Il primo virus che ha attaccato un PC fu rilevato esattamente 20 anni fa. In occasione di questo particolare anniversario F-Secure propone in un comunicato stampa un veloce sguardo alle evoluzione dei pc virus nel corso di questi vent'anni. Non c'è troppo da stupirsi nel constatare che oggi i virus adottano processi molto più complessi rispetto a quelli adottati dai codici pionieri dell’attacco informatico.
Tanti sono gli anni trascorsi dalla scoperta, nel lontano gennaio 1986, del primo "boot sector virus". Questo virus, denominato Boot/Brain.A, si insinuava negli allora comuni floppy disk ed infettava i computer, in quegli anni assolutamente impreparati a respingere attacchi di questo tipo. In se relativamente innocuo, il virus Brain diede però il via alla lunga catena di eventi che ci ha condotto sino all'attuale critica situazione dei virus informatici.
I "Boot sector virus", estinti da tempo insieme alla perdita di importanza dei supporti floppy disk, hanno vissuto il loro lungo regno, per quasi un decennio, dal 1986 al 1995. I virus, propagandosi da computer a computer via floppy, impiegavano mesi o anche anni dal loro rilascio prima di raggiungere significativi livelli di infezione. Questo scenario ha subito una prima importante trasformazione nel 1995, con lo sviluppo dei primi macro-virus, che sfruttavano le vulnerabilità dei primi sistemi operativi Windows. Per circa quattro anni i Macro-virus hanno regnato nel mondo IT, e i tempi di propagazione si erano ridotti a circa un mese dalla prima rilevazione di infezione alla fase di massima diffusione e problema globale.
In seguito, di pari passo con la diffusione delle e-mail, fecero la comparsa i primi e-mail worms e individual worms, capaci di causare livelli di epidemia globale in appena un giorno. Uno dei più noti, fra i primi e-mail worms, fu Loveletter anche chiamato ILOVEYOU, che causò, prima di essere domato, grandi danni e ingenti perdite finanziarie nel 1999. Nel 2001 il lasso di tempo necessario per la diffusione delle infezioni si ridusse ulteriormente, passando da un giorno ad appena un'ora, grazie della comparsa dei network worms, come il Blaster o il Sasser, che si propagavano automaticamente e indiscriminatamente ad ogni computer online che non avesse adeguata protezione. Gli e-mail worms e i network worms continuano ancora oggi a provocare disastri nel mondo IT. Al momento esistono oltre 150.000 virus, e la loro famiglia è in rapida e continua espansione. Il cambiamento più importante in questi venti anni non ha riguardato le tipologie di virus o l'ammontare dei malware, bensì ha coinvolto le intenzioni dei loro programmatori.
http://www.tweakness.net/
Tanti sono gli anni trascorsi dalla scoperta, nel lontano gennaio 1986, del primo "boot sector virus". Questo virus, denominato Boot/Brain.A, si insinuava negli allora comuni floppy disk ed infettava i computer, in quegli anni assolutamente impreparati a respingere attacchi di questo tipo. In se relativamente innocuo, il virus Brain diede però il via alla lunga catena di eventi che ci ha condotto sino all'attuale critica situazione dei virus informatici.
I "Boot sector virus", estinti da tempo insieme alla perdita di importanza dei supporti floppy disk, hanno vissuto il loro lungo regno, per quasi un decennio, dal 1986 al 1995. I virus, propagandosi da computer a computer via floppy, impiegavano mesi o anche anni dal loro rilascio prima di raggiungere significativi livelli di infezione. Questo scenario ha subito una prima importante trasformazione nel 1995, con lo sviluppo dei primi macro-virus, che sfruttavano le vulnerabilità dei primi sistemi operativi Windows. Per circa quattro anni i Macro-virus hanno regnato nel mondo IT, e i tempi di propagazione si erano ridotti a circa un mese dalla prima rilevazione di infezione alla fase di massima diffusione e problema globale.
In seguito, di pari passo con la diffusione delle e-mail, fecero la comparsa i primi e-mail worms e individual worms, capaci di causare livelli di epidemia globale in appena un giorno. Uno dei più noti, fra i primi e-mail worms, fu Loveletter anche chiamato ILOVEYOU, che causò, prima di essere domato, grandi danni e ingenti perdite finanziarie nel 1999. Nel 2001 il lasso di tempo necessario per la diffusione delle infezioni si ridusse ulteriormente, passando da un giorno ad appena un'ora, grazie della comparsa dei network worms, come il Blaster o il Sasser, che si propagavano automaticamente e indiscriminatamente ad ogni computer online che non avesse adeguata protezione. Gli e-mail worms e i network worms continuano ancora oggi a provocare disastri nel mondo IT. Al momento esistono oltre 150.000 virus, e la loro famiglia è in rapida e continua espansione. Il cambiamento più importante in questi venti anni non ha riguardato le tipologie di virus o l'ammontare dei malware, bensì ha coinvolto le intenzioni dei loro programmatori.
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