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Vieri racconta il mondiale 1998 in Francia

SATRED

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Nuovo appuntamento per “Italia-Germania 4-3”, rubrica di approfondimento di Giorgio Porrà in onda il venerdì alle ore 21.00 su SKY Sport 1, ein replica il martedì alle ore 14.30.
120 minuti dedicati ai Mondiali di calcio, percorso di avvicinamento ai Mondiali di Germania 2006 che Sky trasmetterà integralmente in esclusiva per l’Italia. Un lungo viaggio, raccontato dai protagonisti attraverso immagini ed interviste. La puntata di domani, venerdì 24 marzo, sarà dedicata al Mondiale giocato in Francia nel 1998;in studio Beppe Bergomi che in quell’edizione giocò il suo quarto e ultimo Mondiale. Spazio allasintesi di “Italia-Francia”, quarto di finale che si giocò il 3 luglio di quell’anno a Saint Denis. L’Italia allenata da Cesare Maldini terminò il suo cammino contro i padroni di casa: dopo lo 0-0 allo scadere dei 120’ di gioco, i calci di rigore condannarono gli Azzurri, decisivi gli errori dal dischetto di Demetrio Albertini e Gigi Di Biagio. Spazio ad un’intervista all’ex ct Maldini che ci riporterà con la memoria al 1998 per rivivere il suo Mondiale vissuto dalla panchina – l’ultima per lui in azzurro - e commentare quei calci di rigore che fermarono l’Italia. Un’eliminazione amara di cui parlerà anche Gianluca Vialli: particolare attenzione all’errore decisivo dal dischetto, la traversa di Gigi Di Biagio, con una testimonianza diretta del calciatore. Di Biagio - 31 partite e 2 reti con la maglia azzurra - racconterà sensazioni e stati d’animo della gara che lo ha reso protagonista con quel “legno” che ancora trema. Josè Altafini ripercorrerà il cammino degli Azzurri nel mondiale francese con interviste a Angelo Di Livio, a Gianluca Pagliuca, che a Francia 1998 segnò la sua terza e ultima presenza ai Mondiali giocando da titolare a causa dell’infortunio di Peruzzi a pochi giorni dalla manifestazione. Quindi il racconto di Beppe Bergomi, che con la Nazionale, di cui è stato capitano, ha giocato 81 partite con 6 goal. Spazio anche ad un servizio a Francesco Moriero, che si rivelò determinante sulla fascia nella rosa schierata da Maldini nel mondiale di Francia.
Infine si tornerà all’attualità e alla Nazionale di Lippi, con Beppe Bergomi nella veste di intervistatore: in questa puntata spazio all’attaccante Christian Vieri, che l’11 gennaio scorso ha lasciato la maglia rossonera per indossare quella del Monaco e giocarsi ancora la possibilità di una convocazione per Germania 2006. Due Mondiali giocati (1998 e 2002), 43 presenze in Nazionale e 22 gol: nell’intervista Vieri parla del Mondiale di Francia del 1998 - dove segnò 5 gol – e della Nazionale di Lippi.

B: Riguardo al Mondiale del 1998 che abbiamo giocato insieme, rigore di Di Biagio. Io ho pianto. Tu è vero che ti sei fatto consolare da Zidane?
V: “Sì, perché l’anno prima io ho giocato con lui nella Juve. Quindi c’era una bella amicizia. Abbiamo perso, abbiamo preso una bella legnata. Però era tutto l’anno che ti dicevo: << quei quaranta giorni fatti crescere il baffo, perché se giochi col baffo, vinciamo>>.

B: Secondo te, cosa non ha funzionato?
V: “Il rigore di Albertini e Di Biagio”.

B: Perché tu sei convinto che quella squadra più di così non poteva fare….
V: “Secondo me chi passava tra noi e la Francia andava in finale. E noi non siamo riusciti a passare per il rigore….abbiamo fatto cinque partite, non ne abbiamo perso una. Quindi la squadra era buona, un po’ di sfortuna sui rigori. Perché poi abbiamo tirato il primo rigore noi e l’abbiamo fatto, e loro lo hanno sbagliato, vero?

B: Lizarazu, parato da Pagliuca
V: “Quindi eravamo già sull’uno a zero, così purtroppo….”

B: Nel 2002 è solo colpa di Moreno, o c’è qualcos’altro?
V: “No, la colpa è un po’di tutti noi. Lui ce ne ha fatte di tutti i colori, però anche noi. Io che potevo far gol di destro all’ultimo minuto, potevamo far gol in altre situazioni. Insomma, potevamo fare molto meglio secondo me, molto meglio di quello che abbiamo fatto”.

B: Quando Sacchi mi ha lasciato a casa, nessuno ha fatto nessuna polemica. La tua ultima convocazione ha creato un sacco di problemi. Secondo te perché?
V: “Ci sarebbe da parlare almeno dieci, quindici ore. Non lo so, forse perché non ho un grande rapporto con i giornalisti. Secondo me è quello più che altro. Sai, poi quando ci sono in mezzo io ci sono sempre polemiche. Ormai sono abituato”.

B: Ma Antonio Cassano, tu che secondo me lo senti, è un po’ più tranquillo e sereno?
V: “Lui era tranquillo anche prima, solo che stava giocando poco. Lo sento sempre tranquillo e molto contento della scelta che ha fatto”.

B: Ma tu lo porteresti in Nazionale, ai Mondiali?
V: “Tu vuoi mettere in difficoltà me? Queste sono scelte che deve fare l’allenatore, quindi… Lui è un campione, non è che lo scopro io”.

B: Totti l’hai chiamato, sei andato a trovarlo, l’hai ringraziato che ha dato il nome Christian a suo figlio?
V: “E’ vero, si chiama come me!! Gli ho fatto in bocca al lupo. Adesso deve soffrire un po’ perché si deve rimettere a posto. Tutti lo aspettiamo perché è un grande campione. Poi i palloni che dà lui agli attaccanti non li dà nessuno al mondo”.

B: Questo, forse, potrebbe essere il tuo ultimo Mondiale. Qual è il tuo obiettivo, migliorare la tua quota realizzativa - perché nei Mondiali hai fatto 9 gol - oppure raggiungere Riva cha ha fatto 35 gol, che tu sei fermo a 22?
V: “33, no?”

B: No, 35…
V: “Cavoli, questo Gigi Riva… Ma quando giochi per il tuo Paese sono le cose più belle che ci possono essere per un giocatore di calcio. Quindi la cosa principale è andare. Poi sono a nove gol, e se riesco a fare un gol, se arrivo a dieci, sono il giocatore che ha fatto più gol in Nazionale durante i Mondiali”.

B: Questo gruppo come sta nascendo?
V:”Bene, molto bene, abbiamo perso pochissime partite. C’è un grande gruppo e stiamo giocando anche molto bene”.

B: Spiegaci un po’ il tuo rapporto con Lippi…
V: “E’ un rapporto sincero, le cose ce le diciamo in faccia. Poi io l’ho avuto alla Juventus e all’Inter. Perché quando sono andato all’Inter, sono andato perché c’era lui. Lo conosco da tantissimi anni. Lui ti dà fiducia, ti fa sentire importante, e questo è importante per un giocatore un po’ come è successo con te con Bearzot”.

B: Come si sta a Montecarlo?
V: “Si sta molto bene, c’è una vita tranquilla. Stiamo andando così così, abbiamo avuto qualche problema, ma tutto sommato sono contento della scelta che ho fatto”.

B: Dei tuoi ex compagni, senti ancora qualcuno quotidianamente o hai tagliato i rapporti?
V: “Sento tanti giocatori con cui ho giocato, dirigenti, insomma persone con cui sono stato bene”.

B: Ma non invidi un po’ Del Piero che ha Capello che lo sta gestendo molto bene? Magari potevi rimanere anche tu in Italia e fare ancora i tuoi gol, avere il Capello di turno…
V: “Mah, non lo so. Al Milan giocavo troppo poco per fare quello che sta facendo Del Piero ora. Quindi era inevitabile andar via, cercare di giocare con continuità. Quindi io sono andato via solo per quello, stavo giocando troppo poco”.

B: So che avevi un buon rapporto con Cuper….
V: “L’ho sentito qualche mese fa”.

B: E’ vero che quando è andato via è venuto alla Pinetina a prendere la sua roba ed ha parlato con te? Cosa vi siete detti?
V: “Mi ha fatto gli in bocca al lupo, era triste. A me è dispiaciuto, tutti dicevano che non andavo d’accordo con lui e lo sento ancora. Con Cuper ho sempre dato tutto, ho fatto tanti gol. Abbiamo perso lo scudetto all’ultima giornata e ci può stare, una semifinale di Champions League. Per la squadra che avevamo, lui ha fatto veramente il fenomeno. Come dicono, Ronaldo è il fenomeno, lui con quella squadra ha fatto il fenomeno per due anni e mezzo”.
 
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