• Non sono ammesse registrazioni con indirizzi email temporanei usa e getta

Il futuro della radio in Italia

Comunque sulle autostrade abruzzesi, con gallerie di 4km, 5,5Km, il Gran Sasso di 10,5km ed una altra decina attorno al km, l’ip di norma non funziona. L’unica è Isoradio, che si sente oltretutto meglio in galleria che fuori.
Certo, perchè è protetta da interferenze...
Io ebbi occasione di monitorare il primo tratto sperimentale di Isoradio appena attivato tra Bologna e Firenze (non mi ricordo nemmeno più quanti anni fa... :D ) e (a parte altri problemi, anche banali, tipo trasmettitori modulati male) andava meglio in galleria...
 
Certo, perchè è protetta da interferenze...
Io ebbi occasione di monitorare il primo tratto sperimentale di Isoradio appena attivato tra Bologna e Firenze (non mi ricordo nemmeno più quanti anni fa... :D ) e (a parte altri problemi, anche banali, tipo trasmettitori modulati male) andava meglio in galleria...

Manfatti!!!
Era per ribadire, che in zone montane come la mia, che non è la pianura padana, la copertura telefonica totale è privilegio solo dei centri urbani. La radio va bene in fm e (dove é coperto, poco) in Dab.
Almeno adesso; sono certo che con il 5G le cose dovrebbero migliorare.
 
Si sarà dimenticato un apostrofo...avrà voluto dire 30 secondi... :D
Manfatti!!!
Era per ribadire, che in zone montane come la mia, che non è la pianura padana, la copertura telefonica totale è privilegio solo dei centri urbani. La radio va bene in fm e (dove é coperto, poco) in Dab.
Almeno adesso; sono certo che con il 5G le cose dovrebbero migliorare.
In realtà non ho mai usato una funzione che invece potrebbe risolvere il buffering standard. Infatti se si riproduce una radio con tune in si può tornare indietro di 30 minuti.
Di fattto quindi il buffering coprirebbe qualsiasi bucone mettendo un rewind a 5 minuti. Quello "in diretta"credo sia effettivamente di 30" che si allunga se nel frattempo arrivano un pò di dati

Io sono sempre in zone montane ma davvero la copertura la perdo, anche sulle telefonate, in 3 punti su 230 km per pochi istanti (il peggiore è quando faccio l'eusebio) ed in qualche galleria lunga o sequenziale. Ovviamente in tali punti FM o peggio DAB neppure a parlarne.

Prossimo viaggio provo il playback e probabilmente risolvo anche quei 3 piccoli problemi. Tanto essere 5 minuti indietro su programmi musicali in auto davvero è ininfluente.
 
Ultima modifica:
Comunque sulle autostrade abruzzesi, con gallerie di 4km, 5,5Km, il Gran Sasso di 10,5km ed una altra decina attorno al km, l’ip di norma non funziona. L’unica è Isoradio, che si sente oltretutto meglio in galleria che fuori.

non sono coperte da telefonia quelle gallerie ? nelle liguri va in tutte e sono tante e belle lunghe. non va solo se ci sono lavori in corso sulla volta. stesso vale x isoradio che un tempo era l'unico modo per sentire qualcosa su quelle strade.
 
non sono coperte da telefonia quelle gallerie ? nelle liguri va in tutte e sono tante e belle lunghe. non va solo se ci sono lavori in corso sulla volta. stesso vale x isoradio che un tempo era l'unico modo per sentire qualcosa su quelle strade.

Di sicuro non sono coperte o forse sono mal coperte dal 4G al momento. Comunque lato Lazio sulla A24 è così fino alle porte di Roma.
In centro Italia ad ogni modo anche le statali e le provinciali tra le valli sono mal coperte per i dati. Dentro le valli direi che non ci sono problemi; almeno dalle mie parti (la provincia dell’Aquila).
 
Di sicuro non sono coperte o forse sono mal coperte dal 4G al momento. Comunque lato Lazio sulla A24 è così fino alle porte di Roma.
In centro Italia ad ogni modo anche le statali e le provinciali tra le valli sono mal coperte per i dati. Dentro le valli direi che non ci sono problemi; almeno dalle mie parti (la provincia dell’Aquila).
a caspita qua da noi ormai la copertura è praticamente assoluta. difficile.trovare punti scoperti. almeno con wind3.
 
Roberto Sergio (Rai): “Inviduiamo una regione pilota per completare il DAB+ e spegnere l’FM”

[...]
In occasione dell’apertura al pubblico della sede di via Asiago per i 90 anni di attività, il direttore Roberto Sergio è tornato sul tema dello spegnimento dell’Fm con una proposta concreta. “Lo scenario attuale – ha dichiarato – con i costi dell’energia alle stelle impone più che mai una riflessione seria sullo spegnimento del segnale Fm”. La rete analogica, come è noto, ha costi molto alti di manutenzione e di alimentazione, con un dispendio di energia elettrica molto più importante rispetto alla rete digitale e un conseguente alto livello di inquinamento elettromagnetico.

“Credo che la transizione al digital only e lo spegnimento dell’Fm sia un tema che non può più essere rimandato – ha continuato Sergio – . In questi giorni ho avuto dei colloqui con colleghi di altre radio e ho avuto modo di notare un inizio di convergenza di idee su questo argomento. Più volte ho chiesto di sederci tutti intorno a un tavolo per definire una data di switch over e switch off. In attesa che si arrivi a una tale decisione, potrebbe essere utile ragionare in termini di regione pilota. Individuiamo una regione d’Italia in cui completare tutti insieme la copertura del Dab+ e conseguentemente spengere l’Fm, coordinando tutte le attività di comunicazione e informazione ai cittadini. Poi analizziamo il feedback e ragioniamo sulle tempistiche per il resto d’Italia”.

Un percorso simile del resto è stato realizzato in occasione dello switch off televisivo, con alcune aree regionali che hanno spento il segnale per prime, fornendo indicazioni utili per il completamento del passaggio al segnale digitale, avvenuto ormai 10 anni fa.
[...]

Fonte: https://www.fm-world.it/primopiano/roberto-sergio-rai-inviduiamo-una-regione-pilota-per-completare-il-dab-e-spegnere-lfm/
 
Da qualche parte bisognava inserire la notizia della dismissione (se avverrà) di uno storico traliccio, il più alto d' Italia, che ospitava un ripetitore AM a servizio di una vasta area del Mediterraneo


h**ps://caltanissetta.gds.it/articoli/cronaca/2021/11/21/caltanissetta-lantenna-rai-da-abbattere-ma-la-citta-e-gli-ambientalisti-dicono-no-7579edf0-1e42-4026-9fc5-a14f93aba9b3/
h**ps://newsicilia.it/caltanissetta/cronaca/caltanissetta-via-la-storica-antenna-rai-ma-ce-il-no-degli-ambientalisti/729746
h**ps://palermo.repubblica.it/cronaca/2021/11/21/news/caltanissetta_ambientalisti_contro_lo_smantellamento_dell_antica_antenna_rai-327215201/
h**ps://www.radiocl1.it/antenna-rai-dopo-il-tar-riparte-liter-per-la-demolizione-legambiente-e-wwf-diffidano-il-comune-e-la-regione/

Il traliccio è salvo.

_https://meridionews.it/articolo/99809/caltanissetta-lantenna-rai-e-salva-e-rimane-al-suo-posto-apposto-di-nuovo-il-vincolo-etnoantropologico-al-traliccio/
 
Switch-off FM/DAB, cosa c’è di vero e cosa no

Perché si parla così tanto di switch-off FM/DAB+? Cosa c’è di probabile e cosa d’inverosimile nella ridda di interventi sul controverso tema, da oltre un anno a questa parte?
Intanto va detto che quello che fino al 2020 era un tabù, ora trova insospettabili proseliti. Ad avere fatto cadere il velo sull’ipotesi di uno switch-off FM/DAB+ entro il 2030 è stato, proprio su queste pagine, Roberto Sergio, direttore di Radio RAI.

Lapidato…
Immediatamente attaccato da gran parte della radiofonia privata italiana.

… e rivalutato
La quale, però, nel tempo, si è molto ammorbidita. Arrivando, anche in qualche caso autorevole, a togliere dal piedistallo la diffusione analogica della Radio.

In medio stat virtus
Sebbene un abbandono completo della FM (cioè uno switch-off FM/DAB+) entro il 2030 potrebbe essere poco probabile, è ragionevole attendersi pesanti contraccolpi all’infrastruttura analogica ben prima di tale data (il 2025 non è utopico).

Scenari
Come anticipato qualche giorno fa, NL ha potuto visionare un documento d’indirizzo politico che ipotizza alcuni scenari di regolamentazione del settore alla luce di contingenze tecnologiche e giuridiche (necessità di coordinamento internazionale).

Il crollo del muro
Si prevede, nella sostanza, il crollo di quel muro di Berlino che ha impedito l’attuazione dal Piano FM, previsto dal 1990, ma mai attuato. Non tanto per indisponibilità del Ministero, va detto, ma per precisa volontà degli stessi operatori. I quali avevano compreso, da una parte, che un piano di assegnazione avrebbe destabilizzato profondamente equilibri consolidati e rallentato avvicendamenti e, dall’altra, che il trading delle frequenze era un gran bel business.

Lo status quo FM non è più un dogma
Perché a oltre 30 anni di distanza – e proprio in prossimità di un forte avvicendamento digitale – occorrerebbe pianificare la modulazione di frequenza?

Ordini
Per due ordini di motivi.
Il primo, giacché senza una pianificazione sarebbe impossibile giungere a quell’improrogabile coordinamento internazionale FM per cui il nostro Paese si è impegnato.
Il secondo è, invece, connesso inscindibilmente al primo: solo a seguito della risoluzione delle problematiche interferenziali FM potrà essere definito l’impiego coordinato con gli stati confinanti delle frequenze necessarie per lo sviluppo del DAB+. In altri termini, bisogna impedire che il cane continui a mordersi la coda.

I conti non tornano
Lo sviluppo della radio digitale, tuttavia, non dovrebbe contemplare necessariamente lo spegnimento della FM, in quanto, a differenza del refarming tv, con la radiofonia non abbiamo condivisione di frequenze. In sostanza, non occorre dismettere una piattaforma distributiva per far posto all’altra.

Allora dove sta il problema?
Il nodo gordiano, piuttosto, è che le frequenze FM italiane coordinabili con gli stati esteri non superano il 60-70% delle attuali (secondo qualcuno il 50, secondo altri, più possibilisti, l’80%). E’ vero che un Piano di assegnazione non potrà prevedere le attuali ridondanze; ma, comunque, è chiaro che spazio per tutti (gli attuali esercenti) non ci sarà. E quindi una cernita sarà imprescindibile.

Come?
Attraverso il procedimento selettivo adottato per la tv: piani, bandi e graduatorie.

Defezioni
Va però detto che, prima di allora, vi saranno defezioni determinate dall’insostenibilità della multipiattaforma da parte delle emittenti minori.

Il dilemma
Quindi, per rispondere al dilemma iniziale: lo switch-off FM/DAB+ è altamente improbabile.
E’ invece in concreto attendibile uno switch-over relativamente ravvicinato. Con un progressivo abbandono della diffusione analogica partendo dalle aree meno rilevanti dal punto di vista demografico e/o commerciale. O magari da quelle dove il consolidamento della distribuzione digitale sarà stato, medio termine, conseguito.

Quando accadrà?
Probabilmente entro il 2030.
Insomma, cambia la prospettiva, ma non la scadenza.

Fonte: https://www.newslinet.com/switch-off-fm-dab-cosa-ce-di-vero-e-cosa-no/
 
Switch-off FM/DAB, cosa c’è di vero e cosa no

Perché si parla così tanto di switch-off FM/DAB+? Cosa c’è di probabile e cosa d’inverosimile nella ridda di interventi sul controverso tema, da oltre un anno a questa parte?
Intanto va detto che quello che fino al 2020 era un tabù, ora trova insospettabili proseliti. Ad avere fatto cadere il velo sull’ipotesi di uno switch-off FM/DAB+ entro il 2030 è stato, proprio su queste pagine, Roberto Sergio, direttore di Radio RAI.

Lapidato…
Immediatamente attaccato da gran parte della radiofonia privata italiana.

… e rivalutato
La quale, però, nel tempo, si è molto ammorbidita. Arrivando, anche in qualche caso autorevole, a togliere dal piedistallo la diffusione analogica della Radio.

In medio stat virtus
Sebbene un abbandono completo della FM (cioè uno switch-off FM/DAB+) entro il 2030 potrebbe essere poco probabile, è ragionevole attendersi pesanti contraccolpi all’infrastruttura analogica ben prima di tale data (il 2025 non è utopico).

Scenari
Come anticipato qualche giorno fa, NL ha potuto visionare un documento d’indirizzo politico che ipotizza alcuni scenari di regolamentazione del settore alla luce di contingenze tecnologiche e giuridiche (necessità di coordinamento internazionale).

Il crollo del muro
Si prevede, nella sostanza, il crollo di quel muro di Berlino che ha impedito l’attuazione dal Piano FM, previsto dal 1990, ma mai attuato. Non tanto per indisponibilità del Ministero, va detto, ma per precisa volontà degli stessi operatori. I quali avevano compreso, da una parte, che un piano di assegnazione avrebbe destabilizzato profondamente equilibri consolidati e rallentato avvicendamenti e, dall’altra, che il trading delle frequenze era un gran bel business.

Lo status quo FM non è più un dogma
Perché a oltre 30 anni di distanza – e proprio in prossimità di un forte avvicendamento digitale – occorrerebbe pianificare la modulazione di frequenza?

Ordini
Per due ordini di motivi.
Il primo, giacché senza una pianificazione sarebbe impossibile giungere a quell’improrogabile coordinamento internazionale FM per cui il nostro Paese si è impegnato.
Il secondo è, invece, connesso inscindibilmente al primo: solo a seguito della risoluzione delle problematiche interferenziali FM potrà essere definito l’impiego coordinato con gli stati confinanti delle frequenze necessarie per lo sviluppo del DAB+. In altri termini, bisogna impedire che il cane continui a mordersi la coda.

I conti non tornano
Lo sviluppo della radio digitale, tuttavia, non dovrebbe contemplare necessariamente lo spegnimento della FM, in quanto, a differenza del refarming tv, con la radiofonia non abbiamo condivisione di frequenze. In sostanza, non occorre dismettere una piattaforma distributiva per far posto all’altra.

Allora dove sta il problema?
Il nodo gordiano, piuttosto, è che le frequenze FM italiane coordinabili con gli stati esteri non superano il 60-70% delle attuali (secondo qualcuno il 50, secondo altri, più possibilisti, l’80%). E’ vero che un Piano di assegnazione non potrà prevedere le attuali ridondanze; ma, comunque, è chiaro che spazio per tutti (gli attuali esercenti) non ci sarà. E quindi una cernita sarà imprescindibile.

Come?
Attraverso il procedimento selettivo adottato per la tv: piani, bandi e graduatorie.

Defezioni
Va però detto che, prima di allora, vi saranno defezioni determinate dall’insostenibilità della multipiattaforma da parte delle emittenti minori.

Il dilemma
Quindi, per rispondere al dilemma iniziale: lo switch-off FM/DAB+ è altamente improbabile.
E’ invece in concreto attendibile uno switch-over relativamente ravvicinato. Con un progressivo abbandono della diffusione analogica partendo dalle aree meno rilevanti dal punto di vista demografico e/o commerciale. O magari da quelle dove il consolidamento della distribuzione digitale sarà stato, medio termine, conseguito.

Quando accadrà?
Probabilmente entro il 2030.
Insomma, cambia la prospettiva, ma non la scadenza.

Fonte: https://www.newslinet.com/switch-off-fm-dab-cosa-ce-di-vero-e-cosa-no/
La crisi russo-ucraina con le sue pesanti ripercussioni energetiche potrebbe favorire il dab in modo inaspettato. Io mi asterrei dal fare previsioni, ora come ora.
 
Ultima modifica:
Non si potrebbe fare un refendum per dire no alla radio digitale?

Magari. Ad ogni modo da quanto si parla dello spegnimento dell' FM? Mi ricordo dai tempi del primo spegnimento della tv analogica e sembrava una cosa imminente. Ad oggi siamo ancora qui con le belle radioline gracchianti delle quali sono un gran sostenitore.
E l' AM? Non toglietemi Radio 1 AM!

Da qualche parte bisognava inserire la notizia della dismissione (se avverrà) di uno storico traliccio, il più alto d' Italia, che ospitava un ripetitore AM a servizio di una vasta area del Mediterraneo


h**ps://caltanissetta.gds.it/articoli/cronaca/2021/11/21/caltanissetta-lantenna-rai-da-abbattere-ma-la-citta-e-gli-ambientalisti-dicono-no-7579edf0-1e42-4026-9fc5-a14f93aba9b3/
h**ps://newsicilia.it/caltanissetta/cronaca/caltanissetta-via-la-storica-antenna-rai-ma-ce-il-no-degli-ambientalisti/729746
h**ps://palermo.repubblica.it/cronaca/2021/11/21/news/caltanissetta_ambientalisti_contro_lo_smantellamento_dell_antica_antenna_rai-327215201/
h**ps://www.radiocl1.it/antenna-rai-dopo-il-tar-riparte-liter-per-la-demolizione-legambiente-e-wwf-diffidano-il-comune-e-la-regione/

Al nord che non tocchino il Siziano.

radioline che nessuno ha più.

confidiamo piuttosto che rimanga sempre qualche stazione FM ed AM per coprire dove il digitale non può arrivare.

La mia mitica radiolina ha piu' di 30 anni e la custodisco gelosamente da quando ne avevo 6.
 
Sempre se rimarranno… e poi con 3 mux nazionali e circa 3/4 locali non credo che si va molto lontano a meno che non compressi molto l’emittente col bitrate.
Penso di si. Il DAB od altre tecnologie non arrivano ancora in alcune zone. Come il mare ad esempio. Quando il cielo sarà pieno di puntini allora si che non servirà piu
 
Indietro
Alto Basso