I servizi OTT li ho integrati alla visione dei canali lineari via satellite ed è questa l'opzione che ho votato. Domando scusa a Massimomarcello se mi permetto di fare una piccola riflessione personale, ma la discussione è interessante e vorrei fare alcune considerazioni.
I meriti riconosciuti ai servizi OTT sono molti, c'è chi li ama per l'estrema flessibilità di fruirli praticamente su qualsiasi dispositivo, chi per la sensazione di libertà che danno rispetto ai rigidi palinsesti lineari, chi invece per il prezzo mediamente molto contenuto, chi invece li usa per semplice necessità, cioè perché gli sport o le serie TV che segue sono in esclusiva su un determinato servizio e quindi non ci sono altre alternativa per seguirli.
Qualunque sia il nostro approccio, secondo me il vero merito e punto di forza degli OTT è solo uno: il prezzo e la possibilità di attivarli e disattivarli quando si vuole. Gli altri punti di forza sono in tutto o in parte stati eguagliati dalla televisione tradizionale, perché ormai tutte le emittenti, sia in chiaro che a pagamento, offrono degli interessanti cataloghi on-demand, la visione multischermo e funzionalità d'interazione avanzate che consentono a chiunque di vedere quello che vuole quando vuole, come vuole e ogni volta che vuole.
Quindi, a favore degli OTT rimangono solo il prezzo e l'abbonamento flessibile. Se la flessibilità di disdire quando si vuole è ancora ineguagliata dalle pay TV tradizionali, il prezzo è invece un'arma a doppio taglio o rischia di esserlo. Mi spiego: se si guarda poca televisione e si hanno pochi interessi, allora pagare 10 euro al mese per vedere un po' di sport o di film è un affare, ma se si è telespettatori assidui o si hanno interessi trasversali, un solo servizio spesso e volentieri non basta. Si è così costretti ad abbonarsi a più servizi, con la conseguenza che da 10 euro al mese si finisce per spenderne anche 30 o 40 di euro, per cui in quei casi il risparmio, rispetto alle pay TV "tutto compreso" tipo Sky, scompare del tutto. Vero che si può disdire mese per mese e alternare i servizi, ma ripeto: se si è spettatori "onnivori", è quasi fisiologico rimanere sempre abbonati mese dopo mese per non perdersi nulla. Insomma, risparmio e flessibilità sì, ma dipende sempre da caso a caso e non è tutto oro quello che luccica in quanto con gli OTT non ci vuole niente a far lievitare la spesa mensile come e forse più di quanto si pagherebbe con Sky. Il tutto, senza contare che la stessa Sky ha molti contenuti in esclusiva e quindi in caso i vari DAZN, Netflix e compagnia andrebbero associati a Now TV, i cui costi non sono certo indifferenti.
L'altro aspetto su cui ci si deve focalizzare è quello tecnico. Troppo spesso sento dire e leggo frasi del tipo "Internet è il futuro della TV", frasi secondo me molto superficiali e poco realistiche. La diffusione dei contenuti via Internet è tecnicamente poco efficiente rispetto al satellite o al digitale terrestre, perché via IP ad ogni spettatore collegato deve essere inviato un flusso dati dedicato (unicast), quindi a un milione di individui collegati vanno inviati un milione di flussi, mentre con il satellite o il DTT un solo flusso dati può essere inviato anche a svariati milioni di spettatori (multicast), per cui si raggiunge il massimo dell'efficienza distributiva. Da questa banale considerazione si capisce che lo streaming è perfetto per la personalizzazione dell'offerta, ovvero per la trasmissione on-demand, ma è inadeguato per la copertura di grandi eventi mediatici in diretta. La trasmissione satellitare e terrestre è invece l'esatto contrario, ovvero incapace di soddisfare le richieste del singolo cliente ma perfetta per raggiungere in maniera efficiente e con una qualità uniforme milioni di persone tutte collegate nello stesso momento.
Per questa ragione io insisto da tempo nel dire che la TV del futuro non potrà che essere ibrida, ovvero un modello verso cui stanno andando tutte le emittenti televisive che affianca alla trasmissione satellitare o terrestre lo streaming via Rete, perché ognuna delle tecnologie compensa le mancanze dell'altra offrendo una fruizione completa.
Chi insiste nel volersi isolare nella propria nicchia, vedi DAZN ad esempio, ne sta pagando le conseguenze con continui disservizi. La stessa Amazon, che pure è in possesso di una delle infrastrutture di rete più potenti e moderne al mondo, ha avuto problemi tempo fa quando trasmise i Gran Bretagna alcuni eventi sportivi in diretta. Questo perché, come dicevo prima, è lo stesso streaming ad essere per natura inefficiente in questi casi. Se ne riparlerà se e quando arriverà sul mercato uno streaming multicast in grado di replicare il broadcasting tradizionale, ma fino ad allora, l'ibrido sarà l'unico futuro possibile, con buona pace degli integralisti dell'OTT come DAZN e di chi li crede l'unico futuro possibile per l'intrattenimento televisivo.