20 giugno 2006 - Rondini, passerotti e cardellini.
Sono solo alcuni degli uccelli che rischiano di scomparire, anno dopo anno, in Italia. La rondine, tipica della pianura padana, specie nelle aree lungo il fiume, tra il 2000 e il 2005 e' diminuita, in media, del 13,6%, mentre il comune passerotto ('Passera d'Italia') che conosciamo un po' ovunque, in citta' come in campagna, e' scomparso al ritmo di un -27,1% nello stesso periodo. L'allarme emerge dai dati raccolti tramite il programma di monitoraggio Mito2000, coordinato dall'associazione FaunaViva e dal CISO (Centro Italiano Studi Ornitologici) e presentato ieri a Milano in collaborazione con Lipu-BirdLife Italia.
''In Europa nel programma di monitoraggio degli uccelli comuni (Euromonitoring) sono coinvolti 25 Paesi: l'Italia e' uno di questi - ha spiegato Lorenzo Fornasari, coordinatore nazionale del progetto Mito2000 e presidente dell'associazione FaunaViva - vi partecipano circa 200 rilevatori, che arrivano a oltre 600 in sei anni di attivita'. I dati sono di per se' preoccupanti, perche' abbiamo riscontrato una tendenza generale di diminuzione che rappresenta un fenomeno in atto. In particolare - ha continuato Fornasari - il 40% delle specie degli ambienti agricoli, tra le 28 esaminate finora, e' in declino evidente, con un calo di circa il 5% all'anno''. E cio' significa, secondo l'esperto, una perdita in 6 anni del 30% delle coppie nidificanti in Italia. Se si calcola un indicatore complessivo dello stato di conservazione delle specie di avifauna degli ambienti agricoli in toto, si rileva una diminuzione del 9,6%.
Un dato che assomiglia a quello rilevato per gli uccelli boschivi, con una diminuzione del 9,1% generale.
''Nei primi sei anni - ha riferito Elisabetta de Carli, responsabile dell'organizzazione pratica del progetto e dell' elaborazione dei dati - abbiamo rilevato 274 specie, di cui 236 nidificanti; di queste 103 possono essere considerate comuni. Le coppie nidificanti stimate in totale sono oltre 480mila. Al momento siamo in grado di rilevare gli andamenti di 72 specie comuni: 28 sono legate agli ambienti agricoli (come rondine, upupa e poiana), 23 agli ambienti forestali (come picchio verde,pettirosso, cinciarella, ghiandaia), mentre 21 appartengono ad altri ambienti (merlo, cu****, ballerina gialla)''.
I risultati non sono confortanti: ogni anno la ''Passera d' Italia'' diminuisce la sua presenza del 6,1%, la Passera sarda, tipica delle isole, dell'11,5%, poi ci sono il Fanello (-8,6%), lo Storno (-6,8%), il Beccamoschino (-4,9%) il Saltimpalo (-5%) e il Cardellino, che diminuisce con una media del 5% l'anno. La stima, meno certa rispetto a quella precedente semplicemente perche' nel tempo la presenza e' piu' oscillante, riguarda le specie di ambiente boschivo: segna un -9,1% generale nell'arco dei 5 anni e include il Picchio verde (-10,7% ogni anno), il Regolo (-15,3%), il Pigliamosche (-8%); nel caso di altre specie, come quella del Corvo imperiale, la diminuzione ogni anno e' dell'8,1%, mentre per la Ballerina gialla dell'8,4%.
''Si vede una rarefazione fortissima degli uccelli delle zone agricole nella Pianura Padana, dove siamo quasi a livello di estinzione locale per specie come lo strillozzo o l'averla capirossa - ha spiegato Claudio Celada, direttore dell'Area Conservazione Natura di Lipu-BirdlLife Italia - grazie ad un accordo siglato nel 2005 dalla Lipu con la Coldiretti, possono ora nidificare senza pericoli in oltre 200mila ettari di terreno tenuti a riposo''. ''Il nostro monitoraggio, finanziato il primo anno e poi continuato su base volontaria - ha concluso Fornasari - e' importante per il 'Bird farmland index', un indice europeo che viene usato per valutare l'effetto dei piani di sviluppo rurale, ed e' il primo tra gli indicatori ambientali richiesti dalla Ue quando verifica l'utilizzo delle risorse utilizzate degli Stati membri''.
(ANSA)
Sono solo alcuni degli uccelli che rischiano di scomparire, anno dopo anno, in Italia. La rondine, tipica della pianura padana, specie nelle aree lungo il fiume, tra il 2000 e il 2005 e' diminuita, in media, del 13,6%, mentre il comune passerotto ('Passera d'Italia') che conosciamo un po' ovunque, in citta' come in campagna, e' scomparso al ritmo di un -27,1% nello stesso periodo. L'allarme emerge dai dati raccolti tramite il programma di monitoraggio Mito2000, coordinato dall'associazione FaunaViva e dal CISO (Centro Italiano Studi Ornitologici) e presentato ieri a Milano in collaborazione con Lipu-BirdLife Italia.
''In Europa nel programma di monitoraggio degli uccelli comuni (Euromonitoring) sono coinvolti 25 Paesi: l'Italia e' uno di questi - ha spiegato Lorenzo Fornasari, coordinatore nazionale del progetto Mito2000 e presidente dell'associazione FaunaViva - vi partecipano circa 200 rilevatori, che arrivano a oltre 600 in sei anni di attivita'. I dati sono di per se' preoccupanti, perche' abbiamo riscontrato una tendenza generale di diminuzione che rappresenta un fenomeno in atto. In particolare - ha continuato Fornasari - il 40% delle specie degli ambienti agricoli, tra le 28 esaminate finora, e' in declino evidente, con un calo di circa il 5% all'anno''. E cio' significa, secondo l'esperto, una perdita in 6 anni del 30% delle coppie nidificanti in Italia. Se si calcola un indicatore complessivo dello stato di conservazione delle specie di avifauna degli ambienti agricoli in toto, si rileva una diminuzione del 9,6%.
Un dato che assomiglia a quello rilevato per gli uccelli boschivi, con una diminuzione del 9,1% generale.
''Nei primi sei anni - ha riferito Elisabetta de Carli, responsabile dell'organizzazione pratica del progetto e dell' elaborazione dei dati - abbiamo rilevato 274 specie, di cui 236 nidificanti; di queste 103 possono essere considerate comuni. Le coppie nidificanti stimate in totale sono oltre 480mila. Al momento siamo in grado di rilevare gli andamenti di 72 specie comuni: 28 sono legate agli ambienti agricoli (come rondine, upupa e poiana), 23 agli ambienti forestali (come picchio verde,pettirosso, cinciarella, ghiandaia), mentre 21 appartengono ad altri ambienti (merlo, cu****, ballerina gialla)''.
I risultati non sono confortanti: ogni anno la ''Passera d' Italia'' diminuisce la sua presenza del 6,1%, la Passera sarda, tipica delle isole, dell'11,5%, poi ci sono il Fanello (-8,6%), lo Storno (-6,8%), il Beccamoschino (-4,9%) il Saltimpalo (-5%) e il Cardellino, che diminuisce con una media del 5% l'anno. La stima, meno certa rispetto a quella precedente semplicemente perche' nel tempo la presenza e' piu' oscillante, riguarda le specie di ambiente boschivo: segna un -9,1% generale nell'arco dei 5 anni e include il Picchio verde (-10,7% ogni anno), il Regolo (-15,3%), il Pigliamosche (-8%); nel caso di altre specie, come quella del Corvo imperiale, la diminuzione ogni anno e' dell'8,1%, mentre per la Ballerina gialla dell'8,4%.
''Si vede una rarefazione fortissima degli uccelli delle zone agricole nella Pianura Padana, dove siamo quasi a livello di estinzione locale per specie come lo strillozzo o l'averla capirossa - ha spiegato Claudio Celada, direttore dell'Area Conservazione Natura di Lipu-BirdlLife Italia - grazie ad un accordo siglato nel 2005 dalla Lipu con la Coldiretti, possono ora nidificare senza pericoli in oltre 200mila ettari di terreno tenuti a riposo''. ''Il nostro monitoraggio, finanziato il primo anno e poi continuato su base volontaria - ha concluso Fornasari - e' importante per il 'Bird farmland index', un indice europeo che viene usato per valutare l'effetto dei piani di sviluppo rurale, ed e' il primo tra gli indicatori ambientali richiesti dalla Ue quando verifica l'utilizzo delle risorse utilizzate degli Stati membri''.
(ANSA)