Pauroso: trovare poesia in un film del genere equivale a trovarla, come pure ci è accaduto di dover leggere, in Shaolin Soccer. Sono esattamente la stessa cosa. Se qualcuno ci vede poesia, penso sia lecito dire che noi abbiam trovato solo ridicolo e noia profonda, di chi non ne può più di sentirsi dire e ridire che la calligrafia e la spada sono la stessa cosa... Un'esperienza di un dolore immenso, alla fine della quale arriviamo per non si sa quale auto-lesionismo: dev'esser stato il viso angelico della bellissima Ziyi Zhang (ammettiamo di esser deboli con le orientali: ci era capitato anche con Shu Qi in So Close) a farci desistere dall'abbandonarlo come avevamo giustamente deciso dopo aver iniziato The Storm Riders, un'altra perla i cui concetti non si discostan molto da questa se non per il budget e relativa cura estetica. Cura, fra l'altro, pacchiana e di aiuto al fastidio generato da chi vuole imporsi nel mondo, prendendolo in giro (e tutti abboccano contenti), come nuovo modello di estetismo ed è invece solo un'accozzaglia di populismo mandarino. I pomodori cinesi ci fan mangiare e da parte nostra stiam poco a sottilizzare sulla provenienza, ma qualcuno deve fermare questi esaltati volanti che camminano sulle acque come Cristo in un tripudio di spade e frecce. Se volete vedere un po' di storia cinese unita a vero spessore, guardatevi Cantando dietro i paraventi di Olmi. E che cavolo!
Voto: *