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Il vero canale tv che manca: ma chi me sente, ma chi me sente...

STANLEY_CASSIDY

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Senza patria e radici (ancor di più da questo disg
Più capita di imbattersi in quel pateracchio spaventoso in onda su Rai 3 ogni martedì alle 21.15, 'Gli occhi cambiano' e più c'è da riflettere sullo spreco inenarrabile che fa la Rai del suo patrimonio di reperti,filmati,interviste,programmi,insomma tutto ciò che è stato conglobato nelle cosiddette sezioni teche Rai.

Ho volutamente aperto un thread specifico sull'argomento,andando al di là del programma su Rai3 sopra accennato senza farlo confluire nel thread delle discussioni su Rai 3. Perchè qui il problema è molto più a largo raggio. Va cioè al di là dell'infinita presunzione di Uolter Veltroni, addirittura "regista" del programma che non è altro che un pastiche allucinante in cui ha tritato in pillole infinitesimali un repertorio di una bellezza e di una ricchezza indicibile. Va da sè che il grosso del lavoro di ricerca,montaggio e cucitura va assegnato più ai collaboratori, Sara Chiaretti ed Enrico Salvatori: Uolter di suo ha messo le sue (assoiutamente e totalmente) inutili parentesi di commento,di una prosopopea ed enfiagione così tronfia da fargli credere che basti questo per definirsi "autore". E magari crede pure di avere fatto "sperimentazione"...non ha inventato e proposto niente che non fosse stato già fatto un miliardo di volte meglio da chi - con molta più sobrietà e umiltà - si è cimentato negli anni nella ricerca e nel montaggio (oltre che soprattutto nella scelta dei contrasti e degli accostamenti) , ossia Blob.
Si guardi per esempio a ciò che sta proponendo Blob da parecchi giorni a questa parte: 4/5 del programma dedicati al montaggio di vere chicche risalenti a 40 anni fa: l'intervista a Indro Montanelli dopo l'attentato terroristico che subì, estratti di concerti di Bob Marley,Skiantos,Alberto Camerini,i Krisma,Johnny Cash,Tom Waits,Lou Reed,The Clash,ecc ecc, una rara intervista di Gianni Minà a Gigi Riva ed Enrico Berlinguer presenti in tribuna in occasione della finale della Coppa dei Campioni di calcio disputata a Roma nel 1977 (vinse il Liverpool);Aldo Moro che relaziona in parlamento, tribune politiche con 12 rappresentanti tutti insieme invitati da Jader Jacobelli,i collegamenti con Demetrio Volcic (c'era ancora Tito...), quelli con Ruggero Orlando, le previsioni del tempo con il colonnello Bernacca, i cartoons di SuperGulp (l cartoons in tv più belli mai realizzati)...la lista sarebbe lunghissima e di per sè Blob è l'unica trasmissione che recupera (in un modo davvero unico) gli squarci più significativi di un periodo importante della storia italiana e non solo.

Tutto questo per dire che il ridicolo zibaldone di Uolter con 'Gli occhi cambiano' impallidisce dinanzi a chi sa come si fa autentica tv,anche in un lasso di tempo compresso. E,soprattutto,fa riflettere sullo spreco pazzesco che fa la Rai delle sue storiche teche. Solo per menzionare alcuni dei personaggi da cui sono state tratte interviste ed interventi d'epoca nel programma a firma di Uolter (tritati nello spazio singolo di un minuto e poco più): Tennessee Williams,Jorge Luis Borges,Italo Calvino,Carlo Emilio Gadda,Eugenio Montale,Marc Chagall,Andy Warhol,George Simenon,Giorgio De Chirico,Isaac Asimov,Aldous Huxley,Truman Capote...ed è solo un piccolo elenco,sia chiaro. Nella maggior parte dei casi si è trattato di filmati rari e veramente d'eccezione: così come sono stati compressi non hanno potuto certamente dar modo specialmente alle nuove generazioni di poter capire e apprezzare neanche lontanamente l'importanza di questi nomi.

Non mi si venga a dire che c'è pur sempre Rai storia e la stessa Rai 5: in realtà il patrimonio dell'archivio Rai è assolutamente sterminato e impareggiabile e quei 2 canali non si avvicinano neppure in piccolissima parte a rendere l'idea.
L'autentico canale che manca in tv è proprio un canale basato sulle teche Rai: non come si è fatto finora,ma proponendo quelle interviste,quegli interventi e i programmi da cui sono stati tratti in forma integrale: senza contare il ricchissimo numero di sceneggiati realizzati da veri talenti e interpretati da mostri sacri del cinema e del teatro. E basta con le repliche che fanno 2-3 volte l'anno SEMPRE degli stessi,come 'Il segno del comando', 'A come Andromeda','La Cittadella': ce ne sono decine e decine e decine trasmessi giusto una volta o due in 50 anni: delle vere perle e rarità.

Qualcuno potrà osservare che si tratta di tv di nicchia,che la maggior parte dei filmati sono in bianco e nero e con formati tipici dell'epoca che allontanerebbero magari il pubblico. Ecco,a quale pubblico? Qui si parla di pubblico servizio che in quanto tale, anche per il proliferare dei canali tematici, rappresenterebbe davvero un grande volano culturale che travalica il problema degli indici d'ascolto.

Per usare le parole di Rino Gaetano (Accidenti quanto mi manca...) si potrebbe chiudere in modo sufficientemente calzante....

mentre il popolo si gratta

a dama c'è chi fa la patta

a settemezzo c'ho la matta

mentre vedo tanta gente

che non c'ha l'acqua corrente

non c'ha niente

ma chi me sente

ma chi me sente

https://www.youtube.com/watch?v=necfujO9cEY

https://www.youtube.com/watch?v=ne6m18RZEso
 
Pensavo anche io che c'è quel genere sul sito Rai e forse basta averli li quei contenuti.
Anche se non so cosa ci sia on line, se quasi tutto o se solo una piccola parte, se siano facile le ricerche, se è materiale originale in b/n magari restaurato, ma che non sia stato rovinato con loghi e banner colorati.
 
Quel sito web non contiene tutto il patrimonio: tra l'altro è on demand e soggiace a una serie di vincoli e regole.
No che non basta averli lì quei contenuti: tra l'altro è un modo sciatto da parte della Rai per disimpegnarsi dal problema.
Ma vi rendete conto che in Rai,quella stessa Rai di Bernabei ritenuta paludata e fossilizzata,hanno lavorato e contribuito Alberto Arbasino,Umberto Eco,Edoardo Sanguineti,Alberto Moravia,Indro Montanelli,senza contare i vari registi e attori di teatro e cinema (una lista lunghissima) tanti dei quali di grande spessore artistico-culturale? E c'era un solo canale,poi un secondo e solo dopo molti lustri un terzo: nonostante questo i documenti e le trasmissioni prodotte sono ancor oggi preziosissime; purtroppo su molte di esse si è sedimentata la polvere dell'oblio e della noncuranza,preferendo lasciarli in un'area da sotterraneo angusto e malsano
 
Tutti chiedono a gran voce il ritorno di Raisat album però non pensano al fatto che è inutile nel 2017 e quindi porta meno share rispetto ai canali attuali. Nessuna tv di stato manda in onda vecchi contenuti di canali dedicati
 
la gente preferisce le frivole americanate (messe li apposta) al posto della cultura e trasmissioni di approfondimento e questo porta ad avere un popolo di beoti ciechi per la gioia di chi ci governa.
 
Sono assolutamente d'accordo con te, Stanley, è sempre un piacere leggerti ... Indro Montanelli ... sto rivedendo su Youtube la sua storia d'Italia a puntate (ne ho anche la collana cartacea) ... che acume, che divulgatore, e che profeta ...
 
Comunque su Raiplay, almeno per quanto riguarda lo spettacolo e gli sceneggiati, qualcosa hanno fatto di vintage
Poi sono andati a rispolverare una grande trasmissione grandiosa, a mio parere, cioè "Telefono giallo".
Anche se il discorso che sto facendo è parzialmente OT rispetto al post di Stanley
 
Una volta, tanti anni fà se la tv nazionale avrebbe fatto vedere la storia d'italia di Montanelli ci sarebbe stata una insurrezione da parte dal popolo della sinistra, adesso viene celebrato come un liberale dimenticando che ha partecipato al fascismo di Mussolini, almeno all'inizio!!!
 
Stanley, Veltroni ha fatto come sindaco la casa del jazz costruendo un teatro apposta, per me massimo rispetto!
 
Pienamente d'accordo sugli elogi a Blob, ma la cosa che mi lascia assai perplesso è il paragone tra la trasmissione storica di Rai 3 e il programma del buon Walter Veltroni.
Si parla di due prodotti assolutamente diversi. Blob è una striscia quotidiana nata per demolire la tv di oggi che poi ha attinto e continua a farlo nell'immenso patrimonio d'archivio della Rai, il lavoro di Veltroni ( criticabile certamente ) è un documentario a puntate tutto incentrato sul materiale delle teche per mantenere viva la memoria su spaccati di vita del Paese. Un progetto ambizioso, non solo per la sua natura intrinseca ma anche e sopratutto perché destinato al pubblico di Rai 1 ( non a quello di Rai 3 dove viene ospitato in replica nelle prime serate estive ). Anche un profano di tv dovrebbe capire che il curatore di un programma simile non può e non deve seguire il pur ottimo lavoro degli autori di Blob ma prendere strade più "facili" per attirare il pubblico dell'ammiraglia Rai. Intento non raggiunto, non perchè Veltroni non sia bravo come quelli di Blob ma perché il grande pubblico non è più abituato al bianco e nero e si aspetta altro.
Infine trovo paradossale come col tempo possano cambiare i giudizi sulle persone. La Rai di Bernabei all'epoca era ferocemente criticata dagli intellettuali o presunti tali, ora dagli stessi viene vista come esempio fulgido di cultura e di grande televisione.
 
Mi sono ben guardato, parlando di Veltroni e Montanelli, dall'esprimere valutazioni politiche: il giudizio su Uolter era tutto rivolto alla sua pretesa di considerarsi autore - firmandosi regista - di un programma completamente sbagliato nella struttura e nell'idea di fare un collage che a tutti gli effetti si è rivelato essere un'accozzaglia gestita nel peggior modo possibile. Pubblico di Rai1,pubblico di Rai 3...mah...ci credo molto poco alle etichette e agli incasellamenti tanto cari a chi si occupa di share e tipologie di spettatori: vedete,risiede proprio qui il fulcro del problema. La Rai di Bernabei era soggiacente a un cumulo di censure,verbali e non,dinanzi alle quali furono allontanati dal grande schermo Mina perchè incinta di Massimiliano Pani senza essere sposata così come Tognazzi e Vianello che subirono la stessa sorte per una salace quanto innocente gag sull'allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Censure che giunsero al parossismo di non accettare non solo che non potessero essere pronunziate interiezioni che non avrebbero scandalizzato neppure una suora,ma finanche alla proibizione della parola membro del parlamento,perchè il primo termine poteva risultare troppo osceno all'udito.
Era una Rai ingessata,ripeto (nuovamente) paludata e fossilizzata per tanti aspetti, ma ci si dimentica un aspetto importante: aveva una finalizzazione educativa. Potrà sembrare una definizione retorica,fuori tempo e luogo; ma in realtà quella Rai era nata non solo come strumento di spettacolo,ma con lo scopo suppletivo di educare una gran parte della pooolazione che era rimasta tagliata fuori dai circuiti scolastici. Non mi riferisco solo a trasmissioni come "Non è mai troppo tardi",ma proprio alla struttura complessiva dei programmi: prova ne sono i tanti classici della letteratura e del teatro adattati spesso in modo splendido (per la cura estrema dei dettagli e delle ambientazioni) negli sceneggiati e nelle pieces.
Il discorso sulla cosiddetta intellighenzia voltagabbana e che salta di palo in frasca non tiene: non si tratta di fare il 'laudator temporis acti'(l'elogio del tempo che fu),ma di riconoscere quello che ha costituito,nel bene come nel male. E di tenere sempre presente che le censure più feroci - specialmente politiche - sono arrivate ben dopo l'epoca di Bernabei: nel frattempo nella Rai di Bernabei lavorarono Eco,Arbasino,Sanguineti,Moravia, guarda caso tutti non certamente vicini politicamente a Bernabei. Nessuno di loro aveva simpatia per la DC ma accettarono di lavorare sapendo che avevano la garanzia di potersi esprimere nei loro campi: Bernabei era un ferreo democristiano DOC ma capiva che era importante permettere di esprimersi,anche al fuori del suo perimetro. E così sorsero anche tutta una serie di programmi culturali anche con un linguaggio sufficientemente forbito e colto,ma non da iniziati: voglio dire che anche il pubblico più acculturato aveva modo di poter apprezzare i contributi di personaggi di grande spessore,come p.es quelli che avevo sopra menzionato:Calvino,Montale,Gadda,De Chirico,Simenon,ecc.

Quando perciò si parla di pubblico,di target, di aree,si pensa implicitamente che lo spettatore debba essere imbeccato,che abbia bisogno della pappetta pronta,che debba essere condotto per mano: ci sarà certo una parte,per quanto grande, che è disposta a trangugiare programmi spazzatura e che non ha alcuna pretesa di azionare i neuroni,ma di lasciarli solo riposare (e magari inebetire) davanti allo schermo. Ma c'è anche chi a torto pensa che l'ideazione di un programma vada canalizzata e plasmata: si fa spesso torto all'intelligenza di chi guarda la tv,rassegnandosi all'idea - come ha detto qualcuno - che sia "inutile" riproporre i programmi e gli interpreti di una tv di alcuni lustri fa,anche per via della desuetudine al bianco e nero. Niente di più sbagliato,a mio avviso: laddove è necessario è giusto dare anche delle sane scosse.muoversi in controtendenza,accettare i rischi,accantonare i clichet,saper essere spiazzanti,muoversi anche per ellissi per non ammannire giusto un brodino.
Mi domanco che razza di regista o sceneggiatore alle prime armi può iniziare una carriera senza conoscere i classici: alla stessa stregua che si studiano a scuola se non i classici? Prendete "I guerrieri della notte" di Walter Hill: è ispirato all'Anabasi di Senofonte. Ok,è un film del 1979 e si potrà dire che a quasi 40 anni di distanza è esso stesso a suo modo un classico. Più in là negli anni vari lavori p.es. di John Carpenter, Quentin Tarantino,Cristopher Nolan non si sarebbero mai concretati prescindendo dai classici.

Capitolo Blob/Veltroni: evidentemente non si è colto il senso delle mie parole oppure non sono stato abbastanza chiaro. Non ho affatto paragonato il programma di Veltroni a Blob: ho giusto fatto presente piuttosto che, oltre al disossamento e al sano spirito caustico che l'ha sempre contraddistinto,Blob sta ripercorrendo da vari giorni gli accadimenti in tv di 40 anni fa (ieri anche con un prezioso ricordo della strage di Bologna del 1980 per via della ricorrenza). E lo sta facendo ricorrendo chiaramente alle teche Rai: anche in questo caso un collage,ma con ben altro taglio. Più di una volta in questi anni Blob ha fatto degli inserti,all'interno delle immagini della tv del giorno prima, di immagini del passato; e non buttandole lì a...membro di segugio
Sta qui il punto: Uolter aveva a disposizione 80 minuti di tempo per puntata e invece di selezionare e rendere più organico il montaggio,ha messo dentro di tutto col risultato di fare un minestrone indistinto e senza identità e anima. Invece di buttare dentro 50-60 filmati,avrebbe potuto metterne molti meno e privilegiare quelli meno passati e ri-passati in tv. Voglio dire che se vuoi usare i filmati delle teche,occorre anche saperli padroneggiare: e il montaggio non è un'operazione da ultima ruota de carro,anzi...Tutto qui: ovvio che non può esistere il minimo paragone fra il programma di Uolter e Blob. I riferimenti erano legati agli intenti di sperimentazione,di montaggio e di immagini del passato: c'è chi è professionista e chi aspira a cimentarsi nei dilettanti...allo sbaraglio.
Fortuna che ci pensano...i cani. Uolter avrà pure contribuito alla casa del jazz,ma ne ha anche fatte...ops dovrei dire NON fatte di ogni...Stendo perciò un pietoso velo e lascio che a parlare siano i commenti sul zosial dei cinguettii in occasione del morso di un cane che ha ricevuto di recente ad una Festa dell'Unità (in particolare fate caso al secondo commento...)

http://www.tgcom24.mediaset.it/poli...-l-ironia-corre-su-twitter_3081149-2017.shtml

Infine circa Montanelli: non ne ho fatto alcun epinicio o peana. Conosco le sue posizioni all'epoca del fascismo,compreso la vicenda del matrimonio con una bambina eritrea di 12 anni...Ci sarebbero tante cose da dire,ma non è certamente il luogo adatto.
Di sicuro è stato un grande giornalista e non un pennivendolo: alcuni se ne sono resi conto tardi,alcuni erano troppo obnubilati dai preconcetti.
Aveva la schiena dritta,in tutti i sensi,anche quando fu gambizzato: pur di non finire in ginocchio davanti agli attentatori si afferrò alla ringhiera di ferro alle sue spalle. E quando fu intervistato appena dopo l'attentato,alla domanda se avrebbe ripreso a scrivere,replicò: "certamente,da qui a pochi minuti". Controreplica: "Scriverà circa il suo attentato,immagino". Con un sorriso benevolo Montanelli soggiunse "nooo,questo è stato giusto un incidente di percorso".

Ecco,basterebbe questo a far capire di che pasta fosse fatto
 
di che pasta fosse Montanelli si sapeva! Era un fascista tutto di un pezzo, non capisco tutto il resto che hai scritto!, colpa mia certamente!!!
 
Era fascista alle prime armi...poi durante la guerra d'Etiopia(se non mi ricordo male)...capi che i giovani che credevano al fascismo(anche lui stesso) erano stati ingannati...fu una rivoluzione di cartone...non rinnegò mai il passato ma non ne andava più fiero
 
Era fascista alle prime armi...poi durante la guerra d'Etiopia(se non mi ricordo male)...capi che i giovani che credevano al fascismo(anche lui stesso) erano stati ingannati...fu una rivoluzione di cartone...non rinnegò mai il passato ma non ne andava più fiero

Infatti.
Stessa considerazione di mio nonno, da quello che ho ricostruito (è morto prima che io nascessi). Anche mio nonno fece la campagna d'Africa, ma più tardi fu tra coloro che diciamo "aiutarono" a creare le ACLI nel Lazio.
 
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