15 mar 2006 - Fobia ed intolleranza. Queste le ragioni dell'avvelenamento di gatti randagi avvenuto nei giorni scorsi in via Castellana a Palermo. Questa volta pero' l'avvelenatore e' stato individuato da alcuni cittadini e denunciato ai Carabinieri. Nella ciotola del cibo lasciata dall'avvelenatore e' stata riscontrata la presenza del letale veleno che ha gia' ucciso numerosi gatti.
''Quanto occorso nei giorni scorsi in via Castellana - ha dichiarato
Giovanni Guadagna, responsabile nazionale della LAV - avra' sicuramente un
risvolto penale, grazie all'individuazione dell'avvelenatore resa possibile
dalla denuncia consegnata ai Carabinieri da alcuni cittadini del luogo. Gli
avvelenamenti di animali randagi sono comuni in tutte la citta' italiane ma
raramente vengono denunciati. Nella stragrande maggioranza dei casi - ha
aggiunto Guadagna - riceviamo segnalazioni da parte di persone che vogliono
mantenere l'anonimato rendendo di fatto molto meno efficace la denuncia alle
autorita' competenti soprattutto anche quando e' noto il nome
dell'avvelenatore. Nel caso di via Castellana i cittadini hanno invece
direttamente denunciato ai Carabinieri il nome del criminale che ha diffuso
il veleno rendendo immediato l'intervento dell'Autorita' di Polizia''.
Secondo la LAV e' molto facile potersi procurare dosi letali di piu'
tipi di veleni, dai topicidi a vari prodotti di sintesi utilizzati per
l'agricoltura, soprattutto ortofosfati. Se a cio' si aggiunge la paura di
denunciare gli autori di tali criminali gesti, il problema difficilmente
potra' essere contenuto.
''Ai cittadini che hanno denunciato gli avvelenatori - conclude Giovanni
Guadagna - va il piu' sentito ringraziamento della LAV, la quale ha gia'
attivato il proprio Ufficio Legale al fine di presentare la costituzione di
parte civile nel processo che sara' intentato contro l'autore
dell'avvelenamento, il quale rischia ora una condanna sia per
maltrattamento di animali, punita anche con la reclusione, sia per
spargimento di sostanza velenose, vietato dal testo unico delle
leggi sanitarie''.
Fonte
''Quanto occorso nei giorni scorsi in via Castellana - ha dichiarato
Giovanni Guadagna, responsabile nazionale della LAV - avra' sicuramente un
risvolto penale, grazie all'individuazione dell'avvelenatore resa possibile
dalla denuncia consegnata ai Carabinieri da alcuni cittadini del luogo. Gli
avvelenamenti di animali randagi sono comuni in tutte la citta' italiane ma
raramente vengono denunciati. Nella stragrande maggioranza dei casi - ha
aggiunto Guadagna - riceviamo segnalazioni da parte di persone che vogliono
mantenere l'anonimato rendendo di fatto molto meno efficace la denuncia alle
autorita' competenti soprattutto anche quando e' noto il nome
dell'avvelenatore. Nel caso di via Castellana i cittadini hanno invece
direttamente denunciato ai Carabinieri il nome del criminale che ha diffuso
il veleno rendendo immediato l'intervento dell'Autorita' di Polizia''.
Secondo la LAV e' molto facile potersi procurare dosi letali di piu'
tipi di veleni, dai topicidi a vari prodotti di sintesi utilizzati per
l'agricoltura, soprattutto ortofosfati. Se a cio' si aggiunge la paura di
denunciare gli autori di tali criminali gesti, il problema difficilmente
potra' essere contenuto.
''Ai cittadini che hanno denunciato gli avvelenatori - conclude Giovanni
Guadagna - va il piu' sentito ringraziamento della LAV, la quale ha gia'
attivato il proprio Ufficio Legale al fine di presentare la costituzione di
parte civile nel processo che sara' intentato contro l'autore
dell'avvelenamento, il quale rischia ora una condanna sia per
maltrattamento di animali, punita anche con la reclusione, sia per
spargimento di sostanza velenose, vietato dal testo unico delle
leggi sanitarie''.
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