E' morto Pietro Mennea

Grandissimo atleta, memorabili i suoi record nei 100, 200 e 400 metri. Purtroppo una brutta malattia lo torturava da anni, riposa in pace orgoglio pugliese.
 
Uno degli idoli sportivi della mia infanzia.

Ricordo appena appena (avevo 8 anni) il suo oro olimpico a Mosca nel 1980, e ricordo anche lo scalpore che fece il suo ritorno alle gare nel 1988, per le olimpiadi di Seul.

Si allenava a Formia, a pochi km da casa mia.

Mia madre e mia sorella lo avevano incontrato nello studio medico gestito da un nostro parente.

R.I.P.
 
Non ero ancora nato, ma sapete quante volte ho visto quella telecronaca RAI di Mennea che faceva la curva dei 200 a Mosca?
Un bianco, un italiano, quasi gracilino confronto ai colossi che fanno velocità al giorno d'oggi che ha tenuto il record del mondo dei 200 per 17 anni e tutt'ora record europeo: di certo qualcosa di speciale l'aveva...

RIP Pietro :)
 
Particolarmente toccante oggi è stato il ricordo di Sara Simeoni, intervistata da Raisport.
Lei insieme a Mennea aveva fatto grande l'Italia in quegli anni nell'atletica, sport nel quale non sempre siamo stati all'altezza.

Una giornalista in un libro definì Mennea "Un Dio della velocità, che ci aveva fatto tutti credenti".
 
Mondiali Helsinki 1983

Finale staffetta 4x100 maschile

1) Usa 2) Italia 3) Urss

Italia seconda alla staffetta 4x100, cosa più unica che rara.

I nomi degli atleti italiani era Stefano Tilli, Carlo Simionato, Pierfrancesco Pavoni, Pietro Mennea. A quell'epoca questi nomi si ripetevano a memoria, tra gli sportivi.

Alla "freccia del sud" come veniva chiamato Mennea, toccava sempre l'ultima frazione.
Un campione forse irripetibile.
 
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