Le pagelle le ha date Morgan Stanley in due separati report del mese scorso. E gli scrutini sono positivi per Sky Italia, la divisione italiana della News Corp di Rupert Mudoch i cui bilanci vedono per la prima volta il ‘nero’. Meno positivi per Mediaset, per la quale la casa d’investimenti prevede per tutto il 2006 una crescita della pubblicità al di sotto delle aspettative. E dire che fino a pochi mesi fa Sky Italia sembrava assediata dall’attacco del digitale terrestre e Mediaset andava con il vento in poppa.
Al di là dei parallelismi più o meno forzati, la novità è che Sky Italia sta per festeggiare l'anno fiscale 2006 (che va dal giugno 2005 al giugno 2006) con la conquistata piena redditività: un'Ebitda di 203 milioni di dollari e un Ebit di 52 milioni di dollari, secondo le previsioni di Morgan Stanley del mese scorso. Una redditività raggiunta in soli tre anni, un periodo che nel campo televisivo equivale a un nanosecondo.
Questa svolta dice che la storia di Sky Italia è appena cominciata. La strada, fino a questo momento in salita, potrebbe ora diventare più facile. La redditività dovrebbe fare salti da gigante: in una proiezione sempre di Morgan Stanley, entro quattro anni fiscali, da qui al 2010, Sky Italia produrrà un Ebit crescente, fino ad arrivare a 705 milioni di dollari. Non c'è nulla, nel variegato mondo editorialtelevisivocinematografico di Rupert Murdoch raggruppato nella News Corp., che correrà nei prossimi anni a questa velocità. Basta pensare, per fare un raffronto immediato, che la produzione di film del gruppo passerà nello stesso periodo da un Ebit di 1.043 a uno di 1.117 dollari. Mentre quella dei giornali passerà da 721 milioni di dollari a 941.
Tanto basta per dire che Sky Italia, per Murdoch, non è affatto un piccolo pianeta periferico della galassia News Corp, ma un astro di prima grandezza. O, se vogliamo, una bella mucca da mungere.
Uno dei primi punti d'approdo della strategie di Murdoch per Sky Italia sarà quella di portare la società in Borsa. Entro il 2007, probabilmente. Seguendo in ciò un'analoga strategia già portata avanti con successo con l'omologa inglese BSkyB. Il valore della società, secondo la stima di Morgan Stanley, è di circa 5,8 miliardi di euro. Per comprendere il significato di questa cifra, basta pensare che oggi Mediaset capitalizza in Borsa circa 10,3 miliardi.
In altre parole, Sky Italia vale probabilmente già oggi circa la metà di quello che è il primo operatore italiano e uno dei primi europei. Come termine di paragone possiamo prendere la valutazione dell'inglese BSkyB; questa ha una capitalizzazione di circa 9,3 miliardi di sterline (13,5 miliardi di euro). Dividendo questa capitalizzazione per il numero degli abbonati (8,1 milioni), si arriva ad attribuire un valore di 1.650 euro ciascuno. Se si fa l’operazione inversa per Sky Italia, prendendo gli abbonati (3,7 milioni) e moltiplicandoli per 1.500 euro si arriva a una capitalizzazione di circa 5,5 miliardi.
Secondo quanto sotiene Merril Lynch in un report del 12 giugno scorso, Sky Italia ha ancora buone possibilità di crescita. Già oggi parte da un bacino di 3,7 milioni di abbonati, che equivalgono al 18% delle famiglie italiane. Ma la penetrazione della pay tv nei paesi europei, segnala lo stesso report, è di gran lunga superiore al 18 per cento: in Francia è del 41 per cento e in Gran Bretagna del 43.
Dal suo debutto, l'offerta di Sky Italia è diventata sempre più articolata ed è in grado di catturare fasce diversificate di abbonati. C'è un'offerta 'basic', con il tradizionale decoder fornito in comodato d'uso. C'è 'My Sky', il decoder che, con una commissione mensile, permette di registrare quando si vuole. E c'è, infine, la grande novità: l'alta definizione, che si ottiene con uno speciale decoder e che è già partita con i mondiali di calcio; presto ci saranno quattro canali di questo tipo.
Che la strada della crescita sia più tranquilla del previsto è dimostrato anche dal rinviato pericolo della pay tv in digitale terrestre. Da quando lo Stato ha smesso di finanziare i decoder, la vendita di questi prodotti è calata, smentendo le ipotesi che la società di Murdoch potesse incontrare serie difficoltà ad aumentare gli abbonati. C'è poi il fronte della Iptv, che prima o poi potrebbe decollare in alternativa alla piattaforma satellitare di Sky. Ma ha fatto notare recentissimamente agli analisti l'amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge Telecom Italia non ha finora fatto un marketing aggressivo su questo fronte. Mentre, d'altra parte, Sky vende i suoi canali in modalità wholesaler a Telecom, per cui da un decollo su questo fronte comunque guadagnerebbe.
Sky potrebbe aggredire con forza anche il fronte Internet. Si sa del recente innamoramento di Murdoch per la rete (ha comprato una serie di società web based di vario tipo). In Italia c'è già un accordo con Tiscali per la vendita di servizi a banda larga. Ma Sky sta saggiando l'ipotesi di offrire essa stessa la banda larga su base retail. E Sky potrebbe presto mettere i suoi canali anche sul web. É già attivo da pochi giorni il portale www.skylife.it, che sta cercando di creare una 'community'. Ma probabilmente il portale stesso servirà per mescolare sapientemente i classici contenuti televisivi dell'impero di Murdoch con quelli tipici del web, raggiungendo nuove categorie di utenti, soprattutto i giovani, sempre meno interessati alla tv ma disposti a vedere un film sul computer.
Un ultimo segmento di crescita dovrebbe essere quello della pubblicità, dove Sky Italia è oggi un nano. Sky attende con grande interesse la riforma dell'Auditel per portare a casa nuova pubblicità.
| Repubblica.it |
complimenti...... peccato il non raggiungimento dei 4 milioni a dicembre 2005...ma ce' la puo' fare a fine anno 2006.
spero che adesso che hanno raggiunto gli obbiettivi ci diano finalmente la CARTA SERVIZI. e assurdo........mancano solo loro......
Al di là dei parallelismi più o meno forzati, la novità è che Sky Italia sta per festeggiare l'anno fiscale 2006 (che va dal giugno 2005 al giugno 2006) con la conquistata piena redditività: un'Ebitda di 203 milioni di dollari e un Ebit di 52 milioni di dollari, secondo le previsioni di Morgan Stanley del mese scorso. Una redditività raggiunta in soli tre anni, un periodo che nel campo televisivo equivale a un nanosecondo.
Questa svolta dice che la storia di Sky Italia è appena cominciata. La strada, fino a questo momento in salita, potrebbe ora diventare più facile. La redditività dovrebbe fare salti da gigante: in una proiezione sempre di Morgan Stanley, entro quattro anni fiscali, da qui al 2010, Sky Italia produrrà un Ebit crescente, fino ad arrivare a 705 milioni di dollari. Non c'è nulla, nel variegato mondo editorialtelevisivocinematografico di Rupert Murdoch raggruppato nella News Corp., che correrà nei prossimi anni a questa velocità. Basta pensare, per fare un raffronto immediato, che la produzione di film del gruppo passerà nello stesso periodo da un Ebit di 1.043 a uno di 1.117 dollari. Mentre quella dei giornali passerà da 721 milioni di dollari a 941.
Tanto basta per dire che Sky Italia, per Murdoch, non è affatto un piccolo pianeta periferico della galassia News Corp, ma un astro di prima grandezza. O, se vogliamo, una bella mucca da mungere.
Uno dei primi punti d'approdo della strategie di Murdoch per Sky Italia sarà quella di portare la società in Borsa. Entro il 2007, probabilmente. Seguendo in ciò un'analoga strategia già portata avanti con successo con l'omologa inglese BSkyB. Il valore della società, secondo la stima di Morgan Stanley, è di circa 5,8 miliardi di euro. Per comprendere il significato di questa cifra, basta pensare che oggi Mediaset capitalizza in Borsa circa 10,3 miliardi.
In altre parole, Sky Italia vale probabilmente già oggi circa la metà di quello che è il primo operatore italiano e uno dei primi europei. Come termine di paragone possiamo prendere la valutazione dell'inglese BSkyB; questa ha una capitalizzazione di circa 9,3 miliardi di sterline (13,5 miliardi di euro). Dividendo questa capitalizzazione per il numero degli abbonati (8,1 milioni), si arriva ad attribuire un valore di 1.650 euro ciascuno. Se si fa l’operazione inversa per Sky Italia, prendendo gli abbonati (3,7 milioni) e moltiplicandoli per 1.500 euro si arriva a una capitalizzazione di circa 5,5 miliardi.
Secondo quanto sotiene Merril Lynch in un report del 12 giugno scorso, Sky Italia ha ancora buone possibilità di crescita. Già oggi parte da un bacino di 3,7 milioni di abbonati, che equivalgono al 18% delle famiglie italiane. Ma la penetrazione della pay tv nei paesi europei, segnala lo stesso report, è di gran lunga superiore al 18 per cento: in Francia è del 41 per cento e in Gran Bretagna del 43.
Dal suo debutto, l'offerta di Sky Italia è diventata sempre più articolata ed è in grado di catturare fasce diversificate di abbonati. C'è un'offerta 'basic', con il tradizionale decoder fornito in comodato d'uso. C'è 'My Sky', il decoder che, con una commissione mensile, permette di registrare quando si vuole. E c'è, infine, la grande novità: l'alta definizione, che si ottiene con uno speciale decoder e che è già partita con i mondiali di calcio; presto ci saranno quattro canali di questo tipo.
Che la strada della crescita sia più tranquilla del previsto è dimostrato anche dal rinviato pericolo della pay tv in digitale terrestre. Da quando lo Stato ha smesso di finanziare i decoder, la vendita di questi prodotti è calata, smentendo le ipotesi che la società di Murdoch potesse incontrare serie difficoltà ad aumentare gli abbonati. C'è poi il fronte della Iptv, che prima o poi potrebbe decollare in alternativa alla piattaforma satellitare di Sky. Ma ha fatto notare recentissimamente agli analisti l'amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge Telecom Italia non ha finora fatto un marketing aggressivo su questo fronte. Mentre, d'altra parte, Sky vende i suoi canali in modalità wholesaler a Telecom, per cui da un decollo su questo fronte comunque guadagnerebbe.
Sky potrebbe aggredire con forza anche il fronte Internet. Si sa del recente innamoramento di Murdoch per la rete (ha comprato una serie di società web based di vario tipo). In Italia c'è già un accordo con Tiscali per la vendita di servizi a banda larga. Ma Sky sta saggiando l'ipotesi di offrire essa stessa la banda larga su base retail. E Sky potrebbe presto mettere i suoi canali anche sul web. É già attivo da pochi giorni il portale www.skylife.it, che sta cercando di creare una 'community'. Ma probabilmente il portale stesso servirà per mescolare sapientemente i classici contenuti televisivi dell'impero di Murdoch con quelli tipici del web, raggiungendo nuove categorie di utenti, soprattutto i giovani, sempre meno interessati alla tv ma disposti a vedere un film sul computer.
Un ultimo segmento di crescita dovrebbe essere quello della pubblicità, dove Sky Italia è oggi un nano. Sky attende con grande interesse la riforma dell'Auditel per portare a casa nuova pubblicità.
| Repubblica.it |
complimenti...... peccato il non raggiungimento dei 4 milioni a dicembre 2005...ma ce' la puo' fare a fine anno 2006.
spero che adesso che hanno raggiunto gli obbiettivi ci diano finalmente la CARTA SERVIZI. e assurdo........mancano solo loro......