Sergiozizza
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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12_Dicembre/28/polizia.shtml
Non si perde occasione per dimostrare quanto siamo bacchettoni in questo paese
bisognerebbe giudicare le persone scevri da pregiudizi e falsi moralismi:il parametro di valutazione di un poliziotto non dovrebbe forse essere le modalità con cui svolge il proprio lavoro?
se un agente rimane fedele e ligio al proprio giuramento ed al proprio mandato,nella sua vita privata AL DI FUORI del suo lavoro,può vestirsi da uomo,da donna,da clown o girare in costume da bagno,per quanto mi riguarda.
l'unica cosa che mi lascia perplesso è l'aver usato la propria pistola per fini "privati":ma siccome non mi pare sia stata questa la causa del licenziamento,mi sembra solo una nota a margine per mettere carne al fuoco e giustificare la decisione dei giudici.
la motivazione della sentenza è agghiacciante:"mancanza di senso dell'onore e della morale";come se,per arrestare un malvivente,occorra una "morale".non capisco proprio il nesso tra il vestirsi da donna ed una non meglio imprecisata inadeguatezza.
l'avessero licenziato per la vicenda della lite sarei stato d'accordissimo.ma a queste condizioni è intollerabile.
Il Tar conferma la decisione: «Mancanza di senso dell'onore e morale». Anche se i fatti avvenivano fuori dall'orario di lavoro
VENEZIA - Un vice sovrintendente della Polizia postale di Venezia è stato espulso perché, fuori dagli orari di servizio, aveva l'abitudine di girare per strada vestito da donna. E il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Veneto ha respinto il ricorso che aveva presentato contro il decreto di espulsione dal servizio deciso nell'aprile scorso dall'amministrazione dello Stato. Nel decreto del capo della Polizia si sosteneva infatti che si ravvisava «l'assoluta mancanza del senso dell'onore e della morale», perché il comportamento del dipendente era «oltremodo riprovevole e assolutamente inconciliabile con le funzioni proprie di un operatore di polizia». In tre occasioni colleghi della questura lo avevano notato girare in zone centrali di Venezia e Mestre in «minigonna, maglietta celeste con l'ombelico visibile, e due orecchini pendenti fino alle spalle».
A sua difesa l'agente aveva sostenuto che il fatto di vestirsi da donna rientrava nella «libera espressione della propria natura estrosa e anticonformista». Nel passato però il funzionario era stato sanzionato per aver puntato la pistola d'ordinanza contro una persona per risolvere una questione personale. E inoltre i suoi vicini di casa avevano protestato per la sua abitudine di lavare d'estate l'auto nel giardino condominiale in costume da bagno, e talvolta denudandosi
Non si perde occasione per dimostrare quanto siamo bacchettoni in questo paese

bisognerebbe giudicare le persone scevri da pregiudizi e falsi moralismi:il parametro di valutazione di un poliziotto non dovrebbe forse essere le modalità con cui svolge il proprio lavoro?
se un agente rimane fedele e ligio al proprio giuramento ed al proprio mandato,nella sua vita privata AL DI FUORI del suo lavoro,può vestirsi da uomo,da donna,da clown o girare in costume da bagno,per quanto mi riguarda.
l'unica cosa che mi lascia perplesso è l'aver usato la propria pistola per fini "privati":ma siccome non mi pare sia stata questa la causa del licenziamento,mi sembra solo una nota a margine per mettere carne al fuoco e giustificare la decisione dei giudici.
la motivazione della sentenza è agghiacciante:"mancanza di senso dell'onore e della morale";come se,per arrestare un malvivente,occorra una "morale".non capisco proprio il nesso tra il vestirsi da donna ed una non meglio imprecisata inadeguatezza.
l'avessero licenziato per la vicenda della lite sarei stato d'accordissimo.ma a queste condizioni è intollerabile.