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Mare dentro

gahan

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Amenábar parla di morte, stavolta in maniera totalmente esplicita. Quella che in Apri gli occhi e The Others era una visione a tinte metafisiche e thriller del fenomeno si tramuta in voli lirici, prendendo una rincorsa per arrivare sui verdi prati di Galizia ed al suo mare oltre la stanza nella quale per anni il protagonista si è relegato. Anche nel filmare Javier Bardem sul suo letto, comunque, il cileno/spagnolo non fa mancare quell'atmosfera che sta nel suo tocco. Ci si focalizza molto sul protagonista, ma in realtà Mare dentro è sceneggiato analizzando bene anche gli altri; e in effetti la bilancia morale del film non sarebbe tale se a far da contraltare alle frasi ferme di lui non ci fossero le insicurezze di chi ha attorno, specie da parte di chi lotta legalmente per realizzare il suo volere. Non è un film facile da fare perché il tema può apparire ricattatorio, e ad esser sinceri Mare dentro ci è sembrato a volte proprio così: il volo accompagnato dal "Nessun dorma", le musiche dello stesso regista e l'innesto delle due donne forzano forse un po' troppo il pathos. In mezzo c'è un'ironia rassegnata, il cui momento più esilarante è quello del dialogo a distanza di scale col prete. Alla fine, nonostante quello che è un bel film, la sensazione del "ricatto" rimane.

Voto: ** ½
 
Ultima modifica:
Uno dei film più belli che ho visto. Intenso, ben girato e ben recitato.
Il tema è spinoso, e nel film c'è posto per ogni possibile posizione che si possa prendere in merito: c'è chi cerca di usare solo la testa e chi solo il cuore, e chi cerca di trovare un equilibrio tra le due posizioni.
Ma il film secondo me non deve essere inteso come un opera a favore dell'eutanasia, ma solo uno spunto di riflessione che parte da una singola e reale esperienza umana. Il fatto che il protagonista voglia, cerchi e si procuri la morte, per lui è sicuramente un punto di arrivo, ma per tutti gli altri deve essere solo un punto di partenza.
Ed ognuno deve sviluppare la sua personalissima opinione utilizzando il giusto mix (per lui stesso) di testa e di cuore, senza cercare di imporre agli altri le conclusioni a cui giunge sul tema. Ecco la profonda differenza tra il sacerdote, anch'egli tetraplegico, che nel film cerca di imporre la sua personale esperienza a chiunque sia nelle sue stesse condizioni, e Ramon che non pretende di universalizzare la sua scelta, ma la considerar la scelta giusta solo per il suo caso.
Da vedere e da meditare.

*** 1/2
 
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