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Così fan tutti

gahan

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Borghesia letteraria parigina attorno ad una ragazzotta grassa che non ha praticamente rapporto col padre famoso e noncurante. Tutti dialoghi di presunta esplorazione della quotidiana vita di relazione, delle sue falsità e dei suoi inghippi: se questo non definisce una buona fetta del cinema francese... Agnès Jaoui mette dentro un po' tutto e non riesce né ad esser cattiva e cinica (come il marito Jean-Pierre Bacri, perfetto spocchioso intellettualucolo francese, le consentirebbe), né drammatica. Sceneggiatura premiata a Cannes che è in realtà molto avviluppata su sé stessa e non esce dai bruschi luoghi comuni.

Voto: * ½
 
Ultima modifica:
A me è sembrato più che discreto. La premiata ditta tuttofare (attori-sceneggiatori-regia) Jean-Pierre Bacri - Agnès Jaoui confeziona un'altra commedia, molto precisa come scrittura e recitata brillantemente, sulle relazioni interpersonali e gli egocentrismi da cui molto spesso ci si lascia inghiottire, soprattutto quando per qualche caso della vita si riesce a "sfondare", e si perde un po' il senso delle proporzioni. Il tutto con grande leggerezza francese.
Mediocre il doppiaggio italiano, da evitare a meno che non vogliate rovinarvi la visione di un film basato in gran parte sulle interpretazioni degli attori.
Palma d'oro per la miglior sceneggiatura a Cannes 2004.
**
 
Per farsi piacere un film come questo credo occorra avere acquisito una certa dimistichezza ed un certo "gusto" per il cinema francese "intellettuale", con i suoi tempi, i suoi dialoghi, il suo sottilissimo umorismo, la sua raffinatezza, e i suoi tanti personaggi così ordinari, ma anche così pieni di "problemi" di indentità.
Il film in oggetto è un "perfetto" esempio di tale genere, e racconta una storia assolutamente normale, seppur ben sceneggiata ed ottimamente recitata (e con della musica, che non guasta!).

Se per assurdo lo faceste vedere a qualcuno che non ha mai visto un film di questo tipo, probabilmente si annoierebbe a morte, nell'attesa che accada un "colpo di scena", come ad esempio un tradimento, la morte di uno dei protagonisti, etc. Alla fine, insomma, potrebbe restare con uno strana sensazione di avere visto un film che non è mai iniziato e non è mai finito".:doubt:

A me tutto sommato è piaciuto, ma ne ho visti di migliori: **

Mi domando il perchè della scelta di questo "strano" titolo italiano (alla Tinto Brass...). A volte credo proprio che i distributori abbiano una serie di titoli "ad effetto" già pronti, che scelgono quasi a caso!!! :badgrin: :badgrin: :badgrin:
 
vmoscato ha scritto:
Mi domando il perchè della scelta di questo "strano" titolo italiano (alla Tinto Brass...)
preferisco pensare che sia "alla Mozart", più che alla Brass... caso mai è stato Brass a parafrasare il titolo mozartiano... in questo caso invece, se l'intenzione era quella di alludere ad una certa, mozartiana, leggerezza in punta di piedi del film (per chi, come noi, ha apprezzato questo aspetto) il titolo può essere abbastanza azzeccato...
 
Sì, ma dopo Claudia Koll chi se lo ricorda più Mozart? :badgrin:
 
andag ha scritto:
preferisco pensare che sia "alla Mozart", più che alla Brass... caso mai è stato Brass a parafrasare il titolo mozartiano...
Touché! :D

andag ha scritto:
in questo caso invece, se l'intenzione era quella di alludere ad una certa, mozartiana, leggerezza in punta di piedi del film (per chi, come noi, ha apprezzato questo aspetto) il titolo può essere abbastanza azzeccato...
Può darsi... ma forse avrei preferito il titolo originale "Comme une image", che poi è il titolo del libro con cui Pierre raggiunge il successo, e che si riferiva all'immagine che gli altri hanno di noi.

Comunque stimolato da andag :icon_wink: mi sono documentato e mi ono dato una risposta (Marzullo docet!). Ecco ciò che sul titolo italiano (che hanno scelto gli stessi autori e che richiama l'opera di Mozart che viene interpretata dal coro di cui fa parte Lolita) ha detto la stessa Agnès Jaoui:
''Lo fanno tutti è un argomento che si dà spesso per comportarsi male. Per esempio quando Pierre, raggiunto il successo, decide di lasciare la sua vecchia editrice, dice: non sono certo il primo che lo fa. Lo fanno tutti. Certo c'è il riferimento all'opera di Mozart 'Così fan tutte', ma noi intendevamo tutti, uomini e donne perché tutti siamo così. Soprattutto per personaggi come quello che interpreto io o quello di Pierre, che all'inizio non hanno il potere, è facile di avere un'etica molto forte e di essere integri. Quando Pierre raggiunge il successo diventa subito meno integro. Capita a tutti, questo volevamo dire''.
 
vmoscato ha scritto:
Ecco ciò che ... ha detto la stessa Agnès Jaoui:
...Soprattutto per personaggi come quello che interpreto io o quello di Pierre, che all'inizio non hanno il potere, è facile di avere un'etica molto forte e di essere integri. Quando Pierre raggiunge il successo diventa subito meno integro. Capita a tutti, questo volevamo dire''.
Interessante e molto vero, infatti pur non avendo ancora letto l'intervista alla Jaoui, nel mio commento avevo scritto una cosa molto simile... è una commedia sul come si cambia (in peggio) con il successo, ma sopratutto sul fatto che nessuno è immune da "colpe" di tipo morale, sia quando si manipola il prossimo per raggiungere un obiettivo (Sylvia con Lolita), sia quando ad obiettivo raggiunto si diventa ipocriti ed ingrati (Pierre).
 
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