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Rosenstrasse

ERCOLINO

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Di Gahan


gahan ha scritto:
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Un episodio marginale degli ultimi anni del nazismo, quando i pochi ebrei di Germania rimasti erano a Berlino, per la maggior parte coniugi in matrimoni misti separati a forza per essere rinchiusi in attesa di deportazione in un edificio in Rosenstraße. Fra di loro ci sono il marito di una acclamata pianista, quello di un'operaia e una madre lasciata sola come spesso succedeva alle donne ebree. Parte del fascino di Rosenstraße dovrebbe essere nel gioco fra questo passato ed il presente dal quale vi accediamo, ma la Von Trotta non approfitta del potenziale scambio e si perde in numerosi flashback togliendo vitalità alla narrazione e costringendo i personaggi ad una certa freddezza (il funerale iniziale, ad esempio, così come la Ruth di Jutta Lampe) che ritroviamo anche nei blandi schemi registici. Questo, assieme alla facilità con la quale viene ricercato l'effetto lacrimoso (tanto che il finale, aperto prima dal dialogo bruttino fra Lena e Hannah - Maria Schrader, incredibilmente somigliante a Bernadette Peters - e poi dalla vecchia che torna al piano memore di Polanski, appare decisamente stucchevole) fanno di questo omaggio alla memoria un film molto più scontatamente manieristico che sentito.

Voto: **
 
Un'altro dei film che quasi sicuramente non avrei visto se non fossi abbonato a Sky Cinema e che tutto sommato vale la pena di vedere.
La Von Trotta è una delle poche "voci" tedesche (se non l'unica!) ad aver fatto un film sull'olocausto. Il film affronta l'argomento in modo molto equilibrato ma non per questo superficiale ed è impreziosito dall'ottima interpretazione della Riemann.
La scelta di alternare momenti del presente con flashback del '43 fa sicuramente perdere un po' di ritmo.

Voto: ** 1/2
 
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