Ad Hollywood non si accontentano più di saccheggiare la produzione horror del sol levante, ma pagano direttamente i registi degli originali affinché rifacciano il loro bambino: è successo dapprima a Shimizu e, da ultimo, è arrivato Nakata a gestire The Ring 2. The Grudge è meno peggio di quanto ci aspettassimo perché in pratica ricalca fedelmente l'originale sia per la storia che per le tecniche di tensione, che viaggiano sugli stessi movimenti di macchina e sulla stessa artigianalità. Probabilmente già in questo sta un limite: perché rifare lo stesso film, ambientandolo per giunta sempre in Giappone? Da un'anonima cittadina ci spostiamo nella megalopoli di Tokyo, ma è poca cosa. Gli unici veri aggiustamenti vanno ad esplicitare i passaggi di sceneggiatura, a cambiar di posto o a eliminare qualche personaggio (le studentesse, ad esempio) e le relative sottotrame con l'intento di inserire la cacciatrice di vampiri americana ed i suoi compari. Il risultato è che la signora con i capelli lunghi che striscia lungo le scale, così come il ragazzino con il suo gatto, non son più circondati da quella vaghezza minimale che creava tutta l'atmosfera angosciante di una pellicola che non era semplicemente un ramazzamento delle solite cose.
Voto: * ½