Buongiorno, scrivo circa un argomento diverso da quelli generalmente trattati dal forum, sperando che questo non possa rappresentare un problema.
Circa tre anni fa seguii un corso di formazione, durante il quale m’è successa una cosa che mai e poi mai mi sarei aspettato, e che forse pensandoci ora, avrei preferito non fosse mai accaduta: ho perso la testa come un fesso di una collega di corso, facendo una caz***a grande come una casa, per le ragioni che vado a spiegare.
Una giorno, non avendo lei la connessione ADSL a casa, le portai un DVD con si alcuni programmi che serviano al corso: come ringraziamento ricevo una mail in cui mi accusava di averle infettato il pc. Ovviamente, se l’infezione c’è stata, di certo non proveniva dal mio disco, visto che l’ho usato io ed altre cinque persone senza il seppur minimo problema. Li per li deciso di lasciare perdere.
Alcune settimane dopo la vedo che armeggia col registro delle presenze: questo contiene tutti i recapiti dei partecipanti al corso. Per una questione di cortesia le domando: “Ti serve qualcosa?” e lei “No no, nulla”.
La sera mi trovo una mail in cui la tizia mi accusava di essere l’autore di alcune chiamate anonime sul suo telefonino. Qui ci sono due particolari:
1. Io non avevo, né ho, il suo recapito telefonico, quindi mi pare quanto meno improbabile che possa esser io l’autore delle chiamare;
2. Il termine “anonimo” significa che non ha nome/autore. Se le chiamate avevano il numero del chiamante, anonime non lo sono, al punto che cercava tra i recapiti del registro quello che corrispondeva alla numero che risultava a lei.
La cosa mi ha infastidito, ma non avendo nulla da nascondere, le ho indicato entrambi i contatti affinché verificasse che non ero io a farle le chiamate, anche perché ho qualcosa di leggermente più intelligente da fare nella vita.
Passano alcuni mesi, e mi sono trovato a fare un’esercitazione di gruppo, in cui ognuno di noi doveva fare una parte della stessa: tutti avevamo fatto la nostra parte salvo lei; le vedo chiacchierare con una collega per cui vado e le chiedo “Hai finito la tua parte, almeno così consegniamo l’elaborato”, lei noni risponde, alla seconda chiamata la tizia, mi risponde “ma non mi rompere i cog****, testa di ****, figlio di p*******”: che dire una vera signora, dalla raffinatezza ed eduzione senza pari. Evito di abbassarmi al suo livello e mi limito a risponderle “Complimenti”, ma non lascio perdere, eh no non permetto nessuno di attaccare la mia famiglia. Le scrivo sula mail, dicendole chiaramente di non permettersi di insultare la mia famiglia, perché non accetto un simile atteggiamento da nessuno!”; “lei mi risponde di non aver mai pronunciato quelle parole, in quanto lei è educata”: sarà, ma ci sono almeno due persone che hanno sentito le mie stesse parole.
Alla fine delle lezioni, visto che lei è tornata single, le mando una mail esprimendo quello che provavo per lei (prima non ho mai accennato nulla dei miei sentimenti), ma senza risposta. Dopo un po’ di giorni mi contatta un collega di corso che mi domanda cos’avessi fatto alla collega di corso: la tizia aveva detto in giro della mia “lettera” facendola apparire quasi come una minaccia. Mi domando: e parlarne direttamente con me?
Alcuni giorni fa, casualmente la incontro per le via del centro: avendola incrociata, la saluto (a me hanno insegnato che per educazione se si vede una persona nota la si saluta), ma lei nemmeno si degna di rispondermi.
Gli atteggiamenti tenuti da questa persona mi hanno fatto stare male, nemmeno poco e nemmeno per poco tempo, ed ancora ora ho diffidenza verso le persone.
A questo punto mi chiedo, ma sono io che sono cretino? Sto cominciando seriamente a pensarci!
Che ne dite?
Circa tre anni fa seguii un corso di formazione, durante il quale m’è successa una cosa che mai e poi mai mi sarei aspettato, e che forse pensandoci ora, avrei preferito non fosse mai accaduta: ho perso la testa come un fesso di una collega di corso, facendo una caz***a grande come una casa, per le ragioni che vado a spiegare.
Una giorno, non avendo lei la connessione ADSL a casa, le portai un DVD con si alcuni programmi che serviano al corso: come ringraziamento ricevo una mail in cui mi accusava di averle infettato il pc. Ovviamente, se l’infezione c’è stata, di certo non proveniva dal mio disco, visto che l’ho usato io ed altre cinque persone senza il seppur minimo problema. Li per li deciso di lasciare perdere.
Alcune settimane dopo la vedo che armeggia col registro delle presenze: questo contiene tutti i recapiti dei partecipanti al corso. Per una questione di cortesia le domando: “Ti serve qualcosa?” e lei “No no, nulla”.
La sera mi trovo una mail in cui la tizia mi accusava di essere l’autore di alcune chiamate anonime sul suo telefonino. Qui ci sono due particolari:
1. Io non avevo, né ho, il suo recapito telefonico, quindi mi pare quanto meno improbabile che possa esser io l’autore delle chiamare;
2. Il termine “anonimo” significa che non ha nome/autore. Se le chiamate avevano il numero del chiamante, anonime non lo sono, al punto che cercava tra i recapiti del registro quello che corrispondeva alla numero che risultava a lei.
La cosa mi ha infastidito, ma non avendo nulla da nascondere, le ho indicato entrambi i contatti affinché verificasse che non ero io a farle le chiamate, anche perché ho qualcosa di leggermente più intelligente da fare nella vita.
Passano alcuni mesi, e mi sono trovato a fare un’esercitazione di gruppo, in cui ognuno di noi doveva fare una parte della stessa: tutti avevamo fatto la nostra parte salvo lei; le vedo chiacchierare con una collega per cui vado e le chiedo “Hai finito la tua parte, almeno così consegniamo l’elaborato”, lei noni risponde, alla seconda chiamata la tizia, mi risponde “ma non mi rompere i cog****, testa di ****, figlio di p*******”: che dire una vera signora, dalla raffinatezza ed eduzione senza pari. Evito di abbassarmi al suo livello e mi limito a risponderle “Complimenti”, ma non lascio perdere, eh no non permetto nessuno di attaccare la mia famiglia. Le scrivo sula mail, dicendole chiaramente di non permettersi di insultare la mia famiglia, perché non accetto un simile atteggiamento da nessuno!”; “lei mi risponde di non aver mai pronunciato quelle parole, in quanto lei è educata”: sarà, ma ci sono almeno due persone che hanno sentito le mie stesse parole.
Alla fine delle lezioni, visto che lei è tornata single, le mando una mail esprimendo quello che provavo per lei (prima non ho mai accennato nulla dei miei sentimenti), ma senza risposta. Dopo un po’ di giorni mi contatta un collega di corso che mi domanda cos’avessi fatto alla collega di corso: la tizia aveva detto in giro della mia “lettera” facendola apparire quasi come una minaccia. Mi domando: e parlarne direttamente con me?
Alcuni giorni fa, casualmente la incontro per le via del centro: avendola incrociata, la saluto (a me hanno insegnato che per educazione se si vede una persona nota la si saluta), ma lei nemmeno si degna di rispondermi.
Gli atteggiamenti tenuti da questa persona mi hanno fatto stare male, nemmeno poco e nemmeno per poco tempo, ed ancora ora ho diffidenza verso le persone.
A questo punto mi chiedo, ma sono io che sono cretino? Sto cominciando seriamente a pensarci!
Che ne dite?