VAN STRATEN: «È UNA SCELTA SBAGLIATA»
Par condicio, il cda Rai ha deciso
«Stop ai talk show fino a fine voto»
Il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini vota a maggioranza la proposta del dg Masi
MILANO - Il Consiglio d'amministrazione della Rai, a maggioranza, ha deciso lo stop ai talk show per un mese, fino al voto delle Regionali. Lo ha reso noto il consigliere d'amministrazione Giorgio Van Straten che esprime la sua contrarietà.
«RESTANO I TG» - «Restano i notiziari, ma questo, visti i comportamenti dell’attuale direzione del TG1, non può rassicurare nessuno - ha detto Van Straten -. È una scelta sbagliata perché fa venir meno il nostro dovere di servizio pubblico, crea polemiche e conflitti esterni, procura un danno alla Rai in termini di ascolti e quindi anche di ricavi pubblicitari. Come consigliere di amministrazione ho espresso la mia totale contrarietà a questa scelta di applicazione del regolamento della Vigilanza, un regolamento che oltretutto molti autorevoli giuristi hanno valutato come incostituzionale», ha concluso. La proposta del dg Mauro Masi sarebbe passata a maggioranza, contrari i consiglieri d’opposizione e il presidente Paolo Garimberti.
«UNA BRUTTA PAGINA» - Di decisione «contraddittoria e sbagliata, che tradisce profondamente i doveri del servizio pubblico» parla anche l'altro con consigliere d'opposizione Nino Rizzo Nervo. «Con cinque voti a favore e quattro contrari il consiglio di amministrazione - ha spiegato - è andato oltre lo stesso regolamento approvato dalla Commissione parlamentare che, pur limitando pesantemente la libertà di espressione, non prevedeva la cancellazione per un mese di programmi importanti come Porta a Porta, Ballarò, Annozero e L'ultima parola. Sconcerta anche la totale mancanza di rispetto dimostrata nei confronti delle capacità professionali dei conduttori e dei direttori di rete ai quali in sostanza si dice: vi sospendiamo sino alla fine della campagna elettorale perchè non ci fidiamo di voi». Per Rizzo Nervo, «commissione di Vigilanza e Rai hanno scritto una brutta pagina: la legge sulla par condicio è soltanto un alibi inconsistente tant'è che nei dieci anni di sua applicazione mai erano state soppresse trasmissioni di approfondimento giornalistico».
Redazione online
01 marzo 2010
