Alpi contro numerazione
DTT: MONTRONE (ALPI),GRAVE ACCORDO SU RETI A TOP TELECOMANDO
'RAI,MEDIASET E LA7 VOGLIONO MONOPOLIZZARE TELECOMANDO ITALIANI'
(ANSA) - BARI, 27 OTT - "Rai, Mediaset e La7 vogliono
monopolizzare anche il telecomando digitale degli italiani": lo
denuncia Luca Montrone, presidente dell'Associazione di
emittenti locali Alpi, che annuncia azioni, anche legali, per
bloccare il tentativo di Rai, Mediaset e La7 di stringere "un
subdolo accordo" con le aziende produttrici dei ricevitori, in
virtu' del quale i decoder digitali terrestri verrebbero messi
in vendita con i primi sette canali gia' sintonizzati, dal
produttore, sulle tre reti Rai, sulle tre reti Mediaset e su La
7.
"Si tratta di una chiara e gravissima scorrettezza - afferma
Montrone - in quanto si offrirebbe un vantaggio a sette reti
televisive a discapito delle altre, impedendo al telespettatore
di sintonizzare i canali come meglio crede".
Per Montrone, l' ordine "abusivo" nella memoria del
telecomando "penalizzerebbe sia tutte le altre reti televisive
che subiscono l'accordo sia l'utente stesso nel suo diritto
(costituzionalmente garantito) di accesso all'informazione
secondo l'ordine da lui preferito; peraltro, il telespettatore,
per modificare tale pre-sintonizzazione, sarebbe costretto a
rimodulare l'intera programmazione, addirittura anche ricorrendo
a un tecnico specializzato".
L'associazione ha gia' preparato un ricorso al Tar Lazio
contro la decisione dell' autorita' garante della concorrenza e
del mercato di archiviare, per "mancanza di elementi di fatto e
di diritto", l'esposto sollevato dalla stessa Alpi su questo
accordo.
Nel ricorso, l'Alpi sottolinea, invece, che ci sono "plurimi
elementi di illegittimita' e di pericolosita' nell'intesa sui
decoder: innanzitutto, infatti, tale accordo viola leggi europee
e nazionali sul principio della libera concorrenza, oltre che l'
effettivita' del principio costituzionale del pluralismo dell'
informazione, sulla cui importanza fondamentale per la reale
sussistenza di uno Stato democratico, sono intervenuti piu'
volte tanto la Corte Costituzionale, quanto il precedente e
l'attuale Presidente della Repubblica". Per l'Alpi, l' accordo
"avrebbe anche la conseguenza di creare danni incalcolabili per
le emittenti locali e, quindi, per lo sviluppo dell'economia del
Paese". Un aspetto, quest'ultimo, "importantissimo in quanto,
pregiudicando le emittenti locali, si danneggia la piccola e
media impresa che promuove i consumi dei propri prodotti
attraverso la pubblicita' locale".
Per l'Alpi, predefinire la sintonizzazione sui primi sette
canali rappresenta, in definitiva, una grave distorsione delle
regole del libero mercato, offrendo un vantaggio automatico alle
prime sette emittenti in termini di traffico di telespettatori e
quindi di ascolto, fattori da cui dipende la raccolta
pubblicitaria. Nel ricorso al Tar Lazio, peraltro, l'Alpi
sottolinea come l'accordo sia finalizzato a pregiudicare le
emittenti locali sotto un ulteriore profilo: in alcune regioni,
come la Puglia, le emittenti locali, secondo indagini di
mercato, nell'attuale sistema, risultano, infatti, memorizzate
sulla posizione numero sette del telecomando addirittura dal 60%
dei telespettatori. Anche per questo l'Alpi "chiede all'
Autorita' garante della concorrenza, all'Autorita' per le
Garanzie nelle comunicazioni e al ministero delle Comunicazioni
di approfondire gli accordi in atto e di bloccarli, a tutela
della liberta' d'iniziativa economica, del pluralismo dell'
informazione e, soprattutto, dello stesso cittadino, fruitore
ultimo di un corretto utilizzo di tali liberta'
costituzionalmente garantite".
E' attesa pero' a breve l' apertura della consultazione
pubblica della stessa Autorita' per le comunicazioni per la
numerazione ufficiale delle primi dieci posizioni dei canali sul
telecomando digitale. (ANSA).