
Dal bianco e nero al colore, e poi di nuovo al bianco e nero. Rieccoli, dodici anni dopo, Dante e Randall, Jay e Silent Bob. Kevin Smith mi fa imbestialire: tanto genio, tanta potenziale forza non solo comica ma anche emotiva (perché lo Smith provoca ma è il più tradizionalista di tutti, si sa), e così tanta capacità di mandar tutto sempre un po' (o tanto) in malora. Qui le uniche battute che rimarranno nella memoria son quelle a sfondo cinematografico, e anche per queste non serve Smith per dirci che Jackson ha esagerato negli ultimi 25 minuti de Il ritorno del Re; quel che è a sfondo sessuale è solitamente un buco nell'acqua. Solite comparsate (Ben col moustache), la bella Rosario Dawson e siparietti musicali stile musical o nuova versione accorciata del video di "1979" degli Smashing Pumpkins. E' come se per lui provassi un affetto enorme, come se fosse fra i miei più cari amici; fra i più fan****isti che devono ancora crescere, ovviamente.
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