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Protezione dalle scariche elettriche

Si, quello é il modo migliore, tuttavia come ho gia detto piu volte, senza esagerare é sufficiente collegare un componente qualsiasi della distribuzione a terra, ci pensano poi le calze dei cavi interconnessi fra di loro a mantenre a zero tutta la rete di distribuzione.
 
bisognerebbe però sapere la sezione equivalente del rame schermo del cavo di antenna che ad occhio mi sembra esigua e che avendo una resistenza più alta potrebbe trattenere e/o deviare le correnti disperse e/o non essere adeguata ad una protezione dai contatti diretti ed indiretti, e nel caso sarebbe opportuno collegare ogni derivatore/partitore al nodo di terra più vicino.
 
Infatti la prassi sarebbe quella, specialmente tendo conto di certi cavi coassiali di infima qualità con una calza quasi inesistente o di connessioni malfatte. Ma affidandoci ad una distribuzione eseguita ad hoc con cavi buoni ci si puo anche accontentare di un solo punto collegato a terra, ci pensa "l'effetto pelle" della calza a reggere correnti di spunto anche elevate. La sezione del filo di terra secondo norma dev'essere almeno di 4 mm2 se di rame (norma CEI 64-8, art. 543.1.3).
 
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Leggo spesso di utenti cui si é bruciato il televisore durante un temporale; vorrei ricordare che il modo migliore per proteggersi da tali fenomeni atmosferici o da contatti accidentali con la fase del 220 é fare la messa a terra della distribuzione che tra l'altro é obbligatoria (norma CEI 12-43) infatti in tutti i componenti dedicati alla distribuzione c'é l'apposito morsetto https://campoelettrico.it/262308-tm_large_default/partitore-fracarro-2-vie-connettore-f.jpg visibile a destra della foto con stampato il simbolo della terra. È sufficiente collegarlo alla terra dell'impianto elettrico.

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Un metodo semplice per capire se è sufficiente un solo collegamento di terra in un condominio di medie o grandi dimensioni, considerando che di solito si installa la barra equipotenziale all'ultimo piano o nel sotto tetto e che un cavo di terra da 4mm2 arrivi diretto dal collettore principale a questa, consiste nel misurare la resistenza alla presa tv più distante.

Di fatto se si misura con un tester la resistenza in una presa del piano terra, tra la massa e la terra di una presa elettrica vicina a questa, che in quel punto risulterà molto vicina a quella del collettore principale, il valore non dovrebbe superare i 5ohm.

si può anche considrare le distanze dei cavi , ma non sempre si riesce a stimare i valori di resistenza in quanto ci potrebbero essere dei problemi nei collegamenti.
Comunque di solito un cavo di classe B da 6,7mm ha una resistenza dello schermo inferiore a 4ohm/100mt, mentre un cavo classe A+ < 2,5ohm/100mt.
 
Infatti la calza di solito é un conduttore abbastanza buono da permettere un solo collegamento a terra ad inizio distribuzione per avere una certa protezione in caso di scariche atmosferiche, mentre di norma andrebbe effettuato ad ogni piano per proteggersi perfettamente dai contatti accidentali con la fase del 220 specialmente ai tempi dove il salvavita non esisteva, o nei casi di calza interrotta, ma non siamo cosi fiscali; del resto i salvavita sono adesso obbligatori dappertutto e sono talmente sensibii che anche con resistenza molto piu elevata in caso di contatti accidentali con la fase del 220 scattano immediatamente.
 
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Non esiste un metodo semplice ma la normativa da applicare:


Il conduttore esterno del cavo coassiale della rete di distribuzione dei segnali deve essere collegato a terra, a meno che nell'impianto si utilizzino soltanto prese d'utente totalmente isolate e componenti elettrici di classe II.

Il collegamento a terra può essere effettuato in corrispondenza del punto di ingresso del cavo nell'edificio, nel caso di impianto di distribuzione via cavo (CATV), o in corrispondenza del terminale di testa, negli impianti centralizzati d'antenna.

Devono comunque essere collegati all'impianto di terra le masse, cioè gli involucri metallici che contengono componenti elettrici di classe I alimentati dalla rete (norma CEI 12-43, art. 5.2.1.).

Occorre inoltre verificare che, a livello delle prese d'utente, la resistenza misurata in corrente continua, tra il conduttore esterno della presa ed il più vicino collettore equipotenziale, sia inferiore a 5 Ohm.


Pertanto devono essere collegati equipotenzialmente i seguenti elementi:

- i conduttori esterni dei cavi coassiali (v. Norma CEI 12-43, art. 5.2.4), a meno che non si utilizzino prese d'utente totalmente isolate, punti di trasferimento o isolatore galvanico;
- gli involucri metallici che contengono apparecchiature alimentate dalla rete (norma CEI 12-43, art. 5.2.1).

I collegamenti equipotenziali ed il collegamento di terra devono essere effettuati con conduttori aventi una sezione di almeno 4 mm2 se di rame (norma CEI 64-8, art. 543.1.3).

Questo detto vale per la protezione da contatti diretti ed indiretti.


Per la protezione da fulminazione diretta va eseguita un'analisi del rischio:

Per effettuare l'analisi del rischio contro il fulmine, l'antennista deve applicare la norma CEI EN 62305-2, indicando come altezza dell'edificio quella propria della struttura, aumentata dell'altezza dell'antenna che sporge oltre il colmo del tetto.
Ad esempio se l'edificio è alto 22 m e l'antenna sporge oltre il colmo del tetto per 2 m, l'altezza da considerare è 24 m.

A seguito dell'analisi del rischio, si può avere uno dei seguenti risultati:

A. L'edificio è autoprotetto contro i fulmini e l'impianto elettrico non necessita di protezioni contro il fulmine in relazione alla perdita di vite umane (rischio R1) .
B. L'edificio non è autoprotetto contro i fulmini, ma installando SPD all'arrivo delle linee entranti nell'edificio il rischio R1 si riduce ad un valore inferiore a quello tollerato dalla norma.
C. L'edificio non è autoprotetto contro i fulmini , e pur installando SPD del massimo livello di protezione all'arrivo delle linee, il rischio R1 rimane inaccettabile.

L'antennista può procedere nel seguente modo:

nel caso A, installa l'impianto di antenna senza alcuna preoccupazione;
nel caso B, può installare l'impianto di antenna, ma deve segnalare per iscritto al responsabile della struttura la necessità di installare SPD ad arrivo linea( e);
nel caso C, deve richiedere al responsabile della struttura di fare effettuare un'analisi del rischio più approfondita per stabilire se occorre prevedere un impianto di protezione contro i fulmini (LPS).

Solo se l'LPS non è necessario può procedere all'installazione dell'impianto di antenna.


fonti:
https://www.overtec.it/articoli/campi-elettromagnetici/gli-impianti-di-antenna
https://ceimagazine.ceinorme.it/ceifocus/osservatorio/gli-impianti-di-terra/
https://www.voltimum.it/articolo/notizie-tecnico-normative/messa-terra
 
Ho semplificato, proprio per non complicare la vita a chi legge; la terra della distribuzione é obbligatoria in tutti i casi, esattamente come per una lavatrice, inutile girarci intorno; piu semplice di cosi :)
 
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Quindi se non esiste un metodo semplice , indica quale metodo conosci e hai provato?
Quello che hai scritto è un copia ed incolla della guida CEI 100-7. Ma non si capisce come fai ad essere sicuro di aver rispettato quelle norme!
 
se sei tu a fare un'impianto se le rispetti ne sei sicuro.
 
Ho semplificato, proprio per non complicare la vita a chi legge; la terra della distribuzione é obbligatoria in tutti i casi, esattamente come per una lavatrice, inutile girarci intorno; piu semplice di cosi :)

semplificare troppo quando le normative per scaricarle devi essere iscritto o acquistarle non aiuta chi non è del settore.
 
infatti poi attaccano la lavatrice con spina Shuko su una bipasso lasciando scollegato il conduttore di terra....

quindi non è complicarsi la vita, ma spiegare cosa e come fare.
 
Quello che hai riportato è tutto scritto sulle guide di installazione e chi certifica un impianto sicuramete si è acquistato o conosce molto bene.
Io invece ho descritto un metodo per capire se l'impianto rispetta tutte quelle normative che hai riportato e che in teoria in fase di certificazione si dovrebbe verificare con prove strumentali.
Comunque potresti rispondere alla mia domanda, su quale metodo conosci per verificare se l'impianto rispetta questa condizione che hai menzionato nel tuo post:

Occorre inoltre verificare che, a livello delle prese d'utente, la resistenza misurata in corrente continua, tra il conduttore esterno della presa ed il più vicino collettore equipotenziale, sia inferiore a 5 Ohm

 
la norma parla chiaro.

Se la presa non è isolata, la calza deve essere collegata a partire dalla presa con una cordina al nodo di terra più vicino.
 
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la norma parla chiaro.

Se la presa non è isolata, la calza deve essere collegata a partire dalla presa con una corda da 4mmq al nodo di terra più vicino.

Non la presa, infatti non mi risulta che abbiano un morsetto di terra, bensi é la distribuzione che va messa a terra per esempio tramite l'apposito morsetto che puoi vedere su tutti i partitori o derivatori.
 
Non la presa, infatti non mi risulta che abbiano un morsetto di terra, bensi é la distribuzione che va messa a terra per esempio tramite l'apposito morsetto che puoi vedere su tutti i partitori o derivatori.

vi ho giò messo i link delle fonti, se vi va li leggete.

La norma CEI 12-43 prescrive che con ogni tipo di presa d'utente (eccetto quelle di tipo totalmente isolate) il terminale esterno della presa, connesso allo schermo del cavo coassiale, deve essere collegato a terra in modo tale che la resistenza misurata (in corrente continua) tra il terminale esterno della presa ed il più vicino collettore equipotenziale sia inferiore a 5 Ohm.
 
e la schermatura di un cavo coassiale che può avere problemi di intestazione non è un efficace collegamento di sicurezza.
 
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