pertinenza di RTI. Il rapporto è (14/47)= 29,79%. Anche togliendo i 2 canali “+1” siamo al di sopra della soglia del 20% (in tal caso sarebbe 25,53%).

Comunque, al di là della noiosità di certi interventi (che è un modo per non controbattere sui contenuti reali), io non capisco certi interventi che appunto la buttano in politica (quando di politica in realtà non si parla) o di chi semplicisticamente parla di ricorsi che cadranno nel vuoto (desiderando quindi che le cose vadano così).
Ma il punto sostanziale è un altro. Se un soggetto di mercato non stesse rispettando una legge dello Stato, che cosa è giusto? E’ giusto che si attuino le procedure legali che lo Stato prevede per il ripristino della legalità (che dovrebbe essere l’interesse supremo e primario di ogni cittadino a prescindere dalla sua casacca politica) oppure dato che quel soggetto di mercato “ci piace”, lasciamogli fare tutto quello che vuole, tanto che ce ne frega delle regole dello Stato?
Di fronte a certe tematiche (al di là del caso specifico) il punto di vista dell’interesse generale della collettività deve prevalere rispetto all’interesse particulare del singolo soggetto.
 
EliseO ha scritto:
Ora, così risultano un totale di 47 canali di cui 14 di pertinenza di RTI. Il rapporto è (14/47)= 29,79%. Anche togliendo i 2 canali “+1” siamo al di sopra della soglia del 20% (in tal caso sarebbe 25,53%).
Esatto, è esattamente lo stesso risultato a cui sono arrivati quelli di Altroconsumo e illustrato nel loro esposto al garante ;)

Ora immagino che il garante, se riterrà fondata la contestazione, interpellerà RTI la quale dovrà cercare di dimostrare di non superare i limiti e, se le giustificazioni non saranno considerate sufficienti, occorrerà un intervento di riequilibrio del mercato.

EliseO ha scritto:
E’ giusto che si attuino le procedure legali che lo Stato prevede per il ripristino della legalità (che dovrebbe essere l’interesse supremo e primario di ogni cittadino a prescindere dalla sua casacca politica) oppure dato che quel soggetto di mercato “ci piace”, lasciamogli fare tutto quello che vuole, tanto che ce ne frega delle regole dello Stato?
Spero vivamente la prima, almeno per dimostrare viviamo in uno stato di diritto.
 
Ultima modifica:
blino ha scritto:
Esatto, è esattamente lo stesso risultato a cui sono arrivati quelli di Altroconsumo e illustrato nel loro esposto al garante ;)

Ora immagino che il garante, se riterrà fondata la contestazione, interpellerà RTI la quale dovrà cercare di dimostrare di non superare i limiti e, se le giustificazioni non saranno considerate sufficienti, occorrerà un intervento di riequilibrio del mercato.


Spero vivamente la prima, almeno per dimostrare viviamo in uno stato di diritto.

ma vi siete mai chiesti chi sono i membri dell'agcom??? cosa hanno fatto fino ad ora?? non li leggete i giornali??
 
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