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Discussione sul Coronavirus (Covid-19)

Stato
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Alcuni posti di lavoro, non permettono di consumare il pranzo in ufficio, e poi comunque una pausa ci vuole. La domanda quindi è : ormai che il processo è avviato, e sembra irreversibile, in che direzione si sta andando, con lo "Smart Working" o Lavoro Agile?
 
La soluzione per me sarebbe molto semplice per bar e tavole calde: lavaggio delle mani OBBLIGATORIO per qualsiasi cliente, disinfezione dei tavoli e dei servizi igienici continua, obbligo di distanziamento e plexiglass.
Inutile che i gestori piangano, quando tutto ciò che sono riusciti a fare è mettere una colonnina con un gel idroalcolico col dispenser lercio da mille ditate. Il cliente vuole sentirsi SICURO a livello igienico, altrimenti è normale che preferisce mangiare a casa
 
Vallo a dire a quelli che lavorando dentro bar e riistoranti portano a casa la pagnotta.Roba da matti.

Sono d'accordo, ma prima si accorgono che niente tornerà come prima, prima potranno limitare i danni.
Ormai le dirigenze si stanno accorgendo che esistono modalità molto più economiche e produttive per far andare avanti un'azienda.
 
Anche dalla mia compagna, nel campo dell'informatica, hanno deciso di fare 2 gg. a settimana in presenza...

Le varie aziende informatiche con cui sto lavorando sono ancora al 100% in smart working, lavoriamo con call e conferenze da remoto, e neanche poi così frequenti, una volta assimilato il flusso lavorativo e coordinati tutti, bastano poi i gruppi di discussione su teams per interagire tra colleghi.
Salvo casi particolari da noi lo smartworking continuerà al 100% almeno fino a fine anno.
 
Oggi, 5 agosto, l’incremento giornaliero dei casi totali è +0,15% (ieri +0,07%) con 248.803 contagiati totali, 200.976 guarigioni e 35.181 deceduti (+10); 12.646 le infezioni in corso (ieri 12.482).

lab24.ilsole24ore.com
 
Le varie aziende informatiche con cui sto lavorando sono ancora al 100% in smart working, lavoriamo con call e conferenze da remoto, e neanche poi così frequenti, una volta assimilato il flusso lavorativo e coordinati tutti, bastano poi i gruppi di discussione su teams per interagire tra colleghi.
Salvo casi particolari da noi lo smartworking continuerà al 100% almeno fino a fine anno.
L'azienda di cui trattasi è una di quelle nota a Reggio per spingere sullo smart fin da prima dell'emergenza e si era già riorganizzata in quel senso da un paio d'anni (riduzione postazioni di lavoro, no computer e telefoni fissi sulle scrivanie, che ognuno si porta il suo...).
Per il resto lo smart work al 100% ormai è un ricordo lontano...come dicevo l'altro giorno sostanzialmente (servizio dopo servizio) il Comune è tornato quasi al 100% in presenza, con provvedimenti dirigenziali (secondo me illegittimi, visto il decreto...ma tant'è...)
Le altre aziende stanno tra questo estremo e quello che dicevo prima (2 giornate in presenza), non ho notizie di smart totale...
 
Non fate copia e incolla (soprattutto se integrali) dai siti web, soprattutto il sole24 ecc...
 
A Reggio il settore in centro era già in crisi per due motivi:
1. che il Comune, dopo un contenzioso di anni, ha accettato che i buoni pasto venissero spesi ai supermercati...per cui col cavolo che i dipendenti vanno al bar, li usano per far la spesa e si portano qualcosa da casa...mi dicono che in bar/ristoranti ci vanno giusto i dirigenti, che non hanno problemi di soldi...
2. per la capillare diffusione dei buoni elettronici, che rende impossibile il nero...

Non sapevo che fosse prerogativa del comune decidere dove spendere i buoni pasto.Comunque quando erano ancora cartacei c'era veramente chi ci faceva la spesa il sabato....ora che li hanno dematerializzati credo sia piu difficile accumularli per spenderli in una volta.
Comunque parlando di smart working conosco gente che l'ha maledetto dal primo giorno.Ci sono situazioni familiari che sono incompatibili con il lavoro da casa.
 
Non sapevo che fosse prerogativa del comune decidere dove spendere i buoni pasto.Comunque quando erano ancora cartacei c'era veramente chi ci faceva la spesa il sabato....ora che li hanno dematerializzati credo sia piu difficile accumularli per spenderli in una volta.
Comunque parlando di smart working conosco gente che l'ha maledetto dal primo giorno.Ci sono situazioni familiari che sono incompatibili con il lavoro da casa.
C'è un equivoco: parlo dei buoni pasto dei dipendenti comunali (che in Centro sono una bella botta): chiaro che chi concede i buoni pasto può delimitarne l'uso (anche se anche questo è un po' distorsivo del mercato).
Comunque anche quelli su badge di solito sono cumulabili ;)
Quello che dici direi rinforza quanto affermavo, da noi lo smart mica ha "preso" tanto: c'è una cultura del lavoro molto poco individualistica e se lo smart, o presunto tale, non sfrutta meglio, come diceva porf, gli strumenti di lavoro comune...
Poi non sempre è possibile e poi spesso si trascura quello che dici tu, cioè che per molti la situazione famigliare e abitativa è di ostacolo...
P.S. sia chiaro, io invece, laddove è possibile, penso sia molto positivo...in senso OT... :D
Cioè a prescindere dal Covid...
 
L'azienda di cui trattasi è una di quelle nota a Reggio per spingere sullo smart fin da prima dell'emergenza e si era già riorganizzata in quel senso da un paio d'anni (riduzione postazioni di lavoro, no computer e telefoni fissi sulle scrivanie, che ognuno si porta il suo...).
Per il resto lo smart work al 100% ormai è un ricordo lontano...come dicevo l'altro giorno sostanzialmente (servizio dopo servizio) il Comune è tornato quasi al 100% in presenza, con provvedimenti dirigenziali (secondo me illegittimi, visto il decreto...ma tant'è...)
Le altre aziende stanno tra questo estremo e quello che dicevo prima (2 giornate in presenza), non ho notizie di smart totale...

Qui a Roma i ministeri, e quindi a catena tutti quelli che ci lavorano in appalto, sono ancora in Smart working tranne ovviamente i servizi al pubblico, e lo resteranno così fino alla cessazione dello stato di emergenza.
D’altronde la cosa è inevitabile visto lo stato pietoso del servizio di trasporto pubblico, è in sofferenza adesso con poca gente in ufficio, figuriamoci se dovessero tornare tutti.
 
A Reggio il settore in centro era già in crisi per due motivi:
1. che il Comune, dopo un contenzioso di anni, ha accettato che i buoni pasto venissero spesi ai supermercati...per cui col cavolo che i dipendenti vanno al bar, li usano per far la spesa e si portano qualcosa da casa...mi dicono che in bar/ristoranti ci vanno giusto i dirigenti, che non hanno problemi di soldi...
2. per la capillare diffusione dei buoni elettronici, che rende impossibile il nero...

qui da sempre il rpoblema è opposto...i buoni non li accetta nessuno compresi supermercati xkè hanno pagamenti troppo dilazionati e i piccoli non possono aspettare 90 giorni. nei pochi supermercati che li accettano la procedura era diventata insostenibile e creava file assurde. ora non so col la dematerializzazione xkè i buoni...non li danno proprio più:laughing7:
 
La soluzione per me sarebbe molto semplice per bar e tavole calde: lavaggio delle mani OBBLIGATORIO per qualsiasi cliente, disinfezione dei tavoli e dei servizi igienici continua, obbligo di distanziamento e plexiglass.
Inutile che i gestori piangano, quando tutto ciò che sono riusciti a fare è mettere una colonnina con un gel idroalcolico col dispenser lercio da mille ditate. Il cliente vuole sentirsi SICURO a livello igienico, altrimenti è normale che preferisce mangiare a casa

alla luce dei comportamenti non vedo terrore in giro. è cambiato il modo. si faceva xkè lo facevano tutti...ora lo fanno in meno l'ufficio non è + come prima. idem nei ristoranti il problema non sono distanza ecc, ma che abbiamo perso l'abitudine di mangiare fuori e ci si va con meno facilità. la cena che prima la facevi con gli amici ora diventa + facilmente una braciata anche solo per sfruttare la possibilità di stare all'aperto invece che al chiuso.

tranne alcuni casi xkè non si può generalizzare abbiamo meno tavoli...che rimangono comunque vuoti a prescindere e anche aree esterne sui marciapiedi o direttamente sui muri inutilizzate xkè fa un zzo di caldo. e le arie condizionate si usano eccome, le hanno demonizzate solo social e giornali con un articolo cinese al pari di quello che nell'autobus ha infettato quello a 8 metri ma non quelli vicini...insomma una cavolata. la differenza tra l'aria creata da un ventilatore o condizionatore o una finestra che fa riscontro o un forte vento...io ancora devo coglierla
 
Ultima modifica:
Vorrei solo informare che nel viaggio che ho fatto domenica scorsa da Torino ad un villaggio in provincia di Foggia, nei tre autogrill in cui ci siamo fermati, in uno il dispenser era vuoto negli altri due non c'era neanche la colonnina. Senza contare le persone vicine al bancone. L'unica cosa presente in uno addirittura la visiera per i baristi e il plexiglas. Negli altri due solo mascherina.
Diciamo che stiamo sottovalutando il tutto.
Lo capisco, anche se non lo accetto questo tipo di atteggiamento, al centro-sud, che è stato meno colpito, ma non nelle regioni del nord.
Speriamo solo che il distanziamento e la vita all'aperto siano utili al mancato proliferare del virus. Fortunatamente al villaggio ci sono regole stringenti e applicate coscienziosamente (alcuni ci hanno raccontato delle perdite di familiari e amici nelle loro città, note come focolai, alla faccia dei pericolosi negazionisti).
 
andiamo bene...........


Coronavirus, seconda ondata: già pronto il piano dell'Esercito !!!
Il piano dell'Esercito in previsione di una possibile seconda ondata di coronavirus in Italia

L’aumento dei casi di coronavirus in Europa, a fronte di una situazione ancora relativamente tranquilla in Italia, ha fatto tornare d’attualità il tema del rischio di una seconda ondata di Covid-19 nel nostro Paese. Secondo quanto scrive ‘Il Messaggero’, l’Esercito italiano avrebbe già pronto un piano per far fronte a un eventuale nuovo boom di contagi.

In previsione di una possibile seconda ondata, i magazzini sono già stati riempiti con tutto il necessario, in modo da garantire un’autonomia di almeno 90 giorni.

In particolare, l’Esercito italiano dispone già di 10mila mascherine Ffp3, 300mila Ffp2 e 3 milioni di chirurgiche, 100mila test sierologici, 6000 tute, 4000 occhiali e diverse migliaia di calzari e doppi guanti.

Sul fronte mezzi, il parco auto dell’Esercito è stato arricchito con l’acquisto di 4 ambulanze specifiche per il biocontenimento, che verranno dislocate a Roma e Milano.

Non è tutto: l’Esercito, in caso di necessità, è già in grado di spostare rapidamente lungo tutto il Paese 250 medici e 400 infermieri. Si prevede l’adozione di piccoli gruppi di lavoro a sostegno delle unità operative delle Asl nelle varie regioni d’Italia.
 
Meno male che si sono preparati, in questi casi bisogna sempre sperare per il meglio ma prepararsi per il peggio.
 
andiamo bene...........


Coronavirus, seconda ondata: già pronto il piano dell'Esercito !!!
Il piano dell'Esercito in previsione di una possibile seconda ondata di coronavirus in Italia

L’aumento dei casi di coronavirus in Europa, a fronte di una situazione ancora relativamente tranquilla in Italia, ha fatto tornare d’attualità il tema del rischio di una seconda ondata di Covid-19 nel nostro Paese. Secondo quanto scrive ‘Il Messaggero’, l’Esercito italiano avrebbe già pronto un piano per far fronte a un eventuale nuovo boom di contagi.

In previsione di una possibile seconda ondata, i magazzini sono già stati riempiti con tutto il necessario, in modo da garantire un’autonomia di almeno 90 giorni.

In particolare, l’Esercito italiano dispone già di 10mila mascherine Ffp3, 300mila Ffp2 e 3 milioni di chirurgiche, 100mila test sierologici, 6000 tute, 4000 occhiali e diverse migliaia di calzari e doppi guanti.

Sul fronte mezzi, il parco auto dell’Esercito è stato arricchito con l’acquisto di 4 ambulanze specifiche per il biocontenimento, che verranno dislocate a Roma e Milano.

Non è tutto: l’Esercito, in caso di necessità, è già in grado di spostare rapidamente lungo tutto il Paese 250 medici e 400 infermieri. Si prevede l’adozione di piccoli gruppi di lavoro a sostegno delle unità operative delle Asl nelle varie regioni d’Italia.

Non ci vedo niente di strano. Stavolta si sono preparati qualora ci dovesse essere una fortissima recrudescenza del contagio (speriamo ovviamente che non ci sia...).

Dobbiamo essere vigili, ma allo stesso tempo stare tranquilli :)
 
Ultima modifica:
Vorrei solo informare che nel viaggio che ho fatto domenica scorsa da Torino ad un villaggio in provincia di Foggia, nei tre autogrill in cui ci siamo fermati, in uno il dispenser era vuoto negli altri due non c'era neanche la colonnina. Senza contare le persone vicine al bancone. L'unica cosa presente in uno addirittura la visiera per i baristi e il plexiglas. Negli altri due solo mascherina.
Diciamo che stiamo sottovalutando il tutto.
Lo capisco, anche se non lo accetto questo tipo di atteggiamento, al centro-sud, che è stato meno colpito, ma non nelle regioni del nord.
Speriamo solo che il distanziamento e la vita all'aperto siano utili al mancato proliferare del virus. Fortunatamente al villaggio ci sono regole stringenti e applicate coscienziosamente (alcuni ci hanno raccontato delle perdite di familiari e amici nelle loro città, note come focolai, alla faccia dei pericolosi negazionisti).

il plexigalss serve dove non c'è mascherina...tipo postazione singola di ufficio aperta al pubblico oppure se in un ristorante sta una alla cassa immobile non serve che affoghi anche con la macherina. se hanno la mascherina va già bene come il fruttivendolo che ha la mascherina mentre ti serve così la gente smette di spiaccicare tutto con le mani. confermo i dispenser vuoti un po' ovunque xkè invece di quelli superfighi non hanno messo dei banali dispenser da sapone da fare refill costano infinitamente meno. ad ogni modo io ho il mio anche xkè nessuno specifica la qta di alcool ma farebbe bene ci fosse ovunque arrivarono con l'aviaria e poi son spariti anche quella volta.

andiamo bene...........


Coronavirus, seconda ondata: già pronto il piano dell'Esercito !!!
Il piano dell'Esercito in previsione di una possibile seconda ondata di coronavirus in Italia

L’aumento dei casi di coronavirus in Europa, a fronte di una situazione ancora relativamente tranquilla in Italia, ha fatto tornare d’attualità il tema del rischio di una seconda ondata di Covid-19 nel nostro Paese. Secondo quanto scrive ‘Il Messaggero’, l’Esercito italiano avrebbe già pronto un piano per far fronte a un eventuale nuovo boom di contagi.

In previsione di una possibile seconda ondata, i magazzini sono già stati riempiti con tutto il necessario, in modo da garantire un’autonomia di almeno 90 giorni.

In particolare, l’Esercito italiano dispone già di 10mila mascherine Ffp3, 300mila Ffp2 e 3 milioni di chirurgiche, 100mila test sierologici, 6000 tute, 4000 occhiali e diverse migliaia di calzari e doppi guanti.

Sul fronte mezzi, il parco auto dell’Esercito è stato arricchito con l’acquisto di 4 ambulanze specifiche per il biocontenimento, che verranno dislocate a Roma e Milano.

Non è tutto: l’Esercito, in caso di necessità, è già in grado di spostare rapidamente lungo tutto il Paese 250 medici e 400 infermieri. Si prevede l’adozione di piccoli gruppi di lavoro a sostegno delle unità operative delle Asl nelle varie regioni d’Italia.

a me tranquillizza sta cosa! xkè a te ti preoccupa? non torniamo al vetusto concetto di "la mascherina spaventa gli ospiti" xkè gli ospiti preferivano lo spavento alla morte. poi se lo dice il messaggero è per puntualizzare che siamo in uno stato militarizzato dove si fanno decreti di emergenza a ****...ma dai loro social non vedono le cavolate astronomiche che fanno all'estero. mi pare che siamo ancora i meno peggio. ovvio possiamo peggiorare, ma alemno abbiamo bollato come **** all'unanimità i convegni negazionisti

Questo è a capo di una delle più grandi potenze al mondo....
ma infatti dovevano pensarci prima di eleggerlo, purtroppo in fase d elezione siamo un po' tutti inebriati e inebetiti
 
Stato
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