4 gennaio 2006 - Tenere il proprio cane legato alla catena agganciata a un palo con la scritta 'attenti al cane', non salva i titolari di un locale aperto al pubblico - proprietari dell'animale - dalla condanna penale e dal risarcimento danni nel caso in cui l'animale azzanni chi gli passa troppo vicino. Lo sottolinea la Cassazione - con la sentenza 47354 - invitando i padroni dei cani aggressivi a mettere il cartello di 'attenti al cane' all'ingresso del locale, e non a ridosso dell'animale. Altrimenti i clienti non possono usare le necessarie precauzioni.
Con questa decisione la Suprema Corte ha dichiarato ''inammissibile'' il ricorso di marito e moglie, padroni di un pastore bergamasco, e gestori di una malga a Cles (Tn), in Alto Adige. La coppia (Loretta Z. e Lino P.) dopo essere stata assolta in primo grado, era stata condannata alla multa di 200 euro in appello - il 19 febbraio 2003 - per ''lesioni colpose gravi'' oltre alla rifusione dei danni causati a una bambina di nove anni dai morsi del loro cane.
La piccola, entrata con i genitori nella malga durante una gita in montagna, aveva gironzolato fino alla stalla dove era legato il cane. I padroni del pastore bergamasco si sono difesi facendo presente che vicino al cane c'era il cartello che invitava a tenersi alla larga da lui.
Ma la Cassazione ha confermato la loro responsabilita' - nella misura del 60%, essendo il 40% a carico dei genitori che non avevano ben vigilato sulla bimba - per non aver messo il cartello all'entrata del locale in modo da avvertire preventivamente gli avventori della presenza del cane aggressivo.(ANSA)
Con questa decisione la Suprema Corte ha dichiarato ''inammissibile'' il ricorso di marito e moglie, padroni di un pastore bergamasco, e gestori di una malga a Cles (Tn), in Alto Adige. La coppia (Loretta Z. e Lino P.) dopo essere stata assolta in primo grado, era stata condannata alla multa di 200 euro in appello - il 19 febbraio 2003 - per ''lesioni colpose gravi'' oltre alla rifusione dei danni causati a una bambina di nove anni dai morsi del loro cane.
La piccola, entrata con i genitori nella malga durante una gita in montagna, aveva gironzolato fino alla stalla dove era legato il cane. I padroni del pastore bergamasco si sono difesi facendo presente che vicino al cane c'era il cartello che invitava a tenersi alla larga da lui.
Ma la Cassazione ha confermato la loro responsabilita' - nella misura del 60%, essendo il 40% a carico dei genitori che non avevano ben vigilato sulla bimba - per non aver messo il cartello all'entrata del locale in modo da avvertire preventivamente gli avventori della presenza del cane aggressivo.(ANSA)