31 agosto 2006 - La chiusura delle zone di caccia a causa dell'aviaria riguardera' solo le aree dove verra' eventualmente trovato un animale malato. Queste saranno inaccessibili per un raggio di dieci chilometri se l'animale viene trovato su terra. Se invece l'animale sara' ritrovato su un'area umida il blocco riguardera' tutta la zona, anche se fosse molto vasta come puo' esserlo un lago o il delta di un grande fiume. Ecco le regole principali, contenute in un'ordinanza ministeriale del febbraio scorso, che i cacciatori dovranno rispettare per scongiurare il rischio di un contagio da aviaria. Ne parla il sottosegretario alla Salute Giampaolo Patta alla vigilia dell'apertura della caccia, che avverra' tra il 2 e il 3 settembre prossimi in alcune Regioni italiane.
Il sottosegretario ricorda che c'e' anche un'altra regola da rispettare che non piace ai cacciatori, quella di evitare l' uso degli animali vivi utilizzati come richiami. Il ministero della Salute, infatti, nei mesi scorsi ha incontrato le associazioni venatorie con le quali ha raggiunto anche un' intesa, ma una recente direttiva Ue ha introdotto una deroga a questo divieto.
'Secondo la direttiva - spiega Patta - e' possibile usare delle esche vive se le Asl ne garantiscono il corretto utilizzo.
Abbiamo perplessita' a riguardo - aggiunge il sottosegretario - perche' la procedura oltre ad essere costosa e' anche complicata, dovrebbero essere controllati tutti i casolari dove i cacciatori tengono queste esche. Siamo orientati negativamente, ma le Asl sono di competenza delle Regioni e alcune si assumono la responsabilita' di garantire i controlli.
Su questo tema comunque incontreremo ancora le Regioni'. Inoltre, spiega ancora Patta, rimane valido il blocco dell'importazione di animali da allevamento dai Paesi dove e' presente il virus dell'aviaria, questo blocco riguarda anche gli animali usati dai cacciatori per il ripopolamento.
Il sottosegretario, infine assicura che l'unita' di crisi per il rientro di volatili da zone dove e' presente l'epidemia e' gia' al lavoro per individuare la presenza di animali malati.
'A oggi pero' - conclude - questa eventualita' non si e' verificata. In caso di ritrovamento scatterebbero subito i provvedimenti sanitari'.(ANSA)
Il sottosegretario ricorda che c'e' anche un'altra regola da rispettare che non piace ai cacciatori, quella di evitare l' uso degli animali vivi utilizzati come richiami. Il ministero della Salute, infatti, nei mesi scorsi ha incontrato le associazioni venatorie con le quali ha raggiunto anche un' intesa, ma una recente direttiva Ue ha introdotto una deroga a questo divieto.
'Secondo la direttiva - spiega Patta - e' possibile usare delle esche vive se le Asl ne garantiscono il corretto utilizzo.
Abbiamo perplessita' a riguardo - aggiunge il sottosegretario - perche' la procedura oltre ad essere costosa e' anche complicata, dovrebbero essere controllati tutti i casolari dove i cacciatori tengono queste esche. Siamo orientati negativamente, ma le Asl sono di competenza delle Regioni e alcune si assumono la responsabilita' di garantire i controlli.
Su questo tema comunque incontreremo ancora le Regioni'. Inoltre, spiega ancora Patta, rimane valido il blocco dell'importazione di animali da allevamento dai Paesi dove e' presente il virus dell'aviaria, questo blocco riguarda anche gli animali usati dai cacciatori per il ripopolamento.
Il sottosegretario, infine assicura che l'unita' di crisi per il rientro di volatili da zone dove e' presente l'epidemia e' gia' al lavoro per individuare la presenza di animali malati.
'A oggi pero' - conclude - questa eventualita' non si e' verificata. In caso di ritrovamento scatterebbero subito i provvedimenti sanitari'.(ANSA)