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La fiera della vanità

gahan

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25 Febbraio 2004
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Il tocco di Mira Nair impreziosisce la ricostruzione in questa colorita trasposizione, gradevole per più di un'ora e mezza prima di dover accorciare i tempi dell'adattamento per rientrare in una durata proponibile (2h 14'). Come spesso succede, i compromessi inficiano l'unità e la pesantezza comincia a farsi sentire nei dialoghi, fino ad allora a tratti anche brillanti, così come nei personaggi, appiattiti notevolmente. Lo stile è a metà fra la classica ed importante co-produzione anglo-americana e le spezie che porta con sé la regista indiana. Nel cast segnaliamo la brava Witherspoon che stavolta fa la protagonista dopo aver inaugurato il genere con L'importanza di chiamarsi Ernest, le alte performance di scuola di Byrne, Hoskins e Broadbent, ed un Rhys Ifans che nel suo ruolo serio e tormentato ricorda sempre più Stephen Rea.

Voto: **
 
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Cresciuta in povertà nella Londra degli inizi del 19th secolo Becky Sharp desidera ardentemente raggiungere gli alti ranghi della società londinese ed è disposta a tutto per riuscirci...

Qualche spruzzata di India qua e là, non è sufficiente a far decollare questa pellicola, dai colori e costumi sgarcianti, ma dalla storia un pò fievole ed appassita.
Di durata forse eccessiva rispetto al necessario, poco aggiunge al già visto "in costume".
Una serata in tranquillità che lascerà ben presto la vostra memoria.

**
 
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