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Dolomiti Bellunesi, Il Ritorno Della... Marmotta

ERCOLINO

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5 giugno 2006 - Si chiamano 'Sacher', 'Heidi', 'Brendol' 'Lujanta', come la principessa che, secondo la leggenda, fu affidata alle marmotte quando era in fasce. Sono state ribattezzate cosi' le marmotte reintrodotte in questi giorni nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Grazie ad uno specifico progetto del Parco, torna cosi uno degli animali simbolo delle Alpi, in un area dove la popolazione era ridottissima. Gli animali dopo le necessarie autorizzazioni dell INFS, Istituto Nazionale Fauna Selvatica - sono stati catturati dalle Guardie provinciali nella provincia di Belluno e al Passo dello Stelvio. I 41 animali sono stati pesati, e' stato loro prelevato un piccolo campione di tessuto per condurre analisi genetiche e sono stati applicati degli 'orecchini' colorati che consentono il riconoscimento dopo il rilascio.
Le aree piu' adatte per ospitare le colonie di marnmotte (la zona dei Piani Eterni, le Vette Feltrine) sono state individuate grazie ad uno studio basato su modelli matematici, secondo i quali il Parco puo' ospitare una popolazione di circa 1.300-1.500 marmotte. Nel corso dell'estate gli animali liberati verranno costantemente seguiti dal personale del Corpo Forestale dello Stato e del Parco e da tre tesisti, per verificare l'adattamento al nuovo ambiente e l'esito della reintroduzione.
Il progetto prevede quindi la liberazione, nel 2007, di altre 40 marmotte, mentre nel 2008 si procedera all analisi dei nuclei familiari.
Secondo gli esperti del Parco il ritorno della marmotta avra' effetti positivi non solo sulla diversificazione della fauna degli habitat di alta quota e sulla fruizione turistica (gli avvistamenti sono la gioia soprattutto dei bambini), ma anche sulla popolazione di aquila presente nel Parco. Nell'area protetta vivono 8 coppie di aquila reale, che si nutrono di lepri, piccoli camosci e caprioli, galli forcelli e serpenti. In questa dieta la marmotta, essendo praticamente assente nel Parco, ha un ruolo marginale. Nelle Alpi centrali, al contrario, la marmotta costituisce il 42% della dieta dell'aquila. La presenza, in futuro, di consistenti popolazioni di marmotta permettera' di offrire all'aquila una delle sue prede piu' tipiche. Il progetto di reintroduzione e' reso possibile dal cofinanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona condotto sotto la supervisione scientifica di Antonio Borgo, che ha gia' curato un progetto analogo nelle vicine Dolomiti Friulane, e ha una durata triennale e si concludera' nel 2008. ''Un'altra sfida di conservazione e riqualificazione dell'ambiente naturale ha detto il Direttore del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, Nino Martino - che il Parco ha saputo cogliere. Aspettando che ci siano le condizioni anche per la reintroduzione dello stambecco''.
(ANSA)
 
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