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Digitale Terrestre: richieste di rinvio anche da sinistra
Mano a mano che si avvicina la data fatidica del 20 maggio, giorno del passaggio dall’analogico al digitale terrestre di Rai 2 e Rete 4, si moltiplicano le iniziative politiche atte a chiedere un rinvio del provvedimento che potrebbe penalizzare le aree montane e collinari della Granda. Questa mattina a Torino i gruppi di Rifondazione Comunista ed Uniti a Sinistra hanno illustrato i contenuti di un’interpellanza presentata in Regione in cui si evidenzia il ritardo nella copertura del territorio e l’eventualità non remota che, nonostante deocoder, canone o una TV nuova di zecca, sul piccolo schermo si vedrà ben poco.
“In pratica – spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Mariano Rabino - è stato ribadito quanto avevo evidenziato attraverso l’interrogazione che avevo rivolto lo scorso 28 gennaio all’assessore alle Politiche per l’innovazione Andrea Bairati e cioè che la copertura del segnale digitale terrestre in provincia di Torino e Cuneo è tale da non ritenere possibile l’entrata in funzione a così breve scadenza delle trasmissioni televisive con questo sistema innovativo. Le continue segnalazioni e le richieste di informazioni che giornalmente raggiungono le redazioni delle testate giornalistiche provinciali dimostrano che il problema è molto sentito. Personalmente ho già chiesto all’assessore Bairati di farsi portavoce della necessità di rinviare la sperimentazione, così come ho avanzato la proposta di ridurre, se non addirittura esentare gli utenti dal pagamento del canone Rai, sino a che non venga garantita una copertura ottimale del segnale. L’assessore Bairati aveva concordato sulla gravità del problema e aveva annunciato una sua lettera al Ministero del Tesoro, affinchè venissero prese in considerazione le mie proposte. Torno a denunciare il fatto che la rivoluzione tecnologica che la provincia di Cuneo avrà l’onore/onere di inaugurare genererà nuove situazioni di disagio nei cittadini/utenti, specie per quelli che risiedono in aree della provincia già soggette a carenze strutturali di altro genere, connesse alla loro localizzazione in montagna o collina. Mi riferisco al fatto che in montagna e collina, zone che si trovano tipicamente in corrispondenza dei margini estremi delle aree di copertura, il segnale digitale non risulterà decodificabile così come al fatto che, dato che non sono previste iniziative per l'integrazione della copertura, sulle aree attualmente non raggiunte dai servizi dell'operatore pubblico, lo spegnimento dei segnali analogici comporterà il blackout dei segnali terrestri sui territori delle Comunità Montane, Collinari e Comuni serviti da impianti pubblici. Confido – conclude il consigliere regionale Mariano Rabino – che il proliferare di iniziative spinga gli enti preposti a considerare positivamente la possibilità di spostare il termine del 20 maggio per l’inizio delle trasmissioni col digitale terrestre”.
Mano a mano che si avvicina la data fatidica del 20 maggio, giorno del passaggio dall’analogico al digitale terrestre di Rai 2 e Rete 4, si moltiplicano le iniziative politiche atte a chiedere un rinvio del provvedimento che potrebbe penalizzare le aree montane e collinari della Granda. Questa mattina a Torino i gruppi di Rifondazione Comunista ed Uniti a Sinistra hanno illustrato i contenuti di un’interpellanza presentata in Regione in cui si evidenzia il ritardo nella copertura del territorio e l’eventualità non remota che, nonostante deocoder, canone o una TV nuova di zecca, sul piccolo schermo si vedrà ben poco.
“In pratica – spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Mariano Rabino - è stato ribadito quanto avevo evidenziato attraverso l’interrogazione che avevo rivolto lo scorso 28 gennaio all’assessore alle Politiche per l’innovazione Andrea Bairati e cioè che la copertura del segnale digitale terrestre in provincia di Torino e Cuneo è tale da non ritenere possibile l’entrata in funzione a così breve scadenza delle trasmissioni televisive con questo sistema innovativo. Le continue segnalazioni e le richieste di informazioni che giornalmente raggiungono le redazioni delle testate giornalistiche provinciali dimostrano che il problema è molto sentito. Personalmente ho già chiesto all’assessore Bairati di farsi portavoce della necessità di rinviare la sperimentazione, così come ho avanzato la proposta di ridurre, se non addirittura esentare gli utenti dal pagamento del canone Rai, sino a che non venga garantita una copertura ottimale del segnale. L’assessore Bairati aveva concordato sulla gravità del problema e aveva annunciato una sua lettera al Ministero del Tesoro, affinchè venissero prese in considerazione le mie proposte. Torno a denunciare il fatto che la rivoluzione tecnologica che la provincia di Cuneo avrà l’onore/onere di inaugurare genererà nuove situazioni di disagio nei cittadini/utenti, specie per quelli che risiedono in aree della provincia già soggette a carenze strutturali di altro genere, connesse alla loro localizzazione in montagna o collina. Mi riferisco al fatto che in montagna e collina, zone che si trovano tipicamente in corrispondenza dei margini estremi delle aree di copertura, il segnale digitale non risulterà decodificabile così come al fatto che, dato che non sono previste iniziative per l'integrazione della copertura, sulle aree attualmente non raggiunte dai servizi dell'operatore pubblico, lo spegnimento dei segnali analogici comporterà il blackout dei segnali terrestri sui territori delle Comunità Montane, Collinari e Comuni serviti da impianti pubblici. Confido – conclude il consigliere regionale Mariano Rabino – che il proliferare di iniziative spinga gli enti preposti a considerare positivamente la possibilità di spostare il termine del 20 maggio per l’inizio delle trasmissioni col digitale terrestre”.