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Italiani oppure Europei

Ti senti piu' Italiano oppure Europeo?

  • Italiano

    Voti: 25 56,8%
  • Europeo

    Voti: 8 18,2%
  • Cittadino del mondo

    Voti: 10 22,7%
  • Apolide

    Voti: 1 2,3%

  • Votanti
    44
  • Sondaggio terminato .
Stato
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io mi sento europeo, con me erano oltre l'80% degli italiani ai tempi del passaggio all'euro poi piano piano.....non intendo l'europa limitata di adesso comunque ma una integrazione concreta come sarà inevitabilmente nel futuro
 
Io ho votato Italiano, ma avrei scelto volentieri qualcosa di meno netto nella contrapposizione Italia/Europa.
 
E' stato lasciato solo il sondaggio aperto da Gaipas :):) ,l'altro che era stato unito è stato tolto visto che venivano ad accavallarsi due discussioni diverse
 
Io avrei messo apolide, ma l'idea di non avere alcuna cittadinanza, il che significa praticamente non esistere, mi ha fatto ripiegare verso cittadino del mondo, che comunque non mi aggrada del tutto :eusa_naughty:
 
Italianissimo!

Sopratutto Ora Che Vivo All Estero Mi Sento Ancora Di Piu' Italiano!

Credetemi Siamo Sempre I Migliori! Gli Altri Non Fanno Altro Che Invidiarci Perche' Non Sono Mai Alla Nostra Altezza In Termini Di Cultura E Intelligenza

W La Patria Italiana!

Ciao Fratelli!
 
Che poi ala fine cittadino del mondo e apolide, tirati agli estremi possono anche coincidere:icon_cool:, solo che cittadino del mondo è decisamente più positivo
 
CONRAD ha scritto:
Che poi ala fine cittadino del mondo e apolide, tirati agli estremi possono anche coincidere:icon_cool:, solo che cittadino del mondo è decisamente più positivo
Non esattamente...essere apolidi è una cosa,dirsi apolidi un'altra e cittadini del mondo un'altra cosa ancora...Nel primo caso in virtù della primazia della burocrazia chi lo è all'atto pratico è tagliato fuori dai diritti di cittadinanza (esercizio di voto,di rappresentanza,ecc.). Nel secondo, chi si sente apolide come me, equivale a un sentirsi senza patria alcuna che lo rappresenti e lo circoscrivi,senza un qualsiasi recinto che lo delimiti. Il sondaggio chiede come ci si senta personalmente: beh,io mi sento un deracinè,ossia senza radici e alieno idealmente al concetto di "patria",specialmente a causa dell'aspetto mitologico e fin troppo schiacciante che si è costruito intorno ad essa. E dicendo questo non intendo affatto rinnegare il lascito e la testimonianza di chi ha messo le basi per la repubblica in cui viviamo: anzi...Ho una profonda (e laica) devozione verso i partigiani che hanno sacrificato la loro vita per permettere anche alle varie generazioni di godere della libertà,nel senso piu generale: generazioni che dovrebbero essere sempre grate per il dono che hanno avuto da costoro. Il prezzo e il valore autentico della libertà lo comprendi appieno (purtroppo) solo quando lo perdi.
E tuttavia il mio dirmi apolide resta come una mia Weltanschaaung,come una mia visione del mondo che differisce dal sentirsi cittadini dell'intero globo: in questo terzo caso il mondo è la propria casa, per cui ci sente a proprio agio dovunque,indipendentemente da un luogo specifico,da un contesto(piu o meno libero o oppressivo),da un clima, da un ambiente in senso lato. Dirsi apolidi è come dirsi senza radici e senza una casa,in un senso anarchico:escludendo ogni forma di potere precostituito dall'alto e accettando invece la condivisione di regole e convenzioni (in una sorta di libera condivisione)purchè non dettate e imposte da un maggior tasso di potere di un gruppo rispetto ad un altro.
Poichè il sondaggio ha chiesto di esprimerci sul nostro intimo sentire, il mio è nel sentirmi apolide: e non ci vedo un'ombra di negatività rispetto all'essere cittadini del mondo. In quest'ultimo caso chi accetta il mondo intero,al di là dei contesti,degli individui e delle varie forme di organizzazione sociale come il proprio luogo rappresentativo,deve anche accettare tutte le implicazioni derivanti da un vivere in comunità che prescinda dalla possibilità di libertà,di espressione e di pensiero. Chi si sente cittadino del mondo,portando l'idea al massimo della sua tensione,piu o meno surrettiziamente accetta sia i regimi democratici che totalitari, sia le distribuzioni piu o meno equamente regolative che le sperequazioni e le differenze delle basi di partenza degli individui.
 
Ohhh non si era mai visto un post cosi lungo e colto nella sez. sondaggi...finalmente;)

Si proprio nell'intimo sentirsi intendevo io, hai centrato perfettamente;) penso che è difficile trovare qualcuno che sia effettivamente apolide e ancora di più trovare una persona che sia "cittadino del mondo":D
Penso che tutti qui abbiano inteso solo la seconda e la terza ipotesi che hai formulato;)...io perlomeno si

Ho detto che gli estremi coincidono in quanto tutte e due le ipotesi hanno in comune la mancanza di una cittadinanza limite/tata (per me è lo stesso)...una è globale l'altra è nulla.

Non ho capito però Stanley come si fa a "dirsi apolidi" e vivere cmq in un contesto di persone che immagino non si dicono e non si sentono apolidi.

Perchè se parliamo in maniera utopistica ovviamente anche il mondo che sogno come cittadino è un mondo che lascia a tutti libertà di pensiero e di espressione.

'notte;)

p.s: approfitto per salutare gli amici della sezione, vado in ferie ci si sente tra tre settimane.;)
 
Io credo invece che ci si possa benissimo sentire apolidi nel proprio intimo indipendentemente dal contesto che ti circonda,indipendentemente dalle persone con cui ti confronti e che non si sentono o definiscono tali. Sta proprio nella libertà piu ampia di accogliere anche l'altro da te,la diversità in sè che si situa un possibile arricchimento per sè stessi o comunque un'idea di tolleranza,intesa questa non come sopportazione,ma in senso illuministico,volterriano. Jean Marie Arouet,in arte Voltaire,non era colui che,per citare una celeberrima frase,disse: "Sono assolutamente contrario e all'opposto di tutto ciò che dici,ma lotterò fino alla morte perchè tu possa avere il diritto di esprimerlo?"
Chiaramente questo vale nella misura in cui la libertà di espressione non diventi un abuso nell'esercizio,laddove funga p.es. da veicolo di razzismo,prevaricazione o idea di mistificare ad arte la realtà effettiva delle cose,per piegarla di proposito al fine di far valere i propri interessi in modo non solo subdolo ma menefreghistico del rispetto tra le persone. Un esempio illuminante in proposito sarebbe il dibattito intorno al tema del negazionismo e la liceità di sostenere,giusto en passant, che non sia esistito il massacro degli armeni ad opera dei turchi all'inizio dello scorso secolo oppure quello degli ebrei,zingari,omosessuali e in generale tutti coloro che divergevano da una presunta razza pura,ad opera dei nazifascisti: fino a che punto è accettabile negare queste cose? Mi fermo qui per non rischiare di andare off topic: è solo un modo per far capire che sentirsi apolidi in un consesso che non si sente tale e magari arriva a pensare cose diversissime da te,non mi crea nessun problema. Avevo già messo in conto che scegliendo l'opzione apolide nel sondaggio mi sarei trovato da solo o quasi: pas problème :)
 
STANLEY_CASSIDY ha scritto:
...in questo terzo caso il mondo è la propria casa, per cui ci sente a proprio agio dovunque,indipendentemente da un luogo specifico,da un contesto(piu o meno libero o oppressivo),da un clima, da un ambiente in senso lato.

Secondo me essere, o sentirsi, cittadini del mondo, non significa stare bene dappertutto ed accettare qualsiasi cosa ci venga offerta o imposta: significa semplicemente rifuggere il concetto che esistano dei confini, delle barriere, delle diversità invalicabili. significa sostenere che " il mondo è una casa comune universale in cui tutti siamo costretti ad abitare, con pari dignità e pari doveri " (Gorbaciov).
Sentirsi, intimamente, cittadino del mondo non comporta, per definizione, l'accettazione di contesti oppressivi, ma anzi, colui che prova questo sentimento è portato a combattere con tutte le forze questo genere di perversioni.

Non vedo quindi differenze qualitative tra l'essere apolidi e cittadini del mondo, ma solamente differenze quantitative, segnatamente a livello di pura burocrazia (la quale viene in ogni caso disconosciuta tanto dall'apolide quanto dal cittadino del mondo insieme alle sue convenzioni).
E poichè non è pensabile che un essere umano sia totalmente avulso ed ignoto al sistema, tanto da non aver un'anagrafe dove registare la propria identità, non resta che auto definirsi cittadino del mondo per tutti coloro che provano sentimenti che, a ben guardare, collimano perfettamente al di là delle differenze terminologiche.
 
Richiamo quanto detto in precedenza: chi si sente cittadino del mondo ritiene il mondo un'area onnicomprensiva, "una casa comune"(per riprendere le parole di Michail Sergeevič Gorbačëv),nella quale sentirsi a proprio agio perchè abbraccia l'umanità intera. Ma è anche d'altra parte implicato nell'accettazione di un assoggettamento a regole stabilita da una maggioranza non necessariamente condivisa: cosa che l'apolide (parlando sempre concettualmente) respinge,non aderendo all'idea di forme precostituite di regolamentazione imposte e non intimamente partecipate.
Va da sè che essendo pensabile solo in forma visionaria (stile finale di Zabriskie point di Michelangelo Antonioni) una deflagrazione dell'apparato burocratico, che può diventare tanto cogente quanto autoreferenziale, l'applicazione delle teorie anzidette si prospetta più come tendenza che come realistica possibilità di effettuazione.
 
Lasciatemi cantare
con la chitarra in mano,
lasciatemi cantare
una canzone piano piano.
Lasciatemi cantare,
perché ne sono fiero:
sono un italiano,
un italiano vero
. :)
 
Un caro saluto Stanley!

STANLEY_CASSIDY ha scritto:
Ma è anche d'altra parte implicato nell'accettazione di un assoggettamento a regole stabilita da una maggioranza non necessariamente condivisa: cosa che l'apolide (parlando sempre concettualmente) respinge,non aderendo all'idea di forme precostituite di regolamentazione imposte e non intimamente partecipate.
Va da sè che essendo pensabile solo in forma visionaria (stile finale di Zabriskie point di Michelangelo Antonioni) una deflagrazione dell'apparato burocratico, che può diventare tanto cogente quanto autoreferenziale, l'applicazione delle teorie anzidette si prospetta più come tendenza che come realistica possibilità di effettuazione.
...acc.. ho già votato "europeo" ma forse sono apolide anch'io!?
 
anr83ra ha scritto:
Lasciatemi cantare
con la chitarra in mano,
lasciatemi cantare
una canzone piano piano.
Lasciatemi cantare,
perché ne sono fiero:
sono un italiano,
un italiano vero
. :)
Fratelli d'italia, l'italia se desta
nell'elmo di scipio se cinta la testa,
dove la vittoria le porga la chioma
che schiava di roma.......
 
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