ERICE (TRAPANI) - Le sostanze plastiche disperse nei nostri mari, anche in piccoli frammenti, vengono assorbite dai pesci finendo così nella catena alimentare umana. E nell'uomo queste molecole interferiscono con il sistema ormonale, producendo una serie di squilibri. L'analisi è emersa stamani nel corso dei lavori della trentaseiesima sessione dei Seminari internazionali di Erice sulle emergenze planetarie. A ingerire i pezzetti di plastica sono generalmente i pesci piccoli di cui però si nutrono i pelagici come tonni e pesce spada, che consumiamo nelle nostre tavole.
Charles Moore, dell'Algalita Marine Research Foundation di Long Beach, ha spiegato come "il problema si sia ormai spostato dalla semplice presenza di rifiuti plastici (come bottiglie, contenitori e altri detriti) nelle nostre acque alla capacità di questi materiali di rilasciare sostanze pericolose per l'organismo umano".
"L'enorme quantità di plastica dispersa negli oceani a livello globale produce particelle nocive che vengono liberate nelle acque, - ha detto - contaminando i pesci e altri organismi marini, che trattengono sostanze come il Pcb, la diossina ed altre molecole teratogene. Entrando in questo modo nella catena alimentare dell'uomo". "Il bersaglio principale di queste sostanze è l'apparato riproduttivo, sia maschile che femminile. Mentre il periodo di maggiore vulnerabilità è durante la gravidanza", ha precisato Frederick S. vom Saal della Divisione di Scienze Biologiche dell'Università del Missouri.
"Durante la gestazione, la donna trasmette al feto questi elementi, che possono intaccare il sistema riproduttivo e il cervello del nascituro provocando effetti permanenti - ha aggiunto la professoressa Shanna H. Swan del Centro di Epidemiologia Riproduttiva di Rochester - Ad essere assimilate sono soprattutto la diossina, il PCB (Policarbonatoplastico) ed il PVC (Polivinilepolidrato) ed altre sostanze ".
"Abbiamo osservato - ha raccontato la studiosa - che nei bambini maschi nati da madri nelle quali si registrano alti livelli di questi elementi alcuni caratteri sessuali appaiono alterati". Gli studi epidemiologici dimostrano un eccessivo sviluppo del seno, una maggiore frequenza di casi di obesità ed asma, ma anche disfunzioni immunitarie. "Sebbene si tratti ancora di cambiamenti ormonali di lieve intensità, quello che ci preoccupa è la diffusione globale di queste sostanze plastiche e dunque l"ampiezza del numero di persone colpite dei loro effetti " ha aggiunto la Swan.
Non solo, un altro elemento che suscita grande preoccupazione nella comunità scientifica internazionale è "la certezza che queste sostanze plastiche siano trasmesse di generazione in generazione mutando, sebbene gradualmente, il patrimonio genetico dell'uomo". Ma l'allarme non arriva soltanto dagli ambienti marini. Il Professor Saal, concludendo il suo intervento, ha avvertito: "Le sostanze plastiche sono presenti anche nei contenitori metallici che utilizziamo quotidianamente per la conservazione dei cibi o per la loro cottura a micro-onde". "Sulla pericolosità delle sostanze plastiche - dice il professor Antonino Zichichi, presidente dei Seminari di Erice e della Federazione mondiale degli scienziati, la comunità scientifica ha espresso un parere unanime".
ansa.it
Charles Moore, dell'Algalita Marine Research Foundation di Long Beach, ha spiegato come "il problema si sia ormai spostato dalla semplice presenza di rifiuti plastici (come bottiglie, contenitori e altri detriti) nelle nostre acque alla capacità di questi materiali di rilasciare sostanze pericolose per l'organismo umano".
"L'enorme quantità di plastica dispersa negli oceani a livello globale produce particelle nocive che vengono liberate nelle acque, - ha detto - contaminando i pesci e altri organismi marini, che trattengono sostanze come il Pcb, la diossina ed altre molecole teratogene. Entrando in questo modo nella catena alimentare dell'uomo". "Il bersaglio principale di queste sostanze è l'apparato riproduttivo, sia maschile che femminile. Mentre il periodo di maggiore vulnerabilità è durante la gravidanza", ha precisato Frederick S. vom Saal della Divisione di Scienze Biologiche dell'Università del Missouri.
"Durante la gestazione, la donna trasmette al feto questi elementi, che possono intaccare il sistema riproduttivo e il cervello del nascituro provocando effetti permanenti - ha aggiunto la professoressa Shanna H. Swan del Centro di Epidemiologia Riproduttiva di Rochester - Ad essere assimilate sono soprattutto la diossina, il PCB (Policarbonatoplastico) ed il PVC (Polivinilepolidrato) ed altre sostanze ".
"Abbiamo osservato - ha raccontato la studiosa - che nei bambini maschi nati da madri nelle quali si registrano alti livelli di questi elementi alcuni caratteri sessuali appaiono alterati". Gli studi epidemiologici dimostrano un eccessivo sviluppo del seno, una maggiore frequenza di casi di obesità ed asma, ma anche disfunzioni immunitarie. "Sebbene si tratti ancora di cambiamenti ormonali di lieve intensità, quello che ci preoccupa è la diffusione globale di queste sostanze plastiche e dunque l"ampiezza del numero di persone colpite dei loro effetti " ha aggiunto la Swan.
Non solo, un altro elemento che suscita grande preoccupazione nella comunità scientifica internazionale è "la certezza che queste sostanze plastiche siano trasmesse di generazione in generazione mutando, sebbene gradualmente, il patrimonio genetico dell'uomo". Ma l'allarme non arriva soltanto dagli ambienti marini. Il Professor Saal, concludendo il suo intervento, ha avvertito: "Le sostanze plastiche sono presenti anche nei contenitori metallici che utilizziamo quotidianamente per la conservazione dei cibi o per la loro cottura a micro-onde". "Sulla pericolosità delle sostanze plastiche - dice il professor Antonino Zichichi, presidente dei Seminari di Erice e della Federazione mondiale degli scienziati, la comunità scientifica ha espresso un parere unanime".
ansa.it