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Non bussare alla mia porta

Copperfield

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Un attore attempato ed eclettico, decide di abbandonare il set durante le riprese, per compiere un viaggio indietro nel tempo, in luoghi e sentimenti del passato e questo lo pertaerà, necessariamente, a fare i conti con le proprie responsabilità; anche di padre.

E' un Wenders a doppia faccia quello che possiamo apprezzare in questo film. Luminoso, per i grandi spazi del Canyon e le vedute dall'alto di una collina, di immense città luminescenti; e crepuscolare al contempo per il grigiore delle relazione umane delle quali ci racconta.
Il senso di sbandamento e di sfacelo, così come il peso morale di scelte fatte nel proprio passato, rendono perfettamente l'idea dei drammi vissuti dai personaggi. Come sempre, la Lange e Shepard non mi piacciono, nella loro legnosità ormai proverbiale. Però è molto ben recitata la scena dello scontro-incontro tra i due, dalla quale peraltro fuoriesce il frame utilizzato per la locandina.
Di contro resta la capacità del cineasta tedesco di saper spaziare ulteriormente nelle argomentazioni, permettondo di aggiungere un altro tassello alla sua cinematografia.

**
 
Personalmente ogni volta mi immergo con piacere nel mondo di Wenders: anche qui ci sono i suoi difetti, il film è un po' ondulante (qualche dialogo, specie quello con l'imbarazzante personaggio del figlio, è bruttino), ma poi i pregi di quello che è comunque un grande regista regalano momenti incantevoli e l'unità finale.

Voto: ** ½
 
Il film inizia bene, con un certo dinamismo da road movie che sta anche a rappresentare bene la ricerca (di se stesso) del protagonista.
Molto bella la parentesi a casa della madre.

Poi succede qualcosa di quasi incredibile: il film di colpo si arena, la sceneggiatura annaspa e gira a vuoto, si fa verbosa e noiosissima. Compaiono personaggi troppo, troppo sopra le righe (o al contrario troppo scialbi), la Lange è inguardabile (in tutti i sensi, che pena vederla così rifatta)...

E' come se Wenders di colpo avesse perso interesse nel film, ed infatti lo porta ad una chiusa prevedibile e frettolosa, come per liberarsene.

Un dettaglio, che è solo un dettaglio, ma significativo: in una scena, un colpo di pistola fora la ruota anteriore sinistra dell'auto. Nella scena successiva, con oltretutto un clamoroso primo piano del pneumatico, la ruota a terra è la destra. Io me ne sono accorto subito: Wenders, che il film l'ha diretto, forse non se n'è ancora accorto adesso.
Non solo per questo ovviamente (che comunque è rivelatore del livello di concentrazione) ma per il suo complesso, un film cialtrone.

*
 
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