9 giugno 2006 - Stanca di elargire maxi-risarcimenti agli agricoltori, alle prese con campi devastati da uccelli selvatici, la Regione ha deciso che impallinare una Tortora (ma solo se dal collare orientale), uno Storno, oppure la "new entry" del Cormorano, non sara' piu' vietato in Emilia-Romagna. Se il pdl messo nero su bianco dalla Giunta passera' all'esame dell'Assemblea legislativa, i cacciatori faranno festa, ma i Verdi promettono gia' battaglia. "L'Europa ha gia' messo in mora l'Italia, se la legge passera' le multe che ci verranno inflitte le paghino i cacciatori", tuona Daniela Guerra, capogruppo del Sole che ride, annunciando un odg in Assemblea.
Nel corso di una lunga seduta della commissione "Politiche economiche" l'assessore alla Sicurezza territoriale, Marioluigi Bruschini, ha illustrato i due provvedimenti predisposti dalla Giunta. Ad attirare le ire dei Verdi e' la proposta di modifica alla legge del 2002, che disciplina le deroghe alle disposizioni europee per la tutela della fauna selvatica. Una modifica necessaria, per l'assessore, visto che "sui danni provocati da svariate specie di fauna selvatica alle produzioni agricole, i normali metodi ecologici di dissuasione previsti non sono stati sufficienti". Soprattutto, continua a volare l'esborso della Regione per l'indennizzo dei danni. Ecco che per gli ammanti della doppietta arriva la buona notizia: si autorizza "il prelievo in deroga per tre tipi specie, Storno, Tortora dal collare orientale e Cormorano e per ciascuna vengono individuati periodi di prelievo e carniere giornaliero consentito ai cacciatori", spiega Bruschini. Unico limite, la durata annuale (e non piu' quadriennale) delle deroghe.
Il secondo progetto di legge fissa invece il calendario venatorio per i prossimi tre anni. Messo a punto sulla base dell'intesa con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, il triennale 2006-2009 dispone giorni, orari e quantitativo masso di prede cacciabili.
La settimana del cacciatore va dal lunedi' alla domenica, con l'esclusione del martedi' e del venerdi'. La caccia alla fauna selvatica stanziale e migratoria e' consentita soltanto (con precise prescrizioni secondo le diverse specie) dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio. Quanto agli orari, si potra' aprire il fuoco da un'ora prima dell'alba fino al tramonto. La caccia di selezione agli ungulati e' consentita invece da un'ora prima del sorgere del sole ad un'ora dopo il tramonto.
Sul versante del carniere, ogni cacciatore nella stessa giornata dovra' limitarsi a non piu' di due capi di fauna selvatica tra coniglio selvatico, lepre, fagiano, pernice rossa e starna e comunque non piu' di un capo di lepre, pernice rossa e starna. Per le altre specie in ogni giornata non possono essere abbattuti piu' di venticinque capi. Il limite passa a dieci capi per beccaccino, gallinella d'acqua, frullino, pavoncella e porciglione. Infine, tra le specie non cacciabili e' stata inserita la Moretta. Se per i Verdi l'intero progetto dell'esecutivo regionale e' troppo permissivo, per la minoranza di centrodestra rappresenta invece "una penalizzazione per le associazioni venatorie", si lamenta Luca Bartolini (An), del resto da tempo professatosi "appartenente con onore alla categoria dei cacciatori".
(Sir/ Dire)
Nel corso di una lunga seduta della commissione "Politiche economiche" l'assessore alla Sicurezza territoriale, Marioluigi Bruschini, ha illustrato i due provvedimenti predisposti dalla Giunta. Ad attirare le ire dei Verdi e' la proposta di modifica alla legge del 2002, che disciplina le deroghe alle disposizioni europee per la tutela della fauna selvatica. Una modifica necessaria, per l'assessore, visto che "sui danni provocati da svariate specie di fauna selvatica alle produzioni agricole, i normali metodi ecologici di dissuasione previsti non sono stati sufficienti". Soprattutto, continua a volare l'esborso della Regione per l'indennizzo dei danni. Ecco che per gli ammanti della doppietta arriva la buona notizia: si autorizza "il prelievo in deroga per tre tipi specie, Storno, Tortora dal collare orientale e Cormorano e per ciascuna vengono individuati periodi di prelievo e carniere giornaliero consentito ai cacciatori", spiega Bruschini. Unico limite, la durata annuale (e non piu' quadriennale) delle deroghe.
Il secondo progetto di legge fissa invece il calendario venatorio per i prossimi tre anni. Messo a punto sulla base dell'intesa con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, il triennale 2006-2009 dispone giorni, orari e quantitativo masso di prede cacciabili.
La settimana del cacciatore va dal lunedi' alla domenica, con l'esclusione del martedi' e del venerdi'. La caccia alla fauna selvatica stanziale e migratoria e' consentita soltanto (con precise prescrizioni secondo le diverse specie) dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio. Quanto agli orari, si potra' aprire il fuoco da un'ora prima dell'alba fino al tramonto. La caccia di selezione agli ungulati e' consentita invece da un'ora prima del sorgere del sole ad un'ora dopo il tramonto.
Sul versante del carniere, ogni cacciatore nella stessa giornata dovra' limitarsi a non piu' di due capi di fauna selvatica tra coniglio selvatico, lepre, fagiano, pernice rossa e starna e comunque non piu' di un capo di lepre, pernice rossa e starna. Per le altre specie in ogni giornata non possono essere abbattuti piu' di venticinque capi. Il limite passa a dieci capi per beccaccino, gallinella d'acqua, frullino, pavoncella e porciglione. Infine, tra le specie non cacciabili e' stata inserita la Moretta. Se per i Verdi l'intero progetto dell'esecutivo regionale e' troppo permissivo, per la minoranza di centrodestra rappresenta invece "una penalizzazione per le associazioni venatorie", si lamenta Luca Bartolini (An), del resto da tempo professatosi "appartenente con onore alla categoria dei cacciatori".
(Sir/ Dire)