Catricalà ribadisce: ''No al 'tetto' alla pubblicità

SATRED

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Ai fini dell'apertura del mercato televisivo ad altri soggetti potrebbe essere considerato ''in sede politica'' il modello di 'tetto' contemplato dalla legge Maccanico, la 249 del 1997: quella normativa poneva sì un limite ai ricavi degli operatori pari al 30%, ma con una base di calcolo che oltre alla pubblicità, comprendeva il canone Rai, le convenzioni e gli abbonamenti pay tv e che ''soprattutto'' salvaguardava ''lo sviluppo interno delle aziende''.

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Trattasi di un caso più unico che raro al mondo: un Presidente di una autorità antitrust che si oppone acciocché vengano stabiliti dei limiti antitrust ( peraltro eccezionalmente larghi...)... :icon_rolleyes: :icon_rolleyes:
Ma in Italia questo ed altro... :)
 
dj GCE ha scritto:
Basterebbe solo ampliare il mercato...
si ma come fai se frequenze non ce ne sono e questi (mediaset e rai) si pappano più del 90% della pubblicità?
 
roddy ha scritto:
Trattasi di un caso più unico che raro al mondo: un Presidente di una autorità antitrust che si oppone acciocché vengano stabiliti dei limiti antitrust ( peraltro eccezionalmente larghi...)... :icon_rolleyes: :icon_rolleyes:
Ma in Italia questo ed altro... :)
Quoto, quoto, quoto
 
Le frequenze ci sarebbero, perchè il ministero, in campo RTV non ne ha mai assegnata neppure una, in concessione, cosa che invece ha fatto per tutti i servizi privati (VHF UHF) in concessione.
Non esiste nessun piano frequenze, c'è appropriazione indebita di bene demaniale e mercificazione dello stesso da parte del privato. Confusione tra proprietà e possesso (non s'è mai visto che un inquilino vendesse l'appartameno non di sua proprietà).
Se togliamo anche il tetto pubblicitario, castriamo sul nascere la possibilità di nuove emittenti e favoriamo i monopoli di fatto.
Catricalà, vai a casa....


ninnolo ha scritto:
si ma come fai se frequenze non ce ne sono e questi (mediaset e rai) si pappano più del 90% della pubblicità?
 
Tuner ha scritto:
Le frequenze ci sarebbero, perchè il ministero, in campo RTV non ne ha mai assegnata neppure una, in concessione, cosa che invece ha fatto per tutti i servizi privati (VHF UHF) in concessione.
Non esiste nessun piano frequenze, c'è appropriazione indebita di bene demaniale e mercificazione dello stesso da parte del privato. Confusione tra proprietà e possesso (non s'è mai visto che un inquilino vendesse l'appartameno non di sua proprietà).
Se togliamo anche il tetto pubblicitario, castriamo sul nascere la possibilità di nuove emittenti e favoriamo i monopoli di fatto.
Catricalà, vai a casa....
forse sono stato troppo ermetico :D
 
Tuner ha scritto:
Le frequenze ci sarebbero, perchè il ministero, in campo RTV non ne ha mai assegnata neppure una, in concessione, cosa che invece ha fatto per tutti i servizi privati (VHF UHF) in concessione.
Non esiste nessun piano frequenze, c'è appropriazione indebita di bene demaniale e mercificazione dello stesso da parte del privato. Confusione tra proprietà e possesso (non s'è mai visto che un inquilino vendesse l'appartameno non di sua proprietà).
Se togliamo anche il tetto pubblicitario, castriamo sul nascere la possibilità di nuove emittenti e favoriamo i monopoli di fatto.
Catricalà, vai a casa....

Mi sà che non conosci bene il quadro della situazione delle frequenze Tv....in sintesi la possibilità di accendere nuovi impianti è molto limitata

I piani delle frequenze ci sono eccome fin dai tempi della mammì e sia per l'analogico che per il digitale ma non vengono mai applicati per la netta opposizione delle televisioni e per il fatto che se si vuole fare una cosa fatta bene senza troppe interferenze non c'è posto per tutte le tv che ci sono ora

Catricalà poi....lasciamo stare :crybaby2:
 
La situazione la conosco benissimo (anche per ragioni professionali, fino a qualche anno fa) e mi sa che sei tu non hai capito che intendevo dire.;)
Certo che lo spazio a disposizione è inesistente, ma è inesistente perchè le emittenti si sono appropriate delle frequenze come fossero un terreno di conquista e non un bene ASSEGNATO dallo Stato in concessione.
Certo che le frequenze sono poche, ma sono poche perchè i siti se li sono scelti le emittenti senza minimamente curare una pianificazione dell'etere, unica garanzia per l'ottimale sfruttamento secondo il criterio di non interferenza. (è vero che esiste un database di emittenti e che la situazione è stata congelata, peccato che i dati siano fasulli, ben sapendo che passate le visite di quella che una volta si chiamva escoradio, le potenze risalgono al doppio od al quadruplo, se non di dieci volte, ed i sistemi di antenna scollegati ricominciano ad essere alimentati, telecomandi a go-go, etc etc...).
Postazioni con potenze ed altezze spropositate che riservano ad una sola emittente canali per decine di migliaia di Km2, la jungla italiana non ha pari, ed è vergognoso come la politica (i governi) abbia avvallato (avvalli e tuteli) cose del tutto folli, come la cessione di frequenze contro pagamenti in denaro tra emittenti.
Se lo stato si riappropriasse del suo bene, i canali, imponesse i siti trasmittenti ed i parametri, potenze e frequenze, così come avviene in tutto il resto del mondo civile, avremmo spazio per tutti e condizioni paritarie, quindi anche un equa concorrenza fra le TV commerciali.
Forse, in una situazione idilliaca e all'anno zero, il discorso di Catricalà ci potrebbe anche stare, ma non siamo nel 1976, ed è seguito tutto quello che sappiamo.
Poichè la deregulation e la legge del più forte, ovvero dello status quo, è avvallata perfino dalle istituzioni, sono le posizioni dominanti ad essere tutelate, ed il mercato è chiuso, riservato ai soliti noti (che lucrano e foraggiano i loro lobbisti....)
Se non si agisce d'imperio facendo chiudere impianti e non si ristruttura la disposizione dei siti sul territorio, sarà un problema anche per il digitale terrestre.
Quanto a Catricalà, il primo problema è che se non sa, ed intorno non ha nessun collaboratore in grado di illuminarlo sulla situazione effettiva, allora potrebbe anche dimettersi, perchè quello che afferma, nel quadro esistente, va esattamente in direzione opposta agli obiettivi istituzionali dell'ente che presiede.
Il secondo problema è che nessuno crede che Catricalà non sappia...


liebherr ha scritto:
Mi sà che non conosci bene il quadro della situazione delle frequenze Tv....in sintesi la possibilità di accendere nuovi impianti è molto limitata

I piani delle frequenze ci sono eccome fin dai tempi della mammì e sia per l'analogico che per il digitale ma non vengono mai applicati per la netta opposizione delle televisioni e per il fatto che se si vuole fare una cosa fatta bene senza troppe interferenze non c'è posto per tutte le tv che ci sono ora

Catricalà poi....lasciamo stare :crybaby2:
 
Ultima modifica:
Tuner ha scritto:
La situazione la conosco benissimo (anche per ragioni professionali, fino a qualche anno fa) e mi sa che sei tu non hai capito che intendevo dire.;)

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Come lo hai spiegato adesso straquoto al 101% hai fatto un quadro perfetto della situazione

Capisci bene che in italia non si è mai applicato neppure un piano delle frequenze nonostante quelli predisposti non erano fatti astraendosi dalla situazione sul campo bensì ha selezionato fra i tanti siti già esistenti quelli da usare e semmai c'era da disattivarne alcuni e per i restanti adeguarsi ai diagrammi di irradiazione previsti

In italia alla fine ci sono troppi impianti e spesso troppo potenti e che irradiano in larga misura dove non serve a nulla anzi.......
 
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