
Film britannico del 1998, diretto dal cantonese Po-Chih Leong; in Italia è arrivato solo nel 2004. Gioca gran parte del suo essere sull'atmosfera, sui legami logici fra azioni e personaggi più che su un intreccio spiegato a chiare lettere. Rilegge con un certo fascino ambiguo il mito del vampiro e con esso il filo che collega bene e male, la forza incomprensibile e suprema di amore e bisogno fisico, sopravvivenza e sacrificio. Direi che è proprio da apprezzare, perché fa tutto questo sfruttando con gusto il poco che una produzione modesta (da medio film fatto apposta per l'home video) concede, creando angoscia ed interrogativi anziché sussulti horror: è più un noir psicanalitico, in effetti, che un horror. Finale perfetto e grandi interpreti: oltre a Law, il sempre affidabilissimo Timothy Spall ed Elina Löwensohn (Amateur). Un peccato che se lo siano perso un po' tutti, ma forse è meglio così: cercando in giro ho trovato questa recensione e mi sono compiaciuto delle sonore cavolate che si possono scrivere.
Voto: ***
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