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Love Actually - L'amore davvero

gahan

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25 Febbraio 2004
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Questa "piccola produzione britannica", come l'ha definita Hugh Grant, è un assemblato di star riunite sotto l'albero di Richard Curtis, sceneggiatore prolifico della commedia british da Quattro matrimoni e un funerale a Bridget Jones. Sin dall'apertura gli intenti son chiari e ci si propone un buon film, nonostante proprio la scrittura abbondi in schematismi e cadute. I saluti all'aeroporto col richiamo a 9/11 introducono, oltre al tema centrale, anche il ritornello dei rapporti di amore/odio con l'altro lato dell'Atlantico: fra il Primo Ministro Grant, invaghitosi di una sua assistente, ed il Presidente USA Thornton, gli attriti spuntano proprio per colpa di lei e danno il via ad una conferenza stampa di sfida. Così come questo episodio, tutto il film è fondamentalmente una farsa orchestrata attorno all'universale ricerca dell'amore, alle insicurezze che impediscono di goderne ed alla gioia di trovarlo nelle sue varie forme. Tante le storie, la maggior parte delle quali chi più, chi meno riuscita: coraggioso il giovane Primo Ministro Grant; punto più alto di spasso sono le battute del rocker cinquantenne Bill Nighy; Liam Neeson alle prese col lutto, il graziosissimo figlioletto (Thomas Sangster) innamorato della ragazzina americana che sta per partire e con... Claudia Schiffer; la splendida Laura Linney combattuta fra un collega ed i fratello malato; le due controfigure Martin Freeman e Joanna Page; il professor Severus Piton/Alan Rickman tentato dal tradire la moglie, professoressa Sibilla Cooman/Emma Thompson (nonché dall'eliminare il commesso Rowan Atkinson); Colin Firth alle prese con le lezioni di portoghese per comunicare finalmente con Aurelia (Lúcia Moniz). I meno riusciti e più irritanti sono gli episodi con Keira Knightley ed il rosso che parte per i bar americani. Nello zucchero festivo qualcosa rimane indigesto, ma le oltre due ore passano distese come con pochi altri film di qualsiasi altro genere.

**½
 
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