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I segreti di Brokeback Mountain

andag

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11 Agosto 2003
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Il regista Ang Lee si è posto una sfida non molto facile: una storia di amore omosessuale ambientata tra i cowboys (sia pure contemporanei).
Il tema in effetti può sembrare un po' contrastante con l'iconografia tradizionale del cowboy, ma direi che la scommessa è senz'altro vinta, grazie ad una regia classica, estremamente sobria, e ad una sceneggiatura che usa le ellissi in modo sapiente consentendo di seguire, quasi senza percepire soluzioni di continuità, l'evolversi della storia in oltre venti anni (a partire dal 1963).

Grazie alla bravura di regista e protagonisti (eccezionali), la storia è raccontata con tale sensibilità che ci si dimentica del "tema omosessuale", e diventa semplicemente una storia di amore contrastato a cui ognuno può correlarsi, così come ognuno può riconoscersi nei protagonisti dei grandi melodrammi della storia del cinema (a me è venuto in mente Breve incontro di David Lean).
E questo direi proprio che entra di diritto tra i grandi melodrammi.
Leone d'oro a Venezia, meritato.
Al cinema.
***1/2
 
Io ho qualche minima riserva proprio sul taglio classico: è, a ben vedere, una storia "normale" di diversità. Narrativamente ho trovato delle piccole pecche nella parte centrale e nella descrizione della famiglia Gyllenhall. Comunque, decisamente un buon film.

Voto: ***
 
Ultima modifica:
pecche sinceramente non ne ho viste, non so a cosa tu ti riferisca.
Il taglio classico era probabilmente l'unico possibile per dare a questa storia una valenza universale, e far sì che non restasse semplicemente una "stranezza" cinematografica
 
Io ho trovato episodica la narrazione quando i due non sono assieme: Gyllenhall viene proprio lasciato nel limbo, ad esempio. Quanto al taglio classico, avrei preferito che questo fosse un film con qualche caratteristica propria, mentre è un dramma come altri, buono senz'altro, ma ripete passo per passo le tappe di un amore contrastato: se al posto dell'omosessualità mettiamo una diversità sociale, economica o razziale non cambia molto. :doubt:
 
gahan ha scritto:
Io ho trovato episodica la narrazione quando i due non sono assieme
quindi non sono "pecche"... E' una precisa scelta, quella della narrazione "ellittica" a cui accennavo, che potrà piacere o non piacere, e che secondo me (a me è piaciuta) è un modo molto efficace di raccontare una storia "scegliendo" alcuni momenti di vita nel corso di un ventennio, e cucendoli senza salti, in un continuo che rispecchia la scelta registica di narrare in modo non enfatico.

gahan ha scritto:
se al posto dell'omosessualità mettiamo una diversità sociale, economica o razziale non cambia molto. :doubt:
cambia la storia... sinceramente non ho capito cosa ti aspettavi: Il vizietto a cavallo?
 
Anche una precisa scelta può essere una pecca: non vorremo mica ricominciare a litigare sui termini? :eusa_think: E, tanto per avviarci sul sentiero, intendo "episodica" non in senso temporale (va da sé che vent'anni van narrati per episodi...), quanto persa in scene un po' futili ed affrettate (e ribadisco che parlo principalmente della famiglia Gyllenhall).

Un film non è solo storia: questo è un film a mio avviso imperfetto ma coerente, lo riconosco, però cinematograficamente non ha del nuovo da dire. Mi sarei aspettato altro, meno standardizzato, e non certamente un opposto farsesco come suggerisci, ma va bane anche accontentarsi di ciò che c'è. :icon_wink:
 
gahan ha scritto:
quanto persa in scene un po' futili ed affrettate (e ribadisco che parlo principalmente della famiglia Gyllenhall).
non ho notato nulla di futile o affrettato; in particolare "futile" è l'ultimo aggettivo che mi verrebbe in mente per questo film, in cui ogni scena sembra essere asciugata e concentrata fino all'essenzialità.
Gyllenhall mi sembra che sia seguito tanto quanto Ledger, sia nell'infelicità famigliare, sia nell'accenno agli incontri occasionali con "terzi/e" che i due si concedono nel corso degli anni...
 
Vedi che proprio non andiam d'accordo? :lol: :D

Secondo me le caratteristiche di asciuttezza e concentrazione ci son tutte, ma ciò non toglie che episodicamente si lasci andare.

Gyllenhall è a mio avviso molto meno sviluppato di Ledger, ma soprattutto la famiglia (Anne Hathaway diventa una macchietta con la sigaretta...) è molto più tirata via.

Li guardiamo proprio con occhi differenti i film: fra questo e Match Point siam messi malaccio... :lol:
 
e pensare che, con tutti questi difetti che gli trovi, abbiamo dato praticamente lo stesso voto... pensa se ti fosse piaciuto... :lol:
 
Ma infatti mi è piaciuto, solo non mi ha entusiasmato. E poi il voto non può esser la misura di tutto: è indicativo e basta. :icon_wink:
 
gahan ha scritto:
Ma infatti mi è piaciuto
ma se hai scritto che "non ti ha convinto"... hai parlato di pecche... scene futili... non capisco come possa conciliarsi il fatto che "ti sia piaciuto" con quello che ne hai scritto...
 
Perdonami, andag, ma se continui a vivisezionare ogni parola che dico non la finiamo più e ti devo rispondere colpo su colpo rendendo la discussione sul film poco interessante per gli altri... :eusa_think:

Comunque, non mi ha convinto troppo l'impostazione classica, poco coraggiosa, ma l'ho trovata coerente; la sceneggiatura è in linea di massima dosata e senza eccessi, ma non esente da imperfezioni in senso opposto. Non è strano trovar difetti in un buon film. :icon_wink:
 
gahan ha scritto:
la sceneggiatura è in linea di massima dosata e senza eccessi, ma non esente da imperfezioni in senso opposto. Non è strano trovar difetti in un buon film. :icon_wink:
Sarà... io imperfezioni di sceneggiatura non ne ho viste.
Magari ci saranno dei difetti, altrimenti sarebbe un capolavoro assoluto; quello che differenzia un buon film da un film mediocre è la trascurabilità dei difetti rispetto ai pregi, e (a mio avviso) questo film merita che gli si riconosca una (non facile) riuscita, su cui mi sembra siamo d'accordo, piuttosto che la sottolineatura di ipotetici difetti (che invece mi sembrano tutti da dimostrare) ;)
 
Io sottolineo quello che ho pensato, e ho pensato che questo buon film sarebbe potuto essere "più vicino" al capolavoro anziché semplicemente un buon film. Ciò, ripeto, non toglie che sia un più o meno riuscito dramma amoroso classico. Tutto qua. :icon_wink:
 
Personalmente, definisco un probabile capolavoro un film che immediatamente vorrei rivedere, desiderio che I segreti di Brokeback mountain non ha minimamente suscitato, anzi.....
Non ho letto il libro, ma ho la sensazione che, almeno per ciò che riguarda il film, il tema dell'omosessualità sia stato una scusa per far rumore e richiamare l'attenzione, più che un reale filo conduttore. La narrazione tratta di debolezze congenite, e di ineguatezze sentimentali, oltre che al mondo reale, di due individui mai realmente cresciuti. I protagonisti avrebbero potuto essere di sesso opposto, magari di diverso censo, estrazione sociale o colore della pelle, senza per questo che la storia dovesse mutare minimamente. Ang Lee trasforma però i personaggi in caricature, che, incapaci di qualunque autocontrollo, fanno dell'inganno verso sè stessi e verso gli altri un modus vivendi, con il risultato di distruggere sè stessi e quanto li circonda un pezzo per volta, affetti compresi. Un po' troppo patetiche le scenate di gelosia da adolescenti....
Stilisticamente ho visto un inizio lento (in effetti anche il resto...) con un evidente abuso di primi piani, anzi di particolari di primi piani. Inquadrature a diaframma completamente aperto, ovvero immagini senza alcuna profondità di campo, cioè un film che vive della mimica facciale dei protagonisti, ed anche dei comprimari. Ang Lee come Sergei Mikhailovic Eisenstein? Ho qualche dubbio sull'originalità della scelta e soprattutto sull'effettiva riuscita dell'operazione. Di certo, un film che sarà dimenticato e che, visto al cinema o su SKY in Pan & Scan non cambierà di molto.
**1/2*
 
tuner ha scritto:
il tema dell'omosessualità sia stato una scusa per far rumore e richiamare l'attenzione, più che un reale filo conduttore.
direi proprio che non è così: il film ha dimostrato una grande discrezione; il polverone è stato sollevato dalla parte più bigotta e reazionaria della popolazione USA, se non sbaglio in qualche Stato è addirittura vietato.. vogliamo darne la colpa al film?

tuner ha scritto:
I protagonisti avrebbero potuto essere di sesso opposto, magari di diverso censo, estrazione sociale o colore della pelle, senza per questo che la storia dovesse mutare minimamente.
Anche questo mi sembra un nonsenso. Il film sceglie di raccontare questa storia, cioè un amore “diverso”, e lo fa cercando di evitare forzature o esiti macchiettistici. Avrebbero potuto essere di colore diverso, o di diversa estrazione sociale? No. Quando mai una persona viene rifiutata non solo dalla società, ma anche dai propri famigliari, dai propri genitori e dalla propria moglie, sulla base dei criteri che citi?

tuner ha scritto:
Ang Lee trasforma però i personaggi in caricature…
ma che film hai visto? :eek: :D


tuner ha scritto:
… che, incapaci di qualunque autocontrollo, fanno dell'inganno verso sè stessi e verso gli altri un modus vivendi, con il risultato di distruggere sè stessi e quanto li circonda un pezzo per volta, affetti compresi
La vicenda di un amore impossibile, che porta al disastro tutte le parti coinvolte, è uno dei temi più antichi del cinema, così come del teatro, e della letteratura. Buttiamo via tutto?
Il Dottor Zivago, che è basato sugli stessi presupposti, è una cavolata?
Quello che ti dà fastidio, quindi, sembrerebbe proprio essere la tematica omosessuale, questo però non è un problema del film…



tuner ha scritto:
Inquadrature a diaframma completamente aperto, ovvero immagini senza alcuna profondità di campo, cioè un film che vive della mimica facciale dei protagonisti,

Anche questa affermazione, che senso ha? E’ normale che un film basato sui protagonisti e sulle loro emozioni adotti, sui primi piani, una ridotta profondità di campo, che probabilmente è imputabile all'uso di lunghezze focali maggiori, più che al diaframma come sembri suggerire (e che se permetti mi sembra un po’ un’ingenuità).
E’ lo stile più usato non sono cinematograficamente ma anche in fotografia, per i ritratti ecc… e allora perchè prendersela con questo film?

tuner ha scritto:
Ang Lee come Sergei Mikhailovic Eisenstein?
no, grazie al cielo ;)




tuner ha scritto:
Di certo, un film che sarà dimenticato
Di certo, potresti parlare a titolo personale, perchè (per quanto mi riguarda) è un film che ricorderò alungo ;)
 
andag c'ha pensato tutta la mattina alla risposta, che è arrivata in piena... :5eek: :D

andag ha scritto:
Avrebbero potuto essere di colore diverso, o di diversa estrazione sociale? No. Quando mai una persona viene rifiutata non solo dalla società, ma anche dai propri famigliari, dai propri genitori e dalla propria moglie, sulla base dei criteri che citi?
Spesso: il rifiuto è un punto ben saldo dei drammi amorosi e prendendo altri temi come quelli citati da me e tuner (diversità d'età, razza, condizione economica e sociale) il risultato non cambia molto rispetto all'amore impossibile di Brokeback Mountain, tranne per le pedine.
 
gahan ha scritto:
andag c'ha pensato tutta la mattina alla risposta
eh, magari...purtroppo io non posso permettermi di passare tutto il mio tempo sul forum... ho visto i nuovi messaggi stamattina, ma poi sono riuscito a rispondere solo nel mezzogiorno... ;)


gahan ha scritto:
prendendo altri temi come quelli citati da me e tuner (diversità d'età, razza, condizione economica e sociale) il risultato non cambia molto rispetto all'amore impossibile di Brokeback Mountain, tranne per le pedine.
permettimi: è una sciocchezza. E' come rinfacciare ad un regista, che ha scelto di realizzare un melodramma amoroso senz'altro "diverso" ma anche senz'altro rientrante nei canoni del genere, di non avere invece realizzato un film sul disagio sociale, o sui problemi di integrazione.
Ma che razza di obiezione è?
 
andag ha scritto:
eh, magari...purtroppo io non posso permettermi di passare tutto il mio tempo sul forum... ho visto i nuovi messaggi stamattina, ma poi sono riuscito a rispondere solo nel mezzogiorno... ;)
Sai, ho visto la lucetta verde sempre accesa... :icon_wink:

andag ha scritto:
permettimi: è una sciocchezza. E' come rinfacciare ad un regista, che ha scelto di realizzare un melodramma amoroso senz'altro "diverso" ma anche senz'altro rientrante nei canoni del genere, di non avere invece realizzato un film sul disagio sociale, o sui problemi di integrazione.
Ma che razza di obiezione è?
Non ho mai detto di volere un film sul disagio sociale o sui problemi di integrazione e non ho rinfacciato niente a nessuno: ho semplicemente detto che questo buon film, un melodramma fatto come un normale melodramma, non può da me esser considerato più meritevole di qualsiasi altro buon film rientrante nel genere. Come trovo sciocco volerlo vedere di cattivo occhio perché tratta di un amore omosessuale, allo stesso modo trovo sciocco esaltarlo oltre i suoi meriti sol perché tratta di un amore omosessuale. :icon_bounce:
 
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