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In Rilievo L'onda stazionaria

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Sintetizziamo....

Un impianto di distribuzione del segnale in alta frequenza, non è trattabile come un normale impianto elettrico a 220V.
Se non viene rispettata l'impedenza, si creano disadattamenti e la potenza disponibile sui cavi, si suddivide in modo non proporzionale, imprevedibile ed indesiderato, nelle varie diramazioni/prese.
Questi disadattamenti, cambiano in funzione della frequenza e della lunghezza dei cavi, per cui succede che la ripartizione dei segnali nei vari punti dell'impianto (prese, diramazioni, etc), oltre a non essere proporzionale, cambia anche in funzione della frequenza (canali).
In altre parole, se l'impedenza non è rispettata in tutti i nodi del circuito, ovvero se abbiamo onde stazionarie, ci troviamo in una situazione in cui quanto accade è completamente "fuori controllo" e qualunque operazione si faccia, genera effetti (imprevedibili) in tutti gli altri punti del circuito/frequenze.

Per ripartire in modo adeguato i segnali senza creare disadattamenti esistono solo due possibilità.

Una, molto efficiente, perchè sfrutta tutta la potenza disponibile, consiste nell'usare partitori di segnale (splitters), che appunto suddividono tutto il segnale che ricevono in ingresso sulle varie uscite.
Il problema di questa configurazione è che, RIGOROSAMENTE, tutte le porte (uscite) dei partitori devono essere collegate a dispositivi che garantiscano un'impedenza di 75 Ohm resistivi, SU TUTTA LA BANDA di frequenze distribuita.
Praticamente parlando, l'unico dispositivo che rispetta davvero questa caratteristica è una resistenza non induttiva di valore uguale a 75 Ohm. (ecco perchè i partitori andrebbero usati solo per alimentare colonne, terminate su carico)

La seconda possibilità, è quella di prelevare, per le varie diramazioni/prese, solo una piccolissima frazione del segnale disponibile, in modo che la linea "principale" veda sempre e solo disadattamenti estremamente modesti, anche nel caso in cui le uscite fossero fortemente disadattate (es prese aperte od in corto circuito).
Il dispositivo che realizza questa tipologia di circuito viene detto derivatore (tap). Il derivatore ha realmente un senso, soltanto se il suo accoppiamento con la linea principale è molto lasco, cioè se il prelievo di segnale è minimo. Pertanto, i derivatori con uscite molto accoppiate (cioè con una bassa attenuazione sulle uscite) si comportano quasi come partitori ed è bene evitare di usarli, specialmente in testa all'impianto.
Come è facile comprendere, alla comodità di usare derivatori per realizzare prelievi di segnale che, comunque, non causano problemi al circuito principale qualuqnue cosa accada sulle uscite, si associa lo svantaggio di un'efficienza energetica modesta, ovverosia, a monte dell'impianto bisogna disporre di un segnale sufficientemente elevato per sopperire all'attenuazione di derivazione.
 
Ultima modifica:
L'ultimo post di Tuner non fa una piega... E spiega perché si utilizzano le centraline di amplificazione...
 
dopo tanto leggere su questo forum,finalmente qualcuno che spiega con parole comprensibili e soprattutto chiare la vera differenza fra partitori e derivatori e il contesto del loro utilizzo....veramente grazie!!!!
 
Chiudo la discussione mantenendola qui in rilievo.
Mi sembra oltremodo completa e compendiosa, mi pare quindi il caso di lasciarla così, evitando che qualcuno si possa accodare con quesiti che possano portarci fuori strada rispetto alla base del discorso. ;)
 
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