digital man 2007
Digital-Forum Senior
Sono ufficiali da venerdì, con la pubblicazione della delibera dell'Agcom, i principi
su cui si baserà il beauty contest per l'assegnazione delle frequenze lasciate
libere dal passaggio al digitale.
La gara, che si terrà a breve, riguarda cinque multiplex da utilizzare con
tecnologia DVB-T, più uno che si sarebbe dovuto destinare al DVB-H, ossia la
televisione mobile su telefono cellulare, ma che – in seguito alle pressioni di
alcuni operatori – è stato destinato alle trasmissioni DVB-T2 (il DTT di seconda
generazione al momento testato solo da Europa 7 sul canale VHF 8 e cerotti vari
sul territorio nazionale coperto a macchia di leopardo, invero con più pelle che
macchie). Il ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani vorrebbe ora che la
gara che, come noto, consentirebbe a Mediaset e Rai di rafforzare ulteriormente la propria presenza sul DTT, si
tenesse prima della fatidica data del 14 dicembre, quando si voterà la fiducia al governo, di modo da evitare
eventuali cambiamenti delle regole d'assegnazione. Continua a lasciar perplessi, invece, la decisione governativa di
regalare questa fetta di dividendo, che, oltretutto, sarebbe dovuta spettare a operatori nuovi entranti nel mercato, e
che invece vedrà la partecipazione anche di Rai e Mediaset (cui le frequenza erano state sottratte, per metterle
all'asta tra nuovi operatori). La novità venuta fuori dalla pubblicazione della libera Agcom, come si diceva, riguarda la
sesta frequenza da assegnare che, dato l'insuccesso oramai assodato della tv mobile (tranne H3G, tutti gli altri se la
stanno danno a gambe da questo "no-business") e il rischio che per l'acquisizione del mux da destinare al DVB-H
non si presenti nessuno (come fatto presente da alcuni operatori), sarà, con tutta probabilità, destinata al DVB-T2, il
digitale terrestre 2.0, che permette, in sostanza, la trasmissione, in un solo multiplex, di 8 canali in alta definizione,
4 in tecnologia Blu Ray, e fino a trenta canali in digitale tradizionale. Andiamo a vedere, allora, come si svilupperà la
gara d'assegnazione, appunto il "concorso di bellezza". Si chiama così, anzitutto, perché essendo una gara gratuita,
senza offerte economiche, lo Stato assegnerà le frequenze sulla base di parametri di qualità, riferiti ai piani tecnici e
commerciali delle emittenti, nonché alle loro caratteristiche d'impresa: si capisce perché, negli ultimi mesi, si è
parlato di “regalo” ai colossi già consolidati nel settore, che non avranno problemi a scalzare – a meno di clamorose
sorprese – i potenziali nuovi entranti. La competizione, quindi, riguarderà 5
multiplex DVB-T, più uno DVB-H/DVB-T2, suddivisi in tre insiemi: A, B e
C. Il primo insieme, che consta di tre lotti (A1, A2 e A3) è quello che
sarebbe dovuto andare a nuovi entranti nel mercato ma che, in seguito alla
Decisione della Commissione Europea del 20 luglio 2010, vedrà la
partecipazione anche di Sky, il quale però dovrà utilizzare le frequenze, in
caso di aggiudicazione, per la produzione di canali in chiaro. Niente
Mediaset, Rai e Telecom, quindi, perché già detentori di una o più reti di
trasmissione in analogico. Spazio, invece, ai cosiddetti nuovi entranti,
come Dfree che, però, dovranno vedersela con la concorrenza spietata, e
per certi versi imbattibile, del colosso guidato da Tom Mockridge, certo praticamente di aggiudicarsi uno dei
multiplex. Per quanto riguarda il blocco B, questo mette in palio 2 mux (B1 e B2): qui entrano in ballo Rai e
Mediaset. Fermo restando il limite massimo di 5 multiplex per ogni operatore, quindi, i due colossi nazionali
potranno qui facilmente spartirsi le frequenze sottratte loro in precedenza, dal momento che non dovrebbero aver
difficoltà – non ne avranno – a battere la concorrenza sui parametri decisi dal ministero. L'assegnazione delle
frequenze gratuite, infatti, si basa su una serie di parametri di qualità dei progetti che le emittenti dovranno
presentare. Questi parametri, in sede di gara, saranno esaminati da una commissione nominata dal Ministero (che si
avvarrà di un advisor esterno), che avrà il compito di dare punteggi a tutti gli aspetti presi in esame e che saranno:
piani tecnici e commerciali delle aziende, caratteristiche d'impresa delle stesse. Il primo aspetto concerne tematiche
molto varie, che vanno dall'idoneità allo sviluppo di una rete, alle tempistiche per la sua realizzazione, fino
all'impatto ambientale e allo spill-over nei confronti di Paesi vicini. Il secondo, altrettanto controverso, spazia dalla
sostenibilità economica del piano, sino agli strumenti di customer service, passando per il piano editoriale, quindi il
valore culturale e il pluralismo informativo delle reti. La terza e ultima variabile, un po' meno importante per il
Ministero (che prevede un massimo di 35 punti a testa per i primi due punti e 30 per questo), è legata alle
caratteristiche d'impresa, quindi la struttura societaria, l'esperienza nel settore, il livello occupazionale e la capacità
di autofinanziamento. Tutte variabili, come si vede, molto opinabili, su cui il team scelto dal Ministero, e quindi dal
Governo, avrà le mani tutt'altro che legate. La terza gara, infine, quella che assegna l'ultima frequenza DVB-H o
DVB-T2, sembra fatta ad hoc per La7, dal momento che alla tv di Telecom Italia Media è stata inibita la
partecipazione alla gara del blocco A. A questa competizione non potranno prendere parte né Rai né Mediaset, dal
momento che, trattandosi sulla carta di una frequenza che potrebbe essere utilizzata per la tv mobile, entrambe ne
posseggono già una. Anche La7, quindi, a meno di improbabili capovolgimenti dell'ultima ora, avrà la sua bella
frequenza gratis, per sviluppare la nuova tecnologia DVB-T2. Occorre ricordare, infine, che l'Agcom ha posto il veto
alla vendita delle frequenze, per i primi cinque anni dalla loro acquisizione. Non ha vietato, invece, la possibilità di
offrirle per trasmettere contenuti di altri operatori: in questo modo, fermo restando l'acquisizione gratuita della
frequenza, potrebbe scatenarsi un'asta (questa volta, non un concorso di bellezza) per la diffusione di contenuti di
altre emittenti. Infine, un'annotazione: alcune frequenze del dividendo (il canale 54 UHF in primis) sono state
assegnate temporaneamente ad emittenti locali che ora, dopo aver sostenuto investimenti per attivarle, dovranno
riconvertirle. Dove, non si sa.
su cui si baserà il beauty contest per l'assegnazione delle frequenze lasciate
libere dal passaggio al digitale.
La gara, che si terrà a breve, riguarda cinque multiplex da utilizzare con
tecnologia DVB-T, più uno che si sarebbe dovuto destinare al DVB-H, ossia la
televisione mobile su telefono cellulare, ma che – in seguito alle pressioni di
alcuni operatori – è stato destinato alle trasmissioni DVB-T2 (il DTT di seconda
generazione al momento testato solo da Europa 7 sul canale VHF 8 e cerotti vari
sul territorio nazionale coperto a macchia di leopardo, invero con più pelle che
macchie). Il ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani vorrebbe ora che la
gara che, come noto, consentirebbe a Mediaset e Rai di rafforzare ulteriormente la propria presenza sul DTT, si
tenesse prima della fatidica data del 14 dicembre, quando si voterà la fiducia al governo, di modo da evitare
eventuali cambiamenti delle regole d'assegnazione. Continua a lasciar perplessi, invece, la decisione governativa di
regalare questa fetta di dividendo, che, oltretutto, sarebbe dovuta spettare a operatori nuovi entranti nel mercato, e
che invece vedrà la partecipazione anche di Rai e Mediaset (cui le frequenza erano state sottratte, per metterle
all'asta tra nuovi operatori). La novità venuta fuori dalla pubblicazione della libera Agcom, come si diceva, riguarda la
sesta frequenza da assegnare che, dato l'insuccesso oramai assodato della tv mobile (tranne H3G, tutti gli altri se la
stanno danno a gambe da questo "no-business") e il rischio che per l'acquisizione del mux da destinare al DVB-H
non si presenti nessuno (come fatto presente da alcuni operatori), sarà, con tutta probabilità, destinata al DVB-T2, il
digitale terrestre 2.0, che permette, in sostanza, la trasmissione, in un solo multiplex, di 8 canali in alta definizione,
4 in tecnologia Blu Ray, e fino a trenta canali in digitale tradizionale. Andiamo a vedere, allora, come si svilupperà la
gara d'assegnazione, appunto il "concorso di bellezza". Si chiama così, anzitutto, perché essendo una gara gratuita,
senza offerte economiche, lo Stato assegnerà le frequenze sulla base di parametri di qualità, riferiti ai piani tecnici e
commerciali delle emittenti, nonché alle loro caratteristiche d'impresa: si capisce perché, negli ultimi mesi, si è
parlato di “regalo” ai colossi già consolidati nel settore, che non avranno problemi a scalzare – a meno di clamorose
sorprese – i potenziali nuovi entranti. La competizione, quindi, riguarderà 5
multiplex DVB-T, più uno DVB-H/DVB-T2, suddivisi in tre insiemi: A, B e
C. Il primo insieme, che consta di tre lotti (A1, A2 e A3) è quello che
sarebbe dovuto andare a nuovi entranti nel mercato ma che, in seguito alla
Decisione della Commissione Europea del 20 luglio 2010, vedrà la
partecipazione anche di Sky, il quale però dovrà utilizzare le frequenze, in
caso di aggiudicazione, per la produzione di canali in chiaro. Niente
Mediaset, Rai e Telecom, quindi, perché già detentori di una o più reti di
trasmissione in analogico. Spazio, invece, ai cosiddetti nuovi entranti,
come Dfree che, però, dovranno vedersela con la concorrenza spietata, e
per certi versi imbattibile, del colosso guidato da Tom Mockridge, certo praticamente di aggiudicarsi uno dei
multiplex. Per quanto riguarda il blocco B, questo mette in palio 2 mux (B1 e B2): qui entrano in ballo Rai e
Mediaset. Fermo restando il limite massimo di 5 multiplex per ogni operatore, quindi, i due colossi nazionali
potranno qui facilmente spartirsi le frequenze sottratte loro in precedenza, dal momento che non dovrebbero aver
difficoltà – non ne avranno – a battere la concorrenza sui parametri decisi dal ministero. L'assegnazione delle
frequenze gratuite, infatti, si basa su una serie di parametri di qualità dei progetti che le emittenti dovranno
presentare. Questi parametri, in sede di gara, saranno esaminati da una commissione nominata dal Ministero (che si
avvarrà di un advisor esterno), che avrà il compito di dare punteggi a tutti gli aspetti presi in esame e che saranno:
piani tecnici e commerciali delle aziende, caratteristiche d'impresa delle stesse. Il primo aspetto concerne tematiche
molto varie, che vanno dall'idoneità allo sviluppo di una rete, alle tempistiche per la sua realizzazione, fino
all'impatto ambientale e allo spill-over nei confronti di Paesi vicini. Il secondo, altrettanto controverso, spazia dalla
sostenibilità economica del piano, sino agli strumenti di customer service, passando per il piano editoriale, quindi il
valore culturale e il pluralismo informativo delle reti. La terza e ultima variabile, un po' meno importante per il
Ministero (che prevede un massimo di 35 punti a testa per i primi due punti e 30 per questo), è legata alle
caratteristiche d'impresa, quindi la struttura societaria, l'esperienza nel settore, il livello occupazionale e la capacità
di autofinanziamento. Tutte variabili, come si vede, molto opinabili, su cui il team scelto dal Ministero, e quindi dal
Governo, avrà le mani tutt'altro che legate. La terza gara, infine, quella che assegna l'ultima frequenza DVB-H o
DVB-T2, sembra fatta ad hoc per La7, dal momento che alla tv di Telecom Italia Media è stata inibita la
partecipazione alla gara del blocco A. A questa competizione non potranno prendere parte né Rai né Mediaset, dal
momento che, trattandosi sulla carta di una frequenza che potrebbe essere utilizzata per la tv mobile, entrambe ne
posseggono già una. Anche La7, quindi, a meno di improbabili capovolgimenti dell'ultima ora, avrà la sua bella
frequenza gratis, per sviluppare la nuova tecnologia DVB-T2. Occorre ricordare, infine, che l'Agcom ha posto il veto
alla vendita delle frequenze, per i primi cinque anni dalla loro acquisizione. Non ha vietato, invece, la possibilità di
offrirle per trasmettere contenuti di altri operatori: in questo modo, fermo restando l'acquisizione gratuita della
frequenza, potrebbe scatenarsi un'asta (questa volta, non un concorso di bellezza) per la diffusione di contenuti di
altre emittenti. Infine, un'annotazione: alcune frequenze del dividendo (il canale 54 UHF in primis) sono state
assegnate temporaneamente ad emittenti locali che ora, dopo aver sostenuto investimenti per attivarle, dovranno
riconvertirle. Dove, non si sa.