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Normativa impianti centralizzati- Il parere di Fracarro

Elia

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18 Marzo 2004
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Si riapre la questione degli impianti TV centralizzati, quei sistemi che consentono la distribuzione del segnale televisivo (e non solo) a vari appartamenti, partendo da un’unica antenna ricettiva condominiale, e oggetto del Decreto Ministeriale dell’11/11/2005 “Regole tecniche relative agli impianti condominiali centralizzati d’antenna riceventi del servizio di radiodiffusione” (Gazzetta Ufficiale n. 271 del 21 Novembre 2005). </SPAN>
“Il provvedimento, e in generale l’attuale contesto normativo su questa materia, si muovono nella giusta direzione -commenta Nello Genovese, Amministratore Delegato Fracarro, Gruppo leader nella ricezione e distribuzione dei segnali audio video dati- verso lo sviluppo e la diffusione delle antenne centralizzate nei palazzi e contro la proliferazione selvaggia di antenne singole.

I vantaggi di un utilizzo più razionale di questi sistemi si giustificano facilmente, sia pensando al miglioramento estetico delle nostre città, sia allo sviluppo di edifici “intelligenti”, capaci di offrire un ventaglio più ampio di servizi all’utente: non solo la TV, quindi, in tutte le sue forme (analogica, digitale satellitare e digitale terrestre, pay TV...), ma anche la comunicazione multimediale, internet, i dati informatici dovrebbero già essere facilmente fruibili in tutte le case italiane, senza dover operare nel tempo interventi alla struttura.
L’attuale normativa presenta però delle vistose debolezze
: niente di nuovo nell’ultimo Decreto, che non ha carattere di obbligatorietà, mirando a una vaga promozione del centralizzato. Altrettanto approssimativamente si accenna al ruolo dell’impianto televisivo, che deve permettere il passaggio anche dei segnali per i servizi interattivi evoluti, lasciando solo intuire le potenzialità di questo sistema, che è già in grado di sostituire altre forme di cablatura per la comunicazione all’interno e verso l’esterno dell’edificio. Manca inoltre una politica forte di incentivo alla revisione degli impianti, senza la quale non si può pensare a un miglioramento significativo della situazione, a dir poco caotica, presente in Italia: degli oltre 9 milioni di edifici condominiali italiani (contando solo quelli con più di 9 appartamenti) stimiamo che più del 40% non disponga ancora di impianto centralizzato, con una situazione di evidente discontinuità nel territorio (meglio va al nord, dove la gran parte degli edifici è stata già adeguata con i sistemi centralizzati, mentre risulta più problematica la situazione nel centro sud Italia).
Misure di sostegno si renderebbero urgenti, d’altra parte, anche in relazione all’introduzione in Italia del digitale terrestre. Sulla base dell’esperienza di Fracarro acquisita in altre nazioni (come Spagna e Inghilterra), dove questa tecnologia è partita con qualche anno di anticipo, è legittimo ritenere che circa il 30% dei nostri impianti televisivi, singoli e condominiali, non siano adeguati e che debbano essere rivisti. Una posizione più forte da parte del nostro Paese sul tema del centralizzato e su quello della revisione degli impianti potrebbe portare a raggiungere l’obiettivo digitale terrestre (un traguardo, quello dello “switch off”, che è europeo, non solo italiano) in tempi più brevi”.

Ma chi è Fracarro e che ruolo ha in questo settore? “In più di 70 anni di attività –continua Genovese- l’azienda ha contribuito a fare la storia della TV, diffondendo i sistemi di ricezione del segnale televisivo nella maggior parte delle case italiane. Già in passato abbiamo operato delle scelte coraggiose, nella direzione dello sviluppo di impianti tecnologicamente razionali e di una politica aziendale orientata “a mettere ordine”, rispetto alla caotica situazione installativa del nostro territorio. Un nostro slogan, che spingeva gli installatori verso la “democrazia digitale”, contro l’”anarchia condominiale”, risale ormai a più di 10 anni fa.
Oggi raccogliamo i frutti di queste scelte: nel mercato del centralizzato (negli ultimi 10 anni si stima un valore di 350 milioni di Euro per i soli prodotti strettamente legati ai sistemi condominiali) abbiamo conquistato in Italia una quota del 40%, rispetto a competitor spesso concentrati sulle singole gamme più che sui sistemi. Nel 2005 Il nostro fatturato sugli impianti centralizzati mostra una crescita di oltre il 15%, grazie anche all’introduzione in Italia del digitale terrestre e a importanti partnership con i principali operatori televisivi italiani.
Nello stesso tempo, sono stati fatti investimenti significativi sul fronte dell’ampliamento di gamma dei nostri prodotti e del loro sviluppo tecnologico, con l’introduzione di nuove linee e con il continuo aggiornamento delle famiglie storiche. Anche sul fronte dell’apertura dell’impianto televisivo a nuovi servizi per l’utente siamo stati innovativi: oltre all’offerta di soluzioni che sfruttano la distribuzione in fibra ottica, siamo oggi in grado di proporre un sistema che consente l’accesso a Internet in banda larga (dal modem/router del provider) in tutte le prese TV dell’edificio, semplicemente utilizzando il cavo coassiale dell’impianto televisivo già esistente”.

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