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Gruppo Visione Film (13-19 Febbraio): AMERICAN HISTORY X (1998) di Tony Kaye

Numero Uno

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American History X
USA 1998 | Genere: Drammatico | Durata: 119'​

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Trama
Derek Vinyard (Edward Norton), giovane leader di un gruppo di skinheads americani, trova in Cameron Alexander (Stacy Keach), violento sostenitore delle teorie naziste, la sua guida spirituale. Capo carismatico e discepolo modello di Cameron, Derek è l'idolo del fratello minore Danny (Edward Furlong). Dopo aver brutalmente ucciso due giovanissimi rapinatori di colore l'uomo viene rinchiuso in un penitenziario di massima sicurezza. La dura esperienza del carcere e la possibilità di riflettere a lungo, segnano la sua vita. Tornato a piede libero dopo tre anni Derek è deciso a tagliare i ponti con il passato. Il vero problema è che Danny si è trasformato in un clone del "vecchio" Derek. Lo scontro tra il passato e il presente sarà causa di nuovi lutti...

Regia
Tony Kaye

Cast
Edward Norton, Edward Furlong, Fairuza Balk, Stacy Keach, Elliott Gould, Avery Brooks, Beverly D'Angelo

Premi e riconoscimenti


1999 - Premio Oscar
Nomination Miglior attore protagonista a Edward Norton
1999 - Saturn Award
Nomination Miglior attore protagonista a Edward Norton
1998 - Chicago Film Critics Association Award
Nomination Miglior attore protagonista a Edward Norton
1998 - Satellite Award
Miglior attore in un film drammatico a Edward Norton
Nomination Miglior attrice non protagonista in un film drammatico a Beverly D'Angelo
Nomination Migliore sceneggiatura originale a David McKenna
1999 - Southeastern Film Critics Association Award
Miglior attore protagonista a Edward Norton
1999 - Golden Reel Award
Nomination Miglior montaggio sonoro in un film domestico o straniero
1999 - Taormina Film Festival
Miglior attore protagonista a Edward Norton
[...]

Approfondimenti
SCHEDA - TRAILER - IMDB - ROTTEN TOMATOES

Disponibile su
Scheda JUSTWATCH
https://www.justwatch.com/it/film/american-history-x


Inizio discussione: lunedì 20 febbraio


Voti espressi:

ANDREMALES: 6.85
Duncan#21: 7
ZzZzZzZzZ: 7
Andry10k: 8
Np293: 8
Paolo68: 8
checo: 8.25
tuttosport23: 8.5
Matteo90: 8.5
NUMERO UNO: 9
Heel93: 9
alex89: 9.25

Media aritmetica:

voti.png
 
Ultima modifica:
Discussione aperta! Voti e media inseriti! :)

Riguardo il film, trovo che sia uno dei più bei film che io abbia mai visto. La cosa più importante che ho da dire su questo film, è che è attuale. Lo era vent'anni fa quando è uscito, e (purtroppo) lo è ancora oggi. Vedere questo film dovrebbe far riflettere tutti. A parte i confronti razziali, ci sono anche i confronti generazionali, altro tema caro di questo film. Il finale è molto amaro, e onestamente non mi aspettavo che finisse in questo modo, ma il senso è abbastanza chiaro, e il messaggio del regista fa centro.

Altra cosa molto bella è la trasformazione di Norton in carcere, nonchè l'espediente narrativo per raccontare l'intera vicenda.

Un grandissimo film fatto proprio bene!
 
Potrei commentare il film solo con una frase: cambiare troppo tardi, spesso si rischia di credere che siamo cambiati.
Parto dalla fine che per certi versi, lo vedo come l’inizio: un parente stretto di Derek viene ucciso mentre ucciso mentre sta facendo il suo lavoro.
Prima è stato il padre mentre spegneva un incendio in un “ghetto” popolato da neri, poi è il fratello a scuola ucciso da due colpi di pistola sparati da un nero.
Ora: voglio pensare positivo e credere che Derek “fuori dal film” riesca veramente a cambiare perché altrimenti vorrebbe dire il fallimento di una società basata sulla fratellanza tra i popoli (tema base della nuova tesina di Danny) per invece dar retta all’odio e alla violenza.
Non sono così convinto che Derek sarebbe veramente cambiato. Insomma esce dal carcere dopo 3 anni, in 24h rinnega 20-25 anni della sua vita sbattendo in faccia i suoi nuovi ideali (capiti nel carcere dove quello che sulla carta doveva essere il suo acerrimo nemico, si rivelerà colui il quale lo salva dal linciaggio) e questo "lo paga" perdendo il fratello (un po' appunto come il padre)

Commentando si “rischia” di andare nella retorica facendo discorsi legati al razzismo, nazismo e tutte quelle locuzione che fanno parte di un vocabolario di una persona in****ata con il mondo anche per le cose futili.
La realtà è che il film è profondamente attuale. Magari non proprio per lo stesso tema, ma quantomeno incanala un’arrabbiatura che si vede per strada, “nel mondo reale” come dicono oggi i pezzi grossi.

In mezzo a ciò c’è il valore della scuola. Scuola che deve essere uno strumento di mediazione e di insegnamento dei buoni valori. Scuola che nel film ha profondamente fallito, a scapito della realtà che ha sopraffatto la vita di un ragazzo che grazie a quella scuola stava imparando (a discapito del capofamiglia) a capire che tutte le ideologie, le azioni e le “frasi fatte” erano tutte una menzogna, una scusa per essere arrabbiati.
Insomma… Danny è passato in 24h da idolatrare Adolf Hitler a una tesina sulla fratellanza di popoli, senza distinzioni di alcun genere. E non perché è andato a scuola. Ma perché ha ascoltato e vissuto la vita di 3 anni del fratello.
Prigione batte scuola 1-0. Palla al centro.
 
Ultima modifica:
Mah, sull'ultimo punto non sono molto d'accordo... Non è che che "prigione batte scuola". C'è un'altra tematica importante da segnalare: l'indottrinamento familiare. Derek fondamentalmente cerca di seguire le idee del padre, e Danny ha come unico vero punto di riferimento nella sua vita il fratello maggiore. In un certo qual modo, Danny non ha pensieri suoi, non riesce mai a maturare un proprio punto di vista, perchè per tutta la sua vita segue il fratello (prima, nella sua crociata "razziale", poi, quando il fratello torna e lo fa' ragionare lui cambia idea praticamente subito). Per come la vedo io, non è tanto e solo la storia che ha raccontato (quello che è successo in prigione), ma è l'amore e la stima incondizionata per il fratello che gli fa cambiare idea. Cioè, se quelle stesse storie (della prigione) gliele avesse raccontate un altro, Danny avrebbe continuato per la sua strada, quella stessa strada "lasciatagli" dal fratello. Non è la forza della storia in prigione, che lo muove, ma le parole del fratello. Almeno, così l'ho vista, io.
 
Derek per Danny di fatto è il suo maestro. Nel bene e nel male.

A sua volta, credo proprio che la prigione abbia insegnato molto di più della scuola a Derek. E riprendendo il discorso dell'indottrinamento anche a Danny
 
Ci sono tantissimi aspetti positivi di questo film, sono contento di averlo rivisto e apprezzato ancora maggiormente di quando l'ho visto. Tra l'altro mi sembra di averlo visto sulla Mediaset, dove c'era il divieto VM14, mentre l'altra volta su Netflix c'era il VM18, quindi presumo (non sono del tutto sicuro) che fosse una versione integrale questa. Però non ricordo nemmeno se sulla Mediaset era censurato, quindi probabile che mi sbagli. Mi ricordavo comunque tutte le scene più cruente, quindi forse sto divagando inutilmente. Comunque sia, dicevo, ci sono un sacco di cose da dire da questo film: l'interpretazione di Edward Norton e non solo, ogni mimica facciale, ogni espressione veramente ti fa entrare nel personaggio, sia nel periodo naziskin, sia quando si redime. Ma non solo lui, anche gli altri personaggi hanno un senso e partecipano attivamente alla storia, essendo ovviamente ben interpretati. A partire da Danny, che vorrebbe impressionare il fratello, come quest'ultimo a modo suo voleva ricordare il padre. Il finale è veramente straziante ed è perfetto cosi; lo dico perchè ho letto che ci sarebbe un finale alternativo, secondo cui Derek sarebbe tornato ad essere un naziskin, quindi il messaggio che sarebbe passato sarebbe stato che l'odio avrebbe generato altro odio. Ma io preferisco di gran lunga quello che invece è presente qui nel film; con il monologo di Danny che cita Abramo Lincoln e quelle inquadrature che danno un senso di pace alla morte del fratello di Derek. Quest'ultimo alla vista del fratello morto si dispera e si chiede: "Che ho fatto?"; come a dire che si sente in colpa per ciò che è successo, perchè è tutto partito da lui, dalle sue assurde idee che ha generato tutto il resto. Quindi per me avrebbe avuto poco senso un suo ritorno alle origini, altrimenti è come se non avesse imparato niente.
Altro aspetto positivo, che ai tempi ha destato tanto scalpore, è la violenza. Quando in un film lasci trasparire tutto quest'odio, è bene che lo mostri anche con i fatti, per dare ancora più un senso di disgusto nei confronti delle idee di questi naziskin. Senza la scena della doccia, la redenzione di Derek non avrebbe avuto quell'impatto che invece ha. Queste scene andavano mostrate.
Ma il vero punto di forza del film è il montaggio che segue un ordine non cronologico. I vari flashback infatti ci aiutano a vedere prima la causa scatenante degli eventi; poi si va ancora più indietro per scovare i momenti in cui Derek inizia ad avere questi pericolosi pensieri; e infine è magistrale il flashback in prigione, che spiega la sua redenzione, quante quelle idee fossero delle ca**ate (per dirla a modo suo), quanto sia sbagliato il pregiudizio sociale nei confronti delle altre razze, che è il vero messaggio del film, un tema purtroppo ancora oggi attuale.
 
Aggiunte anche le stelline al primo post, grazie al nostro "acchiappa-stelle" tuttosport23. :D
 
Immaginavo che sarei stato fra i pochissimi affatto impressionati da questo film :D

Innanzitutto la regia non mi è piaciuta, mi è parso girato come un'americanata, e il B/N a indicare i flashback come se avessimo bisogno dell'insegnante di sostegno; la sceneggiatura è di quelle che non gradisco, e cioè di quelle che ti regalano il lieto fine a 10 minuti dal termine per poi mandare tutto in malora col colpo di scena finale.
C’è anche molta retorica, molta morale, cose che non sopporto. E il tema del razzismo non è fra i miei preferiti, forse perché è qualcosa che non mi coinvolge, forse perché non conosco razzisti, o forse perché semplicemente è un tema che sta a cuore più agli americani che a noi.
Il film in sé è scorrevole, non necessita di pause né interpretazioni, è molto semplice.

Detto questo è un film che ti coinvolge dal punto di vista emotivo, per cui un 7 riesce a strapparlo
 
Mi sa che abbiamo due metri di giudizio "leggermente opposti" per definire un film "americanata" :D :laughing7:
Infatti per il sottoscritto è tutto questo film, ma americanata no grazie :D
Anche perché altrimenti dovrei trovare un altro termine per definire film come Sharknado o quei film che parlano di catastrofi naturali ma che di catastrofe hanno ben altro, e non ho molta fantasia :laughing7:
 
ed ecco la mia recensione; l'ho rimaneggiata più volte nel corso della settimana, ma discende direttamente dagli appunti presi durante la visione del film (quindi spero non sia troppo frammentaria o scritta male, per chi legge :) ).
--

Il film si apre e si chiude con inquadrature del mare. sequenze in BN all'inizio, e a colori nelle scene finali.
Con l'avanzare del film si capisce che il BN è usato per i ricordi e corrispondono ai flashback del fratello più piccolo (Danny).
L'incipit è il racconto dell'episodio che fa finire in galera Derek, il fratello più grande.
La tesina di Danny sul Mein Kampf diventa motivo per il suo insegnante per assegnare un nuovo lavoro, questa volta di introspezione, riguardante "una storia americana", incentrata su suo fratello (American History X). A quel punto diventano funzionalmente chiari -nel contesto del racconto- i paralleli BN/colore che alternano spezzoni del presente con il racconto di Danny (via flashback in BN per l'appunto).
Nel presente, si capisce come l'esperienza della detenzione abbia rappresentato per Derek un punto di svolta, tanto che al suo ritorno a casa appare completamente cambiato. Inizialmente lascia addirittura perplessi il cambiamento da prima a dopo, ma sarà proprio questo racconto, il racconto della sua detenzione, a far capire l'evoluzione che lo ha portato ad essere completamente trasformato.
"la gente mi guarda e vede mio fratello" dice il piccolo Danny durante il film: i flashback continuano ed allargano la visione al prima e dopo l'episodio dell'omicidio iniziale.
L'evolversi degli eventi in prigione porta Derek ad essere prima alleato con gli skinheads, poi ad essere critico verso di loro -che lo puniranno- e poi successivamente ad un suo isolamento, ritirandosi nello studio dei libri (portati nel frattempo dal suo professore), e maturando la convinzione sull'inutilità e l'ipocrisia delle ideologie che lo avevano mosso sino a quel momento.
Notare il guizzo comico del battibecco con il detenuto di colore in lavanderia -di cui diventerà amico- le piccole "briciole" di umanità che lo portano a maturare, quasi una nota di commedia nella cupa atmosfera che sovrasta tutto il film.
Arrivato quasi al termine del suo lavoro (la stesura della tesina, che lo occuperà per un intera notte) Danny si rende conto di quello che gli era sfuggito sino ad allora: il "seme della violenza", la natura dell'odio, erano già presenti nella famiglia. Era presente nel padre, che instillava dubbi in Derek quando ancora era uno studente modello. Questo porta Danny a commuoversi, dopo la notte passata a concludere il lavoro: il sorgere del sole rappresenta quasi una liberazione, un nuovo giorno, una speranza per il futuro. Viene spontanea la domanda: è possibile opporsi a tutto questo odio, a tutta questa violenza ? si può fare qualcosa ? La violenza genera sempre violenza oppure ci si può opporre a quello che sembrerebbe ineluttabile, ad un destino apparentemente segnato ?
Purtroppo il germe dell'odio dovra sbocciare ancora, all'alba del nuovo giorno, come a voler dimostrare il perpetrarsi del male. Danny verrà ucciso nei bagni della scuola da un coetaneo di colore, poco prima della consegna del lavoro finito.
Il film si chiude come era iniziato con la sequenza del mare, questa volta a colori. Segno del presente, non più del passato.
Ma la violenza è ancora lì, in mezzo a noi.

Cosa vuoleva raccontare il regista con questa storia ? Abbiamo una morale da dedurre ? Al regista interessava descrivere l'evoluzione di Derek (o si suo fratello, o entrambi) ? O forse è il rapporto tra fratelli ad essere oggetto di studio ? Sono più propenso ad un messaggio pessimistico che riguarda il perpetrarsi della violenza, sopra a tutte le altre interpretazioni.

Detto questo sono rimasto basso come voto perchè -seppure ben fatto- l'ho trovato un film "freddo". Non coinvolgente, non emozionante, un po' di maniera. Se -per fare un esempio che ci riguarda- in Biutiful avevamo i guizzi di Bardem, le invenzioni registiche che scuotevano la drammaticità della vicenda, qua sembra tutto un po' scontato; anche nelle scene che dovrebbero rappresentare il "climax" (l'omicidio iniziale e quello finale) abbiamo espedienti registici triti e ritriti: il ralenty, musica operistica/sinfonica come a voler sottolineare la tragicità del momento.
No, grazie, come dice giustamente qualcuno tra voi: non abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagna per mano.
:D
 
Anche perché altrimenti dovrei trovare un altro termine per definire film come Sharknado o quei film che parlano di catastrofi naturali ma che di catastrofe hanno ben altro, e non ho molta fantasia :laughing7:

CAPOLAVORI mi pare il termine corretto, almeno per sharknado
 
avete già detto quasi tutto su questo film, quindi poco altro ci sarà da dire... sono più o meno d'accordo con voi sul fatto che sia un ottimo film, non un capolavoro e nemmeno un grandissimo film, ma uscirsene fuori nel 98, quindi alla fine nei giorni nostri non è passato proprio tanto tempo dall'uscita, con un film che dichiaratamente condanna questi "ideali" razzisti, nazisti e via dicendo è una cosa molto importante...

infatti come avete già detto il film funziona perchè è attualissimo, non so come sia possibile per esempio per ZzZzZzZzZ non conoscere razzisti... cioè certo non è che uno ste persone se le fa amiche e le frequenta, ma anche ora nel 2017 ti accorgi che intorno a noi di persone razziste ce ne sono molte di più di quante pensiamo... poi certo non saranno ai livelli di hitler e nemmeno del personaggio di Norton del film, ma anche solo avere una piccola scintilla nella testa (che sia di razzismo fascismo e via dicendo) significa proprio essere stupidi e idioti... quando andavo a scuola io soprattutto, fino a 6-7 anni fa diciamo quindi non molto tardi, ce ne erano di ragazzi che, per scherzare principalmente, tiravano fuori il saluto fascista o cori del genere... si ok scherzavano certo, ma quello che il film vuole dirci è secondo me è proprio che la nostra mente, soprattutto quando si è giovani, è facilmente manipolabile, quindi mai scherzare su queste cose...

è un film quindi che per me potrebbe anche esulare dal nazismo o dall'odio dei neri e cose varie, ci parla proprio di questo ragazzo che si ritrova incastrato in una famiglia di deficienti che lo porteranno alla più tragica delle fini... certo mai tragica quanto quella di Norton, concordo veramente bravissimo in questo film, che perde la cosa a cui voleva più bene e il finale è perfetto secondo me proprio perchè assolutamente non consolatorio, ma cattivo per far capire dove porta quest'odio così inutile e che, come capisce il nostro personaggio sul finale (ormai troppo tardi) non gli ha portato nulla di buono nella vita... quindi direi che si ci sono svastiche, teste rasate, neri uccisi, pero' alla fine è "una storia americana x" cioè una storia americana qualunque non per forza di nazisti, ma che parla di odio in generale...


detto questo anche tecnicamente è veramente ben fatto, non eccellente ha alcuni difetti secondo me, tipo i troppo rallenty soprattutto nel finale, anche se due o tre di questi sono veramente ben fatti... pero' in generale è girato bene e soprattutto nelle scene in bianco e nero la fotografia è fantastica... sono queste scene in BN che mi hanno entusiasmato di più dal punto di vista tecnico e estetico, e la narrazione così spezzettata è montata in modo opportuno...

il più grande difetto per me se volessimo trovarlo è che non ci credo manco pe sogno che ad un nazi come quello, basti un po' di tempo in prigione e una nuova amicizia trovata in quel luogo per redimersi... poi certo il film non fa vedere se veramente sarebbe cambiato, ma intanto già qualcosa di grosso l'aveva fatta mettendosi contro tutti i suoi "amici" e il suo capo... pero' boh mi è sembrata troppo semplice come redenzione...
 
Alla fine sì, probabilmente è troppo semplice come redenzione. Però quello che mi ha colpito di questo film è che ti sottolinea le cause delle scelte, ed è un pregio della struttura narrativa che ti piazza al momento giusto ogni cosa per poi poterla sottolineare. Ecco, possiamo dire che Derek abbia una base non nazista, non estremista, poi le idee del padre e il fatto che, ai suoi occhi, il padre avesse ragione visto che muore in quelle circostanze, tendono prima a farlo essere più recettive verso quelle idee e poi a rafforzarle sempre più. Il fatto che abbia bisogno di una figura paterna e che la trovi in quell'uomo che sfrutta i gruppetti di giovani senza aspirazioni per diffondere l'ideologia, poi fa il resto.
Lo stesso vale per il fratello, cresce in un certo modo, ma come Derek poi emula il padre, Danny emulerà il fratello che diventerà la sua figura paterna. Quando sono a tavola padre e due figli, Derek guarda il padre, lo sguardo di Danny invece rimane sempre fermo su Derek, probabilmente ad indicare questo.

Quindi sì, è troppo semplice come redenzione, ma era anche non difficile passare in modo così repentino a pensarla da nazista. Diciamo che probabilmente si voleva sottolineare come probabilmente non si pensa troppo prima di dichiararsi estremisti.
Poi se vogliamo filosofeggiare :D la razionalità epistemica è composta da credenze, che si rafforzano con certi accadimenti e qui ci sono tutti. La morte del padre, la carcerazione di Derek, la difficile convivenza in certi quartieri ecc. Probabilmente passare dall'altra parte ha fatto rivalutare questi accadimenti a Derek e non si sono mai rafforzati in Danny.

Poi quelle parole alla fine "cosa ho fatto" mi danno proprio questa sensazione.


In mezzo a ciò c’è il valore della scuola. Scuola che deve essere uno strumento di mediazione e di insegnamento dei buoni valori. Scuola che nel film ha profondamente fallito, a scapito della realtà che ha sopraffatto la vita di un ragazzo che grazie a quella scuola stava imparando (a discapito del capofamiglia) a capire che tutte le ideologie, le azioni e le “frasi fatte” erano tutte una menzogna, una scusa per essere arrabbiati.
Insomma… Danny è passato in 24h da idolatrare Adolf Hitler a una tesina sulla fratellanza di popoli, senza distinzioni di alcun genere. E non perché è andato a scuola. Ma perché ha ascoltato e vissuto la vita di 3 anni del fratello.
Prigione batte scuola 1-0. Palla al centro.

In realtà la prigione batte la scuola fino a un certo punto. La prigione deve tendere alla rieducazione, qui invece si mostra che quel fine lo raggiunge non come dovrebbe.
La scuola il suo dovere lo stava facendo. L'ambiente, la società, l'età dei cambiamenti non tanto insomma.
 
Ultima modifica:
Beh, la redenzione non è giustificabile neanche se Derek avesse visto dio in carne ed ossa :D
Io almeno non l'ho vista di buon occhio, e forse il fatto di aver visto il film una seconda volta mi ha condizionato.
Per quanto riguarda il razzismo verso i neri, non so... qui in Sicilia ormai sono integrati. Magari se li vedi a tarda notte in gruppo stai un filo attento perche sono neri, mentre se vedi a tarda notte un gruppo di bianchi stai attento perché possono essere "mafiosi", ma a parte sta distinzione che è più teorica che pratica io non vedo razzismo. Al massimo vedo rabbia verso il fenomeno dell'immigrazione, nel vedere gente che non paga un centesimo di tasse e viene mantenuta coi nostri soldi nei centri di accoglienza, ma quello è un problema dello Stato, della UE, ecc non dei neri...
Ovviamente il mio è un discorso soggettivo; probabilmente vivo a Dogville e non posso avere la giusta visione delle cose :D
 
il film è innegabile che sia sempre attuale, condivido che tecnicamente non sia al top in certi frangenti, ma funziona anche per la sua semplicità
 
ah, mi sfuggiva una cosa: l'altro argomento che vedo nel film (oltre all'ineluttabilità del "seme della violenza"), io ci vedo il tema del passato di cui non ci si può liberare. Il passato che ritorna, con il quale avremo sempre a che fare e che prima o poi presenterà il conto delle nostre azioni.
 
In realtà la prigione batte la scuola fino a un certo punto. La prigione deve tendere alla rieducazione, qui invece si mostra che quel fine lo raggiunge non come dovrebbe.
La scuola il suo dovere lo stava facendo. L'ambiente, la società, l'età dei cambiamenti non tanto insomma.


anzi a me sembra proprio che è la scuola ad avere un ruolo fondamentale, perchè se ci pensiamo bene il Preside della scuola Sweeney e il suo ruolo educativo, che si sostituisce a quello di un vero genitore, è presente in tutte le fasi, quando c'era il padre di Derek, quando Derek è in prigione e quando aiuta Danny; lui c'è sempre fino alla fine...

E comunque è vero che è un fim sulle ideologie, sul razzismo, sull'intolleranza ma è anche soprattutto un dramma famigliare, dove tutte l'idee che hanno i protagonisti non hanno delle vere e proprie fondamenta, ma nascono attraverso il rispetto che c'è tra padre e figlio e fratello maggiore e fratello minore. sia Derek che Danny non sono mai pienamente convinti di quello che fanno o pensano, ecco perchè non mi sono meravigliato, del fatto, che ci siano voluti solo alcuni anni di carcere per la redenzione di Derek.
 
Ultima modifica:
Secondo me il fatto che la redenzione sia cosi "semplice" è dovuto al fatto che a quegli ideali lui non ci credeva fino in fondo; era stato plagiato prima dal padre, poi si era autoconvinto che la sua morte fosse colpa delle minoranze, e infine il capo dei naziskin (mi sfugge il nome ora) l'ha convertito completamente. E una volta che in prigione ha cominciato ad accorgersi di certe cose, senza che nessuno gli facesse il lavaggio del cervello, se ne è reso conto; inoltre è rimasto da solo per gran parte del tempo e l'unico amico aveva la pelle nera.
Sul conoscere razzisti o meno, magari se li incontri di persona tutti stanno un pò sulle sue; ma facendo un giro tra i social, certe volte rabbrividisco.

Ecco, ho letto solo ora il messaggio di Alex, che spiega meglio quello che intendo :D. Sono d'accordissimo.
 
stavolta sono stato io il più generoso tra tutti nei voti :D, ma io sto film l'ho trovato proprio importante, essendo anche attuale, non sembra manco un film del 1998.

capolavoro o meno, mi rendo conto che molti film si amano perchè li abbiamo visti in un derteminato momento della nostra vita, ma se li rivedessimo, quanti, a parte il valore affettivo, manterebbero il loro vero valore ?!
 
ma poi, anche dalla parte della comunità di colore, secondo voi guardando bene lo sguardo (il primo piano è indicativo) del giovane che spara a Danny, vi sembra quello di uno convinto di quello che fa?!
 
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