C'è poco da indagare...
1) L'arretratezza tecnica sul territorio è figlia della deregulation totale in cui la politica, prima con la scusa della emittenza libera e poi guidata dalle lobbies della TV commerciale, ha fatto arenare il sistema rtv italiano.
Regole tecniche e assegnazione delle frequenze non avrebbero compromesso la libertà delle emittenti. Con standard definiti e razionalizzazione dello spettro rtv, si sarebbe aumentato il pluralismo dei soggetti, diminuite le interferenze e migliorata la qualità di visione.
Con la compravendita delle frequenze e migliaia di postazioni trasmittenti messe a casaccio, con la "libertà" di allestire impianti abnormi posizionati in siti inadatti, ora, la TV pubblica, anche solo per aggiornare il sistema al DTT deve comprare (a caro prezzo) postazioni mediocri che rendono servizi mediocri e non danno copertura.
...lo sa solo il padreterno come la RAI potrebbe distribuire canali in HD quando non riesce neppure a coprire bene il territorio col DTT.
2) Anche in una situazione del genere non c'è nulla di sbagliato se il servizio pubblico sperimenta ed acquisisce know how di alto livello e crea tecnici competenti per nuove tecnologie a patto che poi questo serva "almeno" a vendere professionalità all'estero, ad esempio andando ad installare sistemi "chiavi in mano" laddove è possibile farlo.
3) Purtroppo, in Italia siamo tutti furbi.... quindi, non ci sono leggi giuste ed al servizio dei cittadini ma leggi ad hoc, oppure situazioni tenute fuori controllo di proposito, ad uso e consumo di soggetti particolari, una cosa che, ben si sa, raramente corrisponde al bene collettivo.
semolato ha scritto:
Alla luce della scandalosa situazione di arretratezza tecnica in cui giace il servizio fruibile da chi ha pagato anche questa sperimentazione fantasmagorica, ma riceve sul televisore contenuti penosi per forma e sostanza, una notizia del genere dovrebbe attirare fortemente l'attenzione di chi può, indagando...