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La Cina alla guerra delle parole proibite

Marcellus

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11 Novembre 2005
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GIOVANI cinesi che la usavano per preparare i compiti in classe, gli esami e le tesi di laurea, hanno perso la loro finestra sul mondo. Il governo ha oscurato definitivamente Wikipedia, bloccando l'accesso alla più celebre enciclopedia universale su Internet. Tra i 225 milioni di vocaboli che contiene ci sono troppe definizioni scomode: Tienanmen 1989 e democrazia, Tibet e repressione. Il regime cinese ha paura delle parole, su Wikipedia la parola non si può controllare. A cinque anni dalla sua creazione, tradotto in cento lingue, il dizionario enciclopedico consultato in ogni istante da milioni di persone su tutto il pianeta è un prodotto della libertà. Nasce come un testo "aperto", le sue definizioni vengono assemblate, corrette, aggiornate continuamente dal contributo spontaneo e gratuito della collettività dei lettori. Non è un sito politico, non vuole fare opinione, non è nulla di più che un giacimento di vocaboli e di spiegazioni, accessibili con un clic sulla tastiera del computer. Ma per Pechino proprio questo era diventato una minaccia. Ora ad ogni ricerca di un termine su Wikipedia, fosse anche il più banale, per chi sta in Cina il sito non risponde più: schermo vuoto, "non disponibile per ragioni tecniche".
continua
http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/scienza_e_tecnologia/wikip/wikip/wikip.html
 
Non avete letto il peggio...

SKYPE è stato COSTRETTO dal governo cinese a inserire un software di censura. Se ad esempio un utente skype pronuncerà la parola "Dai Lama" al telefono, il ricevente sentirà un rumore di censura.

Il comunismo ce l'hanno nel dna...L'economia sarà pure capitalista, ma in fatto di provvedimenti politici lasciano desiderare, molto simili a quelli dello stalinismo.
 
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