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Sky: Italia 1990 a "Italia-Germania 4-3"

SATRED

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“ITALIA – GERMANIA 4-3”
CONDUCE GIORGIO PORRA’
CON LA PARTECIPAZIONE DI JOSE’ ALTAFINI, BEPPE BERGOMI, PAOLO ROSSI
ospitE in studio: GIANLUCA VIALLI
BEPPE BERGOMI INTERVISTA ANGELO PERUZZI
SUL TEMA DELLA NAZIONALE:
“Io mi auguro di andare al Mondiale, però non me ne faccio un cruccio.
Lippi sa come la penso. Io gli ho sempre detto:
se devi portare un giovane in cui credi, per me non ci sono problemi”.
DUE SICILIANI A CONFRONTO:
LO SCRITTORE ANDREA CAMILLERI E L’EROE DI ITALIA 90’ TOTO’ SCHILLACI


PUNTATA DEDICATA AL MONDIALE DI ITALIA 90
VENERDI’ 24 FEBBRAIO 2006, SKY SPORT 1 ALLE ORE 21.00
Nuovo appuntamento per “Italia-Germania 4-3”, rubrica di approfondimento di Giorgio Porrà in onda il venerdì alle ore 21.00 su SKY Sport 1, e in replica il martedì alle ore 14.30.120 minuti dedicati ai Mondiali di calcio, percorso di avvicinamento ai Mondiali di Germania 2006 che Sky trasmetterà integralmente in esclusiva per l’Italia. Un lungo viaggio, raccontato dai protagonisti attraverso immagini ed interviste. La puntata di domani, venerdì 24 febbraio, sarà dedicata al Mondiale giocato in Italia nel 1990. Spazio quindi allasintesi di “Italia-Argentina”, semifinale del Mondiale disputato in Italia nel 1990, che si giocò il 3 luglio di quell’anno allo Stadio “San Paolo” di Napoli.I tempi regolamentari terminarono in pareggio: 1-1 gol di Salvatore Schillaci per gli Azzurri e di Caniggia per l’Argentina. Ai rigori l’Italia uscì sconfitta con gli errori dal dischetto di Dondoni e Serena. L’undici di Azelio Vicini finì dunque per disputare la finalina -per il terzo posto- contro l’Inghilterra. La vittoria al San Nicola di Bari per 2-1 (gol di Baggio e Schillaci per l’Italia) regalò alla nazionale italiana la medaglia di bronzo, magra consolazione nel mondiale giocato in casa. Spazio dunque al racconto della competizione mondiale organizzata in Italia che vide tra i protagonisti Gianluca Vialli, ospite in studio e Totò Schillaci, uomo simbolo del Mondiale disputato nel 1990. Spazio al racconto di José Altafini del cammino di quell’Italia con particolar attenzione proprio alla semifinale che l’Italia perse contro l’Argentina, che verrà rivissuta grazia alle testimonianze dei protagonisti di allora: il CT Azelio Vicini, l’attuale allenatore del Milan Carlo Ancelotti, in campo durante il mondiale italiano, così come Giuseppe Giannini, Ciro Ferrara ed Aldo Serena. Quindi un’intervista al portiere di quell’Italia, Walter Zenga, protagonista della sfortunata uscita su cross di Maradona che regalò a Caniggia il gol del pareggio nella semifinale. L’ex portiere di Inter e Nazionale, che oggi allena la Stella Rossa di Belgrado. E ancora: un servizio su René Higuita, ex portiere della Nazionale colombiana che partecipò al Mondiale di Italia ’90, che divenne celebre per aver inventato il “colpo dello scorpione”, un modo di parare piuttosto spettacolare. Spazio quindi a Totò Schillaci, protagonista ed eroe di quel Mondiale: originario di Palermo, il giocatore della Juventus, aveva giocato solo una partita internazionale prima dell'inizio della Coppa del Mondo di Italia 90, di cui divenne il simbolo. “Sono arrivato a furor di popolo- ricorda Schillaci- quando arrivai in Nazionale per me era un premio, una grande soddisfazione. Come tutte le favole, insomma, ti dà l’opportunità di entrare e… far gol. Perchè mi ricordo che in quel gol, su cross di Vialli, io ero in mezzo a due torri…”
Le imprese dell’attaccante siciliano saranno raccontate attraverso le parole dello scrittore, suo conterraneo, Andrea Camilleri che rivela: “Cominciai a capire la bellissima, affascinante geometria che c’era all’interno di questo gioco. Ero ad un passo dal cominciare a dire ‘ forza, e a urlare’ quando entrò mia moglie e mi disse “Cosa fai, guardi una partita?” Era come se mi avesse scoperto abbracciato ad una bionda”. E ancora, parole di ringraziamento per Totò che diede lustro ai siciliani: “…bruttini, meticci, bassi di statura, non particolarmente atletici però, quando ci si mettono, segnano. E’ in questo senso che ho amato Totò Schillaci: come emblema di ciò che è capace di fare la Sicilia pur con alcune menomazioni, chiamiamole così, iniziali”. Da Schillaci a Totti, che Camilleri stima in maniera particolare: “Una persona che io adoro come calciatore è Totti: a me non mi interessa come gioca, a me interessa come parla e devo dire che lo trovo splendido. E non sto facendo dell’ironia”.
Nello spazio “Selvaggi e sentimentali”, un’intervista ad Alba Parietti, showgirl che iniziò la carriera di successo come opinionista seduta sullo sgabello alla trasmissione "Galagol" su Telemontecarlo, commentando i mondiali di calcio. Il legame con l’attualità sarà assicurato grazie ad un’intervista a Franco Baresi che racconterà del suo recupero lampo durante il Mondiale del 1994: si operò al menisco all’inizio del torneo e riuscì a tornare in campo per la finale. Un ottimo spunto per tornare sul grave infortunio capitato a Francesco Totti durante Roma-Empoli del 19 febbraio scorso. E sperare in un recupero “alla Baresi”: per veder tornare in campo il numero 10 della Roma e della Nazionale, in tempo per disputare i Mondiali di Germania che inizieranno a giugno.
Ancora attualità e Nazionale con Beppe Bergomi nella veste di intervistatore: in questa puntata spazio al portiere della Lazio e della Nazionale, Angelo Peruzzi. Tema della chiacchierata la Nazionale, i rapporti con il Ct Lippi ed i prossimi Mondiali.
Bergomi: Lippi ti ha convocato per la tournèe americana, tu stavi partendo per le vacanze, vero? Ti ha chiamato lui direttamente?
Peruzzi: “Sì. Io ho un grandissimo rapporto con Lippi, schietto. Siamo stati 5/6 anni alla Juventus, quindi io gli ho detto: Se, quando vuole il mister, mi può chiamare, io ci sono. Se chiama un altro portiere, non è che ne faccio chissà quale pensiero…”
B: Tu hai vissuto questo rapporto con Lippi alla Juventus, all’Inter, e in Nazionale. In che cosa è diverso, è sempre lo stesso Lippi, o l’esperienza juventina, interista o questa della Nazionale lo hanno cambiato?
P: “Penso che in Nazionale sia come era alla Juventus. Cioè la sua voglia, il suo ottimismo. Più che altro il suo ottimismo, quello di pensare, non incosciamente, ma anche con buoni presupposti, che l’Italia è una squadra fortissima. A volte può passare anche per presuntuoso, ma lui lo fa per spronare il gruppo…”
B: Che idea ti sei fatto del gruppo che sta formando Lippi?
P:Penso che sia un gruppo che vuol fare bene. Penso sia il grande merito di Lippi che ha scelto giocatori fino adesso che hanno portato entusiasmo. Perché capitava, a volte, che andavo in Nazionale negli altri anni e, a volte, sentivi qualcuno che era scontento, qualcuno sì, vengo qua in Nazionale, c’è l’amichevole con Malta…. Ora se si gioca anche con il Canicattì, rispetto per il Canicattì, vogliono venire tutti”.
B: Io ho giocato con grandi portieri, sia in Nazionale che all’Inter. Due, tre nomi faccio: Zoff, Zenga, Pagliuca. Adesso s’è visto, si è fatto male Buffon e hanno dovuto richiamare un vecchietto, tra virgolette, come te …insomma capire perché c’è questa crisi generazionale dei portieri, ecco.
P:….prima il portiere o era italiano o niente. Invece adesso anche per il portiere si cerca lo straniero. Secondo me portieri in italia ce ne sono anche bravi. È stato fatto che l’altro anno, forse per un motivo o per l’ altro, alcuni giovani non hanno dato quello che potevano dare.
B: Senti, parlando invece della difesa. Allora, forse un problemino a destra, tanto io non torno a giocare più….non ce la faccio più. Però voglio capire, faccio un nome: Panucci.
P:Vai su un terreno minato…”
B: Lo screzio tra lui e Lippi è nato forse ai tempi dell’Inter, da quello che ho potuto capire…..
P: “Penso di sì…”
B: Tu sai qualcosa?
P: Non so … adesso le motivazioni per le quali hanno discusso. Però, con tutto il rispetto di Panucci, ci sono altri giocatori e Lippi non può fare per ogni giocatore la stessa storia, cioè non può farne un caso per ogni giocatore.
B: Sicuramente anche qui alla Lazio ce n’è uno molto bravo che è Oddo.
P: “Sì, sta facendo bene. Quest’anno specialmente sta facendo benissimo. Massimo sia in attacco che in difesa è migliorato moltissimo”.
B: Per quanto riguarda il centrocampo, secondo me c’è un giocatore che è un pò insostituibile, che ha delle caratteristiche particolari, che è Pirlo. Secondo te, alla Lazio c’è un giocatore che in questo momento è importante….
P: “…il giocatore più di qualità, secondo me, che abbiamo alla Lazio è Liverani. Quello che ci può far fare il salto di qualità in ogni partita e sta facendo molto bene. Adesso io non sto qui a sponsorizzare i miei compagni di squadra, però Liverani sta facendo molto bene”.
B: Senti, io penso che Lippi sicuramente ti porterà a questo Mondiale…
P: “Io me lo auguro, però, te l’ho detto, come ho detto all’inizio, non me ne faccio un cruccio. Lippi sa come la penso. Io gli ho sempre detto: se devi portare un giovane e credi nel giovane, per me non ci sono problemi”.
B: Ho capito, ma tu vai con l’idea di potertela giocare titolare, o Buffon è inarrivabile, visto che giocherà solo il ritorno del campionato ?
P:Buffon è stato sfortunato che si è fatto male, però Buffon se da qui alla fine del campionato gioca come sa giocare lui, non è che non c’è rivalità con me, non c’è rivalità con nessuno, né in Italia, né nel mondo”.
 
Satred ha scritto:
Quindi un’intervista al portiere di quell’Italia, Walter Zenga, protagonista della sfortunata uscita su cross di Maradona che regalò a Caniggia il gol del pareggio nella semifinale.

:mad: Tè possino !!! :icon_wink:

Ho visto la puntata, molto bella, che bell'atmosfera delle notti magiche !!!
 
Seconda puntata su Italia 1990

Nuovo appuntamento per “Italia-Germania 4-3”, rubrica di approfondimento di Giorgio Porrà in onda il venerdì alle ore 21.00 su SKY Sport 1, e in replica il martedì alle ore 14.30.
120 minuti dedicati ai Mondiali di calcio, percorso di avvicinamento ai Mondiali di Germania 2006 che Sky trasmetterà integralmente in esclusiva per l’Italia. Un lungo viaggio, raccontato dai protagonisti attraverso immagini ed interviste. La puntata di domani, venerdì 3 marzo, sarà ancora dedicata al Mondiale giocato in Italia nel 1990. Spazio quindi allasintesi di “Germania-Argentina”, finalissima del Mondiale disputato in Italia, che si giocò l’8 luglio di quell’anno allo Stadio “Olimpico” di Roma.Mentre l’Italia si aggiudicava la medaglia di bronzo contro l’Inghilterra, i tedeschi portavano a casa la coppa, superando l’Argentina di Biliardo per 1 a 0, grazie al gol su rigore all’84’ di Andreas Brehme.
Gianluca Vialli, tra i protagonisti del mondiale casalingo, disegnerà la figura di Lothar Matthaus, capitano della Germania campione del Mondo ad Italia ’90, anche grazie ai ricordi di Beppe Bergomi e Nicola Berti.
Ospite in studio Pietro Vierchowod, longevo difensore che ha giocato in serie A 562 partite, terzo assoluto dietro Paolo Maldini e Dino Zoff. Con la Nazionale ha disputato 45 partite, segnando 2 gol. Ha preso parte inoltre a tre mondiali: quello vittorioso in Spagna nel 1982 (dove non è mai entrato in campo), il Mondiale di Messico 1986 e i Mondiali di Italia 1990.
Spazio quindi al racconto di José Altafini del cammino della Germania che conquistò il terzo titolo della sua storia dopo quelli vinti nelle edizioni del 1954 e del 1974, con interviste ai nazionali tedeschi Andreas Brehme, che trasformò il rigore decisivo nella finale contro l'Argentina, Rudi Voeller e Franz Beckenbauer, allenatore di quella Germania, il primo vincitore di una Coppa del Mondo sia come capitano che come allenatore. Per l’Argentina che si dovette accontentare del secondo posto, spazio ai ricordi del nazionale Sensini, autore tra l’altro, del fallo su Völler che decretò il penalty decisivo a sei minuti dalla fine e che consegnò alla Germania la terza Coppa del Mondo.
Quindi un’intervista a Paul “Gazza” Gascoigne, bizzarro ed imprevedibile centrocampista inglese che trascinò la sua nazionale ad Italia ’90 fino alla finale per il terzo e quarto posto che poi si aggiudicò l’Italia. Nel Mondiale 1990 la sfida fra le due superpotenze sudamericane si risolse agli ottavi: Brasile-Argentina consegnò il lasciapassare ai Maradona boy’s che regalò a Caniggia il pallone della vittoria. Quella partita, in cui il Brasile giocò meglio degli Argentini di Biliardo, sarà rivissuta grazie alle testimonianze di alcuni tra i protagonisti: Careca, Carlos Dunga e Taffarel.
Altra protagonista mancata di Italia ’90, fermata ai quarti di finale dall’Argentina, fu la nazionale della Jugoslavia. Un Mondiale rivissuto grazie alla testimonianza di Zvonimir Boban che non fu convocato a causa di un incidente che capitò durante un incontro di campionato disputatosi a Zagabria tra la Dinamo del giovane capitano Boban e la Stella Rossa Belgrado.
Ma il Mondiale di Italia ’90 fu giocato sulle note di una canzone interpretata da Edoardo Bennato e Gianna Nannini: "Un'estate italiana", ben nota per il ritornello delle "notti magiche". In un’intervista esclusiva il cantautore napoletano ricorda quell’esperienza mondiale.
Al critico Tatti Sanguineti è affidato il binomiocinema e sport: in questa puntata un servizio dedicato al film “Moana e Cicciolina ai Mondiali” in cui le due protagoniste fanno vincere i campionati mondiali di calcio alla squadra italiana mettendo k.o. gli avversari.
Spazio infine all’attualità e alla Nazionale con Beppe Bergomi nella veste di intervistatore: in questa puntata spazio al difensore dell’Inter e della Nazionale, Marco Materazzi. Tema della chiacchierata la Nazionale, i rapporti con il Ct Lippi ed i prossimi Mondiali.

Bergomi: “Cosa chiedi alla parte finale di questa stagione?”
Materazzi: “Chiedo di rimanere agli stessi livelli dei primi quattro mesi in cui credo di aver dato il massimo”.
B. “Quando giocavo io l’ossatura della nazionale era formata da interisti. Oggi ci sei solo tu. Dipende solo dal fatto che in rosa siete appena quattro italiani?”
M. “Sicuramente sì. Perché nel 2001/2002 eravamo tanti gli interisti in nazionale. E comunque sono molto orgoglioso di essere l’unico nerazzurro ad indossare la maglia della nazionale”.
B. “Hai l’impressione che questa volta si possa arrivare fino in fondo, fino alla finale?”.
M. “Ogni volta che inizia una competizione si dice sempre che siamo i favoriti, che possiamo vincere. In realtà sappiamo che non è così. Questa volta credo che stiamo costruendo qualcosa di importante, te ne accorgi dai dettagli, dai particolari”.
B. “E tu speri di giocare?”
M. “Lippi è uno che dice le cose che pensa direttamente agli interessati. E questo è un aspetto molto importante. La sensazione che ti trasmette è quella della massima fiducia e sai che in ogni momento ti può mandare in campo. Io so di avere due mostri sacri davanti a me come Nesta e Cannavaro, ma spero comunque di giocare”.
B. “In nazionale, ma non solo, qual è il tuo rapporto con i milanisti?”
M. “Eccezionale. Rino Gattuso lo considero addirittura un mio figlioccio, e vado d’accordo con tutti i milanisti”.
 
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